martedì 9 maggio 2023

NON FINIRE MAI DI ESSERCI (n.42) (Prendere il meglio del dolore)

Desidero spendere qualche parola a proposito del contenuto dell'intervista a Michela Murgia. Una scrittrice, forse un'intellettuale, comunque una donna come tante altre che si trovano ad affrontare con esito incerto un'esperienza estrema. La Sua lucidità è stata oggetto di commenti vari, positivi e qualcuno anche negativo. Al di là di questo, quanti come lei sono altrettanto lucidi, ma sconosciuti, quindi "senza voce", e al massimo guadagnano un "guerriero/a" dai più intimi. Ho molte amiche come la nota scrittrice, e sono tutte "accoglienti" con la vita comunque sia, e "accudenti" perché si prendono cura degli altri nonostante i propri momenti di difficoltà. E ho detto tutto. Ho avuto alcune amiche che hanno sublimato la sofferenza e accettato la possibilità di non farcela, a tal punto da prepararsi e preparare gli altri, da scegliere qualcosa come fosse l'ultimo vezzo dei propri giorni. Un volo di palloncini bianchi. Un abito da sposa. Un ritorno alla purezza delle origini. Come dalle parole di Lucia S. esempio di accettazione, generosità e anche progettualità per "il dopo". Una grande eredità. "Ho il desiderio di fare qualcosa per gli altri , li voglio vedere sorridere, ma quel sorriso vero, autentico" "Di fronte alla sofferenza ci sono solo due vie, o disperarsi o abbandonarsi a Dio.... Ho scelto di abbandonarmi a Dio. Ci sono le leggi del cuore e quelle di Dio Io sto bene con la legge di Dio Mi dà tutto , mi sostiene ogni giorno. Non mi toglie la sofferenza, anzi... Ma va bene cosi. Sia fatta la sua volontà". Quando a casa mi chiedono... ma com'è che torni dall'ospedale e sei più serena di quando sei uscita? Semplice... vorrei rispondere però non lo faccio perché potrei essere non capita... semplice, perché ogni volta imparo e prendo il meglio del dolore. Una storia cominciata tredici anni fa, e per me mai conclusa.

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