domenica 25 febbraio 2024
QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.32) (Accettazione. Prima strategia.)
Accettazione, tornano alla mente alcuni incontri, quando ad un certo punto ho sentito dire, anzi ripetere più volte... sono stanco.
Così allora il ragionevole dubbio... e se a me non fosse andata come fino ad ora, sarei stata stanca anch'io, avrei avuto sempre la forza di sorridere? O più verosimilmente arrabbiata, delusa, al massimo avrei sfidato ogni giorno la vita e pure Chi mi si presentava davanti?
Chi lo sa... forse posso solo immaginarlo, per un momento e poi allontanarlo, perché certi pensieri meglio non farli sostare troppo a lungo.
Di certo non sono stata mai arrabbiata, e neppure rassegnata. Cercai di pensare a ciò che succedeva come riguardasse la persona a me più cara, cui dedicare affetto, cure e premura. Con equilibrato distacco.
Mantenersi lucidi può essere un primo passo verso l'accettazione?
Tempo fa una paziente mi stupì. In modo del tutto estemporaneo, e quasi raggiante esclamò...
- Siamo nati per il Cielo. E Dio ci ama così tanto da donare anche l'esperienza della terra, un passaggio rapido ma sufficiente.
Non si può desiderare di più.
E un altro signore anziano in terapia...
- Ma si... l'importante è che la morte ci trovi vivi.
Tra ironia e acciacchi, lacrime e ironia... e ironia e basta.
Con questa sana filosofia si aggira la più cruda realtà.
O in verità la si accetta...?
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