giovedì 23 febbraio 2023

LA VITA E OLTRE (n.67) (Giornate piene di...)

Tante cose facciamo da mattina a sera, non ci piacciono tutte, ma tutte sono da considerare perché rappresentano la nostra normalità. Normalità. Come un vestito su misura, che per uno strappo si rattoppa, l'allarghi o lo stringi secondo il caso, ma c'è ed è tuo. Altrimenti saresti "nudo". Normalità, la senti ogni giorno, l'avverti già quando apri gli occhi al mattino, nel silenzio della vita che riprende piano. Ed è consapevolezza che giorno per giorno, saranno tanti i giorni così. Quotidianità che rassicura, comunque. Un incontro quello di stasera basato sulla consapevolezza di fare ed essere, liberandosi in parte da alcuni dannosi automatismi. Quindi un esercizio scritto per fare il punto della propria situazione, manifestandolo in modo chiaro prima a se stesso/a e poi all'Altro/a che è di fronte per un'utile condivisione. In un gruppo la condivisione favorisce la conoscenza, la comprensione e la crescita. Grande ascolto e parole essenziali di apertura all'Altro. Dal confronto... Alcuni di Noi hanno un animale domestico. Osservare i nostri piccoli amici nella loro quotidianità, parallela alla nostra, pone il sentire sullo stesso piano. Tutto va, continua e siamo Noi a dover "assecondare" questo lento o veloce fluire della vita. Senza paura. Con tranquillità. Finché va e come non dovesse mai finire. Poi è sufficiente un minimo cambiamento nella quotidianità, che l'equilibrio è a rischio. E allora, poiché l'equilibrio è continua conquista, va di difenderlo a denti stretti pure con qualche sfuriata ogni tanto. Richiamare all'ordine se stessi fa sempre un gran bene. Se cambiano gli scenari per forza di cose, non cambia l'andare della vita, con le attività di ogni giorno ed i suoi affanni. Monotona per i più che non vanno oltre, a cavare ciò che di buono c'è in ogni giornata, dal sorgere del sole fino al calar della notte. Vero è pure che una rassicurante normalità può diventare pesante in alcuni periodi della vita, per difficoltà di vario genere che interferiscono, ma basterebbe poco, molto poco, come guardare le proprie mani, specchiarsi e dire grazie perché ci sono, in questo contesto e di tale scenario faccio parte.

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