In odore di santità verso la "zona rossa", penso ancora più intensamente a strategie che possano aiutare ad attraversare il momento con poco danno a tutti i livelli, e soprattutto a non perdere le difese e quindi ammalarsi.
A livello fisico "proteggersi" con distanziamento, e pochi e solo necessari contatti all'esterno. Attività quasi totalmente a distanza, in pratica nessuna in presenza. Eppure anche "da remoto" servirà essere più che presenti, soprattutto a se stessi. Convinti, perfettamente adattati, sereni e in equilibrio.
Non è affatto facile, anche se per quel che mi riguarda, trovo la cosa meno complicata rispetto la scorsa primavera.
Allora ero indispettita e irritata, mi ritrovavo in lacrime all'improvviso, passavo notti insonni. Ora ho maggiore consapevolezza, nonostante a tratti pare il cerchio mi si stringa intorno. Sono più forte e lucida, e cerco di fissare con sforzi quotidiani i cardini per non crollare.
Entusiasmo... Fiducia... Speranza.
Quanto è adeguato l'uso di tali termini in questo periodo? Quando le occasioni per provare entusiasmo sembrano venir meno giorno per giorno, così pure la fiducia, e la speranza appare come ultima risorsa giusto per non lasciarsi andare.
Io credo si debba entrare nel profondo senso di ciascuna di queste parole, per sentirsi "vivi e presenti", non "comparse" ma "protagonisti" di un "dramma globale" che non sarà mai "tragedia personale" se riusciremo ad "adattare" a Noi il momento.
Siamo corpo e spirito e mente, curiamo in maniera adeguata il Nostro corpo, dedichiamo spazio allo spirito nel modo che ci è consono, apriamo la mente perché possa formulare opinioni proprie, originali.
Questo per non essere "vittime" ma in parte "artefici" dell' "evento", di ogni evento, visto che di eventi è fatta la vita.
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