sabato 23 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.58) (Quando la Vita non le manda a dire...)

Merito o responsabilità dei gattini che hanno allargato la mia famiglia, poiché si divertono a saltare, travolgere, buttar giù tutto ciò che si para loro davanti, sto risistemando casa. Piani, ripiani e superfici... tutto libero da oggetti che andranno riposti all'interno di vetrine, che a loro volta necessitavano di spazi liberi per poter accoglierli. E così ho fatto... selezionato, spolverato, ricollocato con buona pace di Dio. Oggi in particolare, asciugando un bicchierino da liquore ho visto in controluce una lesione appena accennata. Senza pensarci, quasi istintivamente l'ho gettato nella pattumiera, poi ho ricordato quello che scrissi anni fa... Lei era talmente legata alle cose che difficilmente si sbarazzava persino dei cocci rotti. Poi fu il tempo del "primo step" di consapevolezza, e realizzò quanto fosse stata sbagliata in quel senso. Infatti prima di allora non tollerava la vista di alcuno spazio vuoto sulla mensola. Così ogni volta che una tazzina si rompeva, ne incollava i cocci solo per riportarla dove era. Che assurdità... Coi fatti della sua vita faceva lo stesso, e alla fine se guardava indietro, ciò che vedeva era tutta una lesione. Ma le capitò di vivere un'avventura, di quelle che non si sa mai come vada a finire. Le si stampò addosso. Sarebbe stata la chiave di volta della sua inquietudine e dei giorni a venire. E finalmente si ritrovò. Aveva compreso che occorre spazio per accogliere il "nuovo", ché dia calore all'anima e colori i pensieri.

2 commenti:

  1. Io accumulo, ripristino, riempio. Ma il pensiero ricorrente ora è: senza figli chi metterà mano, chi saprà cosa si cela dietro ogni ricordo, ogni rigo, ogni file, ogni foto, ogni minimo oggetto a guardia di viste sul salone, ogni magnete che offre calore al frigo? Non ci penso.. non voglio..

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  2. A 25 sono divenuto un anti-accumulatore. Sentivo che il vecchio, il passato, mi appesantiva. Mi sono messo a buttar via di tutto. Ora, un segreto: alle 4,00 uscivo di casa con lo zaino pieno di appunti e fotografie di quando ero piccolo, facevo mezz’ora a piedi nella città deserta fino al parco Forlanini, dove avevo trovato sotto gli alberi due pietre usate per cuocere la carne dai peruviani che passano la domenica sui prati, e bruciavo tutto.
    Ho fatto tre o quattro viaggi, ciascuno una liberazione e una rigenerazione. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).

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