lunedì 29 aprile 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.95) (La scrittura come forma di comunicazione ha i suoi limiti?)

La Comunicazione in generale non dovrebbe avere affatto i limiti, permette di capirsi e favorisce l'arricchimento, ma tant'è che spesso e volentieri si creino equivoci. Perché? Innanzitutto per la mancanza di umiltà nell'andare incontro all'altro. A volte c'è pure poco impegno, o molta veemenza nell'esprimersi, presunzione e alzata di tono, e poi poca pazienza per scarsa o mancante empatia. L'Empatia ci rende umani, è la capacità di immedesimarsi in un'altra persona fino a coglierne pensieri e stati d'animo. Riuscire a vedere le cose dal Suo punto di vista e avere una totale attenzione verso i Suoi bisogni, pensieri e sentimenti. Empatia... "sentire in", ma anche essere capaci di uscirne, lucidamente distaccarsi. Con la scrittura poi, se da una parte c'è il vantaggio dei filtri, dall'altra è da considerare che non ci si può guardare negli occhi, non si percepisce il tono della voce, quindi sarà indispensabile pensare bene a ciò che si intende trasmettere e con saggezza scegliere le parole. Scrivendo si può urlare in silenzio, fare arrivare la propria voce dove mai si penserebbe. Ed elaborare, e far mettere fuori dolore e rabbia moderata, e far riflettere... e portare aiuto. In conclusione... "Scrivere è leggere in se stessi". Leggiamo bene perché l'altro non è poi tanto diverso da noi. "Verba volant, scripta manent". Ciò che si scrive resta e lascia il segno.

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