venerdì 26 maggio 2023
NON FINIRE MAI DI ESSERCI (n. 59) (Il difficile ruolo del caregiver)
"Non è il carico che ti spezza. È il modo in cui lo porti"
- Lena Horne -
Già... ma quanto è difficile per Chi si prende cura. Per il "caregiver informale", intendo.
Chi si (pre)occupa di Chi si prende cura?
È un problema familiare, sociale, umano.
Chi si prende cura di qualcun altro, familiare o amico, non è considerato come si dovrebbe.
Non gli vengono riconosciuti ampiamente i diritti a livello lavorativo, soprattutto se lavoratore autonomo, in famiglia spesso ciò che fa è visto solo come un dovere, i Suoi momenti di sconforto segni di squilibrio.
E vorrei ben vedere... più che giustificati!
Allora dovrà pensarci da sé.
Qualcuno dice...
Che fare, dico non ce la faccio più? Allora davvero non ce la farei, così metto insieme le poche forze e continuo.
Ma non ci si può sempre improvvisare.
Per vivere con meno fatica un ruolo che mai nessuno sceglie, ma che per amore e per forza deve vivere, è nata la "Caregiver Academy", la scuola per Chi si prende cura, che informa e forma.
Quindi a tirar troppo la corda si sa poi come va a finire.
Ci si occupa di "persone", compresi i membri di tutta la famiglia e in particolare di "chi si prende cura", che vive uguale dolore, prova fatica e non ha tempo né voglia di prendersi cura di sé.
Statistiche alla mano, i "caregiver" rischiano di ammalarsi a loro volta, ricorrere a psicofarmaci, perdere il posto di lavoro. Non possono essere lasciati soli, hanno il diritto ad essere ascoltati e supportati psicologicamente.
E pure le "difficoltà burocratiche" andrebbero ridimensionate, in quanto vanno a caricare il già pesante fardello di Chi si prende cura.
Un "dolore burocratico" che rende più greve e grave il senso di abbandono. La solitudine nella malattia.
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