Nel tempo nulla resta uguale. Le situazioni cambiano e bisogna adeguarsi per assecondarne l'evoluzione, mutano altresì o si avvicendano le persone e anche questo va considerato perché si conservi un certo equilibrio e non si perda fiducia quando pare che tutto langue, iniziative arenate sul nascere, progetti andati in fumo, insoddisfazione generale.
Alla ripresa dopo le festività pasquali, l'incontro odierno del gruppo GAMA si è focalizzato su alcune problematiche e carenze rilevate negli ultimi mesi. Non tutti partecipano con costanza, sono aumentate le critiche fine a se stesse, entusiasmo e naturalmente voglia di fare sono al lumicino. Si è quindi evidenziata la necessità di ridefinire il gruppo, ora associazione da quattro anni, che pare aver perso l' "identità" e in un certo senso ha bisogno di un ritorno alle origini. Ogni componente deve sentirsi parte di un tutto, con senso di responsabilità e rispetto dell'Altro, tanto da prendersene cura, sollevarlo per quanto può dal peso della sofferenza, confortarlo, seguirlo. Vero è che illuminante sarebbe una guida, qualcuno che regolasse le fila, prendesse in carico tutti, e verificasse con zelo ma altrettanta discrezione quanta normale quotidianità o quale dolore siano presenti in una condizione di malattia che coinvolge non solo il singolo ma un'intera famiglia.
Si parlava di quanto fosse importante fare proprio il "senso di appartenenza", che ognuno sentisse il peso della responsabilità, l'essere indispensabile l'uno per l'altro. Tramite la condivisione infatti, di stati d'animo ed emozioni, come pure di soluzioni e strategie di sopravvivenza, mentali e non, davvero si crea una "rete" insostituibile per non sprofondare. Il resto... informazioni, teorie, saggi discorsi, visibilità... fa da "cornice", ma il centro del tutto, il "dipinto" resta la singola persona che prende colore, anzi ne assume le varie sfumature, rapportandosi con gli Altri.
Perciò... come ricominciare? Magari da qualcosa di semplice, come prendere l'impegno di curare le aiuole affidateci da un parco cittadino in rinascita, alternarsi nei turni, partecipare più numerosi a tutte le iniziative proposte che sono davvero tante ma non può uno solo portare avanti. E a tal proposito torna utile una citazione dai "fiocchi di tenerezza". Nessuno può fare tutto, ma Tutti possono fare qualcosa.
E si potrà scoprire che risponde ad assoluta verità il proverbio che dice... l'appetito vien mangiando, partecipando ad una cena solidale, organizzata sempre dagli Amici del solito parco cittadino, con l'intento di raccogliere fondi per migliorare sempre più uno spazio verde che aveva perso la sua identità.
Un'associazione, qualunque sia la "mission", ha senso e valore quando non resta chiusa in un ambito ma risponde ad ogni richiesta di solidarietà, facendo leva sulle peculiarità individuali per soddisfare infinità di bisogni.
Allora... voglia di rinascita? Punto e a capo...
Ricominciamo.
Alla ripresa dopo le festività pasquali, l'incontro odierno del gruppo GAMA si è focalizzato su alcune problematiche e carenze rilevate negli ultimi mesi. Non tutti partecipano con costanza, sono aumentate le critiche fine a se stesse, entusiasmo e naturalmente voglia di fare sono al lumicino. Si è quindi evidenziata la necessità di ridefinire il gruppo, ora associazione da quattro anni, che pare aver perso l' "identità" e in un certo senso ha bisogno di un ritorno alle origini. Ogni componente deve sentirsi parte di un tutto, con senso di responsabilità e rispetto dell'Altro, tanto da prendersene cura, sollevarlo per quanto può dal peso della sofferenza, confortarlo, seguirlo. Vero è che illuminante sarebbe una guida, qualcuno che regolasse le fila, prendesse in carico tutti, e verificasse con zelo ma altrettanta discrezione quanta normale quotidianità o quale dolore siano presenti in una condizione di malattia che coinvolge non solo il singolo ma un'intera famiglia.
Si parlava di quanto fosse importante fare proprio il "senso di appartenenza", che ognuno sentisse il peso della responsabilità, l'essere indispensabile l'uno per l'altro. Tramite la condivisione infatti, di stati d'animo ed emozioni, come pure di soluzioni e strategie di sopravvivenza, mentali e non, davvero si crea una "rete" insostituibile per non sprofondare. Il resto... informazioni, teorie, saggi discorsi, visibilità... fa da "cornice", ma il centro del tutto, il "dipinto" resta la singola persona che prende colore, anzi ne assume le varie sfumature, rapportandosi con gli Altri.
Perciò... come ricominciare? Magari da qualcosa di semplice, come prendere l'impegno di curare le aiuole affidateci da un parco cittadino in rinascita, alternarsi nei turni, partecipare più numerosi a tutte le iniziative proposte che sono davvero tante ma non può uno solo portare avanti. E a tal proposito torna utile una citazione dai "fiocchi di tenerezza". Nessuno può fare tutto, ma Tutti possono fare qualcosa.
E si potrà scoprire che risponde ad assoluta verità il proverbio che dice... l'appetito vien mangiando, partecipando ad una cena solidale, organizzata sempre dagli Amici del solito parco cittadino, con l'intento di raccogliere fondi per migliorare sempre più uno spazio verde che aveva perso la sua identità.
Un'associazione, qualunque sia la "mission", ha senso e valore quando non resta chiusa in un ambito ma risponde ad ogni richiesta di solidarietà, facendo leva sulle peculiarità individuali per soddisfare infinità di bisogni.
Allora... voglia di rinascita? Punto e a capo...
Ricominciamo.
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