sabato 2 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.39) (... e poi)

Dal 1° Marzo di un po' di anni fa in poi mi andrebbe raccontare, e non è detto non lo faccia, magari in un altro libro, che ne dite? Quel primo giorno del mese di marzo incominciava un conto alla rovescia. Finalmente avevo preso coraggio sia pure a stento, e così mettevo in atto la decisione per il percorso alla consapevolezza. La luce e qualche nuvola di questa giornata mi hanno riportato indietro come per un veloce giro di moviola, e ferma all'improvviso è stato destarsi da un sogno, bello o brutto non saprei. Poi il resto del giorno è andato come ogni venerdì. La Speranza la fa sempre da padrona e un ricordo ne sottolinea l'importanza. Qualcuno ricorderà certamente l'Albero della Vita di Nicoletta. Continuava a metter foglie e pensieri, e suggeriva ascolto per accogliere ed imparare. E ricordare. In quel tempo mio che cosa provavo e facevo per non morire dentro? Si dice sempre che ogni caso è a sé, ed è vero, ma ciò che accomuna sono le emozioni, queste si, uguali per tutti. Elaborarle nella giusta modalità fa la differenza. Non mi sono mai sentita vittima né guerriera, perché ho sempre pensato che battaglie e guerre fossero altre. Anzi trovavo quei termini irritanti, e continuo a considerarli tali. Perché un tumore è una guerra che non si sceglie di combattere, e non c'è alcuna chiamata alle armi. Ti trovi, e vai avanti. E spesso ti nascondi come animale ferito, sperando che il nemico ti risparmi e l'amico pure ti lasci stare. Perché non potrà mai capire la voglia che prende di dormire, per non vedere né sentire, e svegliarti solo quando tutto sia finito, passato e arrivi finalmente l'alba di un nuovo giorno. Parole stonate le mie, perché tanto "ormai"? Ma è proprio quest'ultimo termine, ormai, che stona perché quando si entra in un vortice si può finire sbattuti alle pareti per forza centrifuga ma sempre lì si resta, a volte ad occhi aperti, altre volutamente chiusi facendo finta sia mai successo niente.

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