sabato 10 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.17) (Lo straordinario)

Oggi ho avuto un turno "straordinario" in ospedale, l'ha detto anche la caposala. Sono rimasta fino alle 15, perché avevo l'ecoaddome alle 15,30 e mi sono trattenuta volentieri, ma questo lo sapevo già. La frequentazione costante è diventata un'abitudine, ma dell'abitudine non ha preso la monotonia. Sarà perché ci torno sempre con animo sereno, lasciando fuori dalla grande porta le ansie, i pensieri tristi e le preoccupazioni. Mi sento tutto sommato una "privilegiata". Ho ascoltato e ascolto tante storie, ed ogni volta mi rendo conto di quanto io sia da sempre fortunata, e anche passare attraverso la malattia è stato per me come attraversare un cerchio di fuoco ed uscirne leggermente scottata. Tutto straordinario, oggi e nel tempo. Nel pomeriggio, terminato l'esame, passando davanti alla chiesa levare lo sguardo al crocifisso e sussurrare "grazie" con la forza e l'impeto di un grido. Fermarsi al bar deserto, e mangiare un tramezzino, gustarlo persino e trovarlo alla fine, straordinario. Nel tempo poi... Sentire che si ricorda il mio nome, si nota la mia presenza, mi si ringrazia quando secondo me non ho fatto nulla di straordinario, dà importanza al mio "esserci", alla vita stessa.

1 commento:

  1. straordinario e ammirevole è questo approccio alla malattia!
    massimolegnani

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