Un "mercoledì" grigio, comunque da contrastare con la solita uscita fuori porta, senza trascurare o sottovalutare spunti di riflessione.
Oggi, a San Giovanni Rotondo da San Pio per sentirsi meno soli e amorevolmente custoditi.
In questo luogo, già al parcheggio si respira aria di pace, che mio marito definisce tranquillità, ma alla fine intende la stessa cosa. E' come restare sospesi, camminare ad un palmo da terra mentre ci si avvia verso i posti sacri che hanno visto l'opera di Padre Pio.
Davanti alla Chiesa di sempre, Madonna delle Grazie, adiacente a Casa Sollievo della Sofferenza, alberi ancora spogli ospitano passerotti cinguettanti che saltano da un ramo all'altro, mentre nello spiazzo alcuni colombi si rincorrono gareggiando per qualche briciola di pane. Scene da una stagione sospesa, quando ancora si spera e si attende il cambiamento.
Poi in chiesa, in realtà due, unite da un breve passaggio, la prima... più piccola... dove Padre Pio cominciò il Suo servizio, e la seconda, molto più grande, ugualmente semplice che però in alcuni particolari preannuncia la ricchezza e lo sfarzo che si ritroveranno in quella più recente dall'architettura moderna. Progettata dall'architetto Renzo Piano e seconda al mondo, per dimensioni, solo alla Basilica di S. Pietro, è in grado di accogliere oltre 7.000 persone al suo interno e 40.000 nel grande e suggestivo sagrato. Un organo maestoso occupa un'intera ampia parete e un crocifisso al centro domina lo spazio privo di navate, come un grande abbraccio per cui qualunque sia la prospettiva non muta la sostanza.
Siamo scesi quindi nella cripta, percorrendo un lungo corridoio in pendenza dalle pareti decorate a mosaico, rappresentanti scene dal Vangelo e dalla vita del Poverello d'Assisi. Nello spazio vero e proprio della cripta si resta immediatamente abbagliati dal colore dell'oro profuso in ogni dove. Sul soffitto da cui pendono lampade dorate, sulle pareti e negli arredi sacri.
Alcune persone di colore sostavano inginocchiate all'ultima fila dei banchi, mani giunte e strette e sguardi adoranti verso la teca che custodisce il corpo di San Pio. Bontà della conversione che accomuna in fede religioni avverse per cultura, e magari tutto lo sfarzo e qualche particolare che riporta a quelle, è servito a questo. Perché ogni mezzo sarebbe buono qualora conducesse a Dio, che è Speranza e Vita.
Così come è scritto sulla parte superiore ad un'architrave, su fondo al solito dorato.
"Confidate e sperate nei meriti di Gesù, e così anche l'umile argilla diverrà oro finissimo da risplendere nella reggia del Re dei Cieli".
Oggi, a San Giovanni Rotondo da San Pio per sentirsi meno soli e amorevolmente custoditi.
In questo luogo, già al parcheggio si respira aria di pace, che mio marito definisce tranquillità, ma alla fine intende la stessa cosa. E' come restare sospesi, camminare ad un palmo da terra mentre ci si avvia verso i posti sacri che hanno visto l'opera di Padre Pio.
Davanti alla Chiesa di sempre, Madonna delle Grazie, adiacente a Casa Sollievo della Sofferenza, alberi ancora spogli ospitano passerotti cinguettanti che saltano da un ramo all'altro, mentre nello spiazzo alcuni colombi si rincorrono gareggiando per qualche briciola di pane. Scene da una stagione sospesa, quando ancora si spera e si attende il cambiamento.
Poi in chiesa, in realtà due, unite da un breve passaggio, la prima... più piccola... dove Padre Pio cominciò il Suo servizio, e la seconda, molto più grande, ugualmente semplice che però in alcuni particolari preannuncia la ricchezza e lo sfarzo che si ritroveranno in quella più recente dall'architettura moderna. Progettata dall'architetto Renzo Piano e seconda al mondo, per dimensioni, solo alla Basilica di S. Pietro, è in grado di accogliere oltre 7.000 persone al suo interno e 40.000 nel grande e suggestivo sagrato. Un organo maestoso occupa un'intera ampia parete e un crocifisso al centro domina lo spazio privo di navate, come un grande abbraccio per cui qualunque sia la prospettiva non muta la sostanza.
Siamo scesi quindi nella cripta, percorrendo un lungo corridoio in pendenza dalle pareti decorate a mosaico, rappresentanti scene dal Vangelo e dalla vita del Poverello d'Assisi. Nello spazio vero e proprio della cripta si resta immediatamente abbagliati dal colore dell'oro profuso in ogni dove. Sul soffitto da cui pendono lampade dorate, sulle pareti e negli arredi sacri.
Alcune persone di colore sostavano inginocchiate all'ultima fila dei banchi, mani giunte e strette e sguardi adoranti verso la teca che custodisce il corpo di San Pio. Bontà della conversione che accomuna in fede religioni avverse per cultura, e magari tutto lo sfarzo e qualche particolare che riporta a quelle, è servito a questo. Perché ogni mezzo sarebbe buono qualora conducesse a Dio, che è Speranza e Vita.
Così come è scritto sulla parte superiore ad un'architrave, su fondo al solito dorato.
"Confidate e sperate nei meriti di Gesù, e così anche l'umile argilla diverrà oro finissimo da risplendere nella reggia del Re dei Cieli".
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