lunedì 13 febbraio 2023

LA VITA E OLTRE (n.57) (La comunicazione)

Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi consigli, non hai fatto ciò che ti ho chiesto. Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu inizi a dirmi perché non dovrei sentirmi in quel modo, stai calpestando i miei sentimenti. Allora ti prego di ascoltarmi e di non fare altro che starmi a sentire. E se vuoi parlare, aspetta un minuto, entra in sintonia col mio pensiero, e anch'io ti ascolterò. È una chiara richiesta di sintonia, espressa verbalmente in modo chiaro, ma molte volte dobbiamo intuire da uno sguardo, dall'atteggiamento, anche solo da qualche parola, il canale giusto per comunicare. Sono tre infatti i canali di comunicazione cinestesico, auditivo e visivo. È importante capire quale è il nostro per riuscire a capire velocemente quello del nostro interlocutore. Questo perché tra canali simili ci si comprende mentre tra canali diversi si fa fatica ad instaurare una buona comunicazione. C'è bisogno di ascolto ed accoglienza, di atteggiamenti di valorizzazione. Come in un nido, stretti in un abbraccio, protetti da una sorta di famiglia. La malattia si affronta, si attraversa... va via. Affrontarla, attraversarla non da soli aiuta. Aiuta a mandarla via. Comunque ascoltare. Questo è importante. Qualsiasi argomento non sarà mai da sottovalutare. Perché non conosciamo il vissuto di chi è di fronte né la sua realtà presente, magari avrà solo bisogno di parlare per colmare il vuoto della solitudine... chissà... In una stanza dell'Anima sono da custodire le parole giuste, i discorsi pacati e gli ampi sorrisi. E il guardarsi negli occhi, lucidi di pianto o serenità.

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