martedì 12 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.47) (E non credi... e non pensi... e non immagini)

Quando si perde una persona cara a volte sembra aver perso un'ala. È dura volare con un'ala sola, temi di cadere da un momento all'altro, e intanto con semplici parole ti racconti e sostieni, accogli e sei grato, e di tutto questo fai energia per restare almeno a mezz'aria. Questo è un messaggio che ho inviato per oggi ad alcuni miei contatti. L'ho scritto sull'onda delle emozione perché oggi sono due anni che mio padre non è più. Non mi va di scrivere banalità, mi pare più giusto invece ricordare quello che ci accomunò. Molto in verità, il fattore Rh, il segno zodiacale, la buona memoria e soprattutto la malattia, vissuta nello stesso periodo. Mio padre era severo, affatto tenero ma ci amava, questo è certo. Era difficile confidarsi con Lui, ma ci pensò la malattia a rendere visibile il legame. Per la prima volta in tanti anni mostrai la mia vulnerabilità, cercando da Lui il semplice conforto, per trarne forza. Ci ritrovammo così a piangere insieme, confortandoci a vicenda, vivendo l'uno il dramma dell'altra e viceversa. La vita è proprio strana. Quando credi di aver capito tutto, di aver sistemato ogni cosa nella tua esistenza, di essere sempre nel giusto, quando insomma ti sei fatto le tue categorie mentali, eccoti arrivare tra capo e collo una bella tegola, di quelle pesanti, e tutto si rimette in gioco in modo prepotente. Dedico allora l'ultimo pensiero di questa giornata a mio padre, cui devo la vita, con cui mi scontravo spesso e volentieri, e che ora mi manca come non avrei mai immaginato.

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