martedì 8 giugno 2021

MI RILEGGO... (n.49) (Sensibilità... che grande responsabilità)


Il mondo va come va, oggi poi mancava giusto una pandemia per capovolgere ogni cosa.
I menefreghisti, a loro dire, sono gli "ex sensibili" costretti a cambiare per salute.
I lamentosi, rispettosi del distanziamento spazio temporale ad oltranza, solo di recente si sono scoperti... "di un sensibile..." che come loro nessuno mai.
Di certo della sensibilità si tiene poco conto, tirandola in ballo solo se necessaria a giustificare.
Addirittura a volte la si considera persino limitante, a seconda della situazione e del contesto.
Poi un giorno si scopre tutto un mondo a sé, quello delle Persone sensibili, che sono pure attente, curano i modi e le parole, perché spesso fragili e sempre vulnerabili, non vogliono ferire.
Peccato che per Loro non sia riservata uguale premura.
Tra l'altro Chi è sensibile è pure mite, e sai quante se ne prende, ne accusa e non risponde?
Ma a che serve allora essere miti? Certe volte è così faticoso anche solo essere compresi...
Perché ad alcuni conviene tener su l'equivoco.
Sensibili e miti? È solo debolezza!
E la sensibilità invece è "dono" custodito nell'animo e non si ostenta, anche se a causa sua a volte si soffre, e pure tanto.
A qualcuno fu detto in tempi non sospetti...
Sei troppo sensibile... e quando raggiunse l'età della consapevolezza, si convinse che la sensibilità fosse un limite. Una carenza, un difetto.
Beh, un difetto proprio no, forse non riusciva a gestirla, in modo che fosse pure grande risorsa.
Il vissuto poi fece da maestro, e in parte imparò ma per il resto continuò come la timida chiocciola che striscia piano, è lenta e silenziosa, poi avverte l'ostacolo e si ritira nel suo guscio dove trova rifugio e protezione.
Potrebbe essere un'immagine stile anime

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