lunedì 14 giugno 2021

MI RILEGGO... (n.54) (So che posso contarci)


Stasera mi mancano un po' le parole, mi sento incerta e confusa dentro.
Eppure... si dice... dovrebbe andare meglio.
Si dice.
I latini si esprimevano con un "dicitur", oggi lo stesso termine si carica di tono ironico quando si vuole affermare il contrario.
Va be', andiamo avanti, non è il caso di aprire parentesi nella parentesi. Non è la sede giusta.
Quindi dicevo?
Ah sì, avrei voluto scrivere solo... "buonanotte", ma poi ho pensato... e se si preoccupano? Non è da me una parola sola, anzi certe volte ne dico e scrivo anche troppe.
Ne metto giù solo qualcuna, perché so di poter contare sulla Vostra comprensione, e d'altra parte non servono molte parole per farsi capire quando c'è profonda conoscenza. E come risposta basterà pure il silenzio, se volete.
Saper Ascoltare è importante, e soprattutto lo è fare silenzio. Dopo.
A volte il silenzio mentre si ascolta è domanda e risposta, è conforto e carezza, persino sprone ed incoraggiamento, nella serena pacatezza che accoglie.
Accade pure che si desideri restare in assoluto silenzio dopo sole poche battute iniziali, e andrà bene così. Il "silenzio pieno" è quello più denso di parole...
"Oggi è stata una giornata difficile", disse Pooh.
Ci fu una pausa.
"Vuoi parlarne?" chiese Pimpi.
"No" disse Pooh dopo un po'. "No, non credo".
"Va bene", disse Pimpi, e si sedette accanto al suo amico.
"Cosa stai facendo?" chiese Pooh.
"Niente" disse Pimpi. "Solo, so come sono i giorni difficili. Molto spesso non va di parlare neanche a me nei miei giorni difficili".
"Ma..." continuò Pimpi, "i giorni difficili sono molto più facili quando sai di avere qualcuno lì per te. E io sarò sempre qui per te, Pooh."
E mentre Pooh sedeva lì, rimuginando sulle difficoltà della giornata, mentre Pimpi sedeva accanto a lui in silenzio, facendo oscillare le sue piccole gambe... pensava che il suo migliore amico aveva proprio ragione".
Potrebbe essere un cartone

Nessun commento:

Posta un commento