domenica 10 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.46) (Tutto e il suo contrario)

Potrebbe essere il titolo di questi pensieri prima di andare. 8 Marzo, Festa internazionale della Donna. Donna figlia, compagna, e madre. Donna da amare che ama pure se non amata. Donna che ha fatto la storia, Donna... ognuna con la sua storia. Il testo di "Mariposa" sul nostro segnalibro, donato oggi alle Donne incontrate in reparto, uno scritto da custodire donato a me da una Donna dagli occhi profondi come il mare. Dedicato a Sua madre il giorno che volò in Cielo senza lasciar alcun conto in sospeso... "Mia madre ci ha insegnato a ballare e cantare, cantare a più voci, come si faceva sotto gli alberi d'ulivo. Ci ha insegnato la femminilità e il femminismo quando questo movimento era in fasce e senza partecipare ad alcuna manifestazione. Ci ha insegnato a cadere e sbagliare, a rialzarci e riparare perché "sbagliando si impara". Mia madre ha sbagliato e chiesto scusa con baci abbracci e attenzioni. Mia madre è stata grandiosa e a volte piccola, ma sempre VERA. Ha pianto e ha riso con spontaneità. Mia madre si è data ed ha dato tanto a noi figlie e a tanti altri , e per finire ha aspettato che scadesse il mese di affitto per non lasciare, sospesi. Ha lasciato quanto serviva per le spese funebri , per i regali ai nipoti e per un pranzo fra gli intimi. La GENEROSITA' è stata l'identità di mia madre. La generosità è la base dei buoni sentimenti, il resto viene da sé. Ci siamo amate tanto e ci ameremo per sempre". B.D. Era di Marzo... 8 Marzo o giù di lì. Più o meno come oggi con mimosa da sfondo. E sensazione che molte cose sarebbero cambiate. È incredibile che un periodo difficile, con un pensiero lineare che riporta all' "essenziale", possa far riconciliare con se stessi, con la realtà circostante, dopo aver abbandonato antiche convinzioni, apparse sciocche all'improvviso. Un semplice pensiero e il susseguirsi di fatti, veloci come vento di fine inverno. Ed era di questi tempi, fine inverno appunto, che un esame solitamente di routine, mi tolse il respiro per il senso di colpa. Iniziò tutto da quel giorno, e pareva una beffa della Vita, ricevere una diagnosi di tumore alla mammella nel giorno della Festa della Donna, ma poi passò, e da allora furono molte altre stagioni. Stagioni che si sono arricchite dell'umanità incontrata, di pensieri condivisi e speranza che non muore. Abbi cura di te, della tua persona... mi ripetevano, ed io ho fatto mie queste parole facendone il saluto di commiato. Abbi cura di te, della tua persona... perché tu non sei la malattia, sei ben altro. Sarai pure tutto e il suo contrario, comunque oltre. Assai oltre.

Nessun commento:

Posta un commento