lunedì 10 aprile 2023
NON FINIRE MAI DI ESSERCI (n.13) (Tanto Amore per amore)
È stato sabato oggi, giorno del silenzio, dell'adorazione della Croce con il Cuore contrito. La fine del travaglio prima della rinascita. Pensieri immobili nell'aria rarefatta.
Contemplare la Croce è sentirsi piccoli di fronte a tale grandezza e tanto Amore.
"Il pomeriggio del Sabato Santo capito casualmente nella piccola chiesa... L'aria è mite; il portone è spalancato e dall'interno semibuio esce un dolce profumo d'incenso. Respiro questo profumo e mi sento invitato a varcare la soglia. Entro e vedo davanti all'altare una croce di legno... Mi siedo e osservo il Cristo inchiodato: un corpo sofferente, cascante per il peso della morte. Il Dio che si è fatto uomo.
Non è un bello spettacolo il Cristo crocifisso..."
(Francesco Delicati - "e venne il cancro")
Bisognerà "sporcarsi le mani" per sentirsi vicini davvero al Cristo in croce. Sacrificarsi e nello stesso tempo tentare di togliere qualche spina dall'indegna corona, mettendosi in gioco e rischiando.
Come fu per l'uccellino di quella leggenda che lo perpetua nella specie benedetto da una goccia del sangue di Gesù. Il pettirosso.
Non proprio metafore di un impegno costante, motivato anche dal ricordo di una solitudine inaspettata.
Ché nessuno possa sentirne il peso.
Davanti alla Croce...
Avere quasi la percezione di dolore fisico, e capire che la sofferenza, viverla sulla propria pelle come esserne spettatori è passaggio ed esercizio necessario per comprendere l'Altro, fare spazio dentro di sé ed accoglierlo.
Sarà ancora Pasqua, e impegnarsi sarà meno difficile in nome della Croce.
E un ricordo di bambina si fa strada tra l'odore del verde appena nato e il profumo dell'uovo di cioccolata.
Al mezzodì del Sabato Santo mia nonna ogni anno esclamava...
Moh, si sciolgono le campane. Gesù Cristo è risorto.
Non ci capivo molto perché intanto i tre giorni non erano trascorsi,
e poi non le vedevo proprio queste campane legate, tacitate o mutilate del loro batacchio, e che alla fine tornavano così come erano state fatte per annunziare e fare festa.
Questo quando ero bambina. Oggi che potrei essere nonna, finalmente ho compreso.
Conclusa la Quaresima, terminata la penitenza, astio, rancore e rimuginio vanno "sciolti". Si torna alle origini.
A proclamare gioia di Vita, e a trasmetterla come ci fu insegnato.
Da bambini.
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Ho un rapporto particolare con Dio.. se ti va puoi cercare Dio nel mio blog e trovare di tutto.. sono poco avvezzo alle tradizioni, ai culti, ai dogmi, alle modalità.. ma non metterò mai in dubbio l'esistenza di un Creatore, e mi faccio bastare quest'idea già rivoluzionaria ma, comprendo, fin troppo poco rassicurante. L'astio non dovrebbe esistere proprio, mai.. ma sono fin troppo umano.. ;)
RispondiEliminaGrazie per il tempo e lo sforzo che hai impiegato per scrivere questo blog
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