Esiste un accessorio che puoi portarti dietro, e assicurarti così di avere la batteria del cellulare mai scarica. O quasi mai.
Si sa quanto io ami le metafore, e oggi ho raffigurato questa immagine per descrivere l'animo, la mente, tutta l'energia di Chi si dona senza mai aspettarsi nulla in cambio.
Il "power bank", appunto lo dice la parola stessa, è energia di riserva e va in soccorso del cellulare ai primi segni di cedimento. In qualsiasi momento, ovunque sia. Su un piano o penzoloni, alla luce del sole o al buio di un tunnel, ricarica e basta. E si dà per scontato che questo avvenga, sempre e ininterrottamente così che quando non serve, si ripone senza problemi, magari pure distrattamente chissà dove, fino alla volta seguente. Ma poi che succede? Tempo trascorre, non importa quanto, il telefono è di nuovo scarico, si va al recupero del "prezioso amico" e questo inaspettatamente tradisce. Non fa il suo "dovere", come è possibile? Semplice... è scarico. Aveva bisogno di nuova energia, corrente vitale da passare ad altro da sé.
Bisogna aver cura di tutto ciò che rappresenta aiuto, parziale o vitale, e se questo riguarda oggetti di uso quotidiano di cui non si può fare a meno, come non estenderne la necessità all'essere umano?
Certo si nota e si apprezza Chi dà anima e corpo al proprio simile, ma non ci si chiede mai quanta fatica ed energia siano impiegate perché l'Altro possa stare meglio, sentire meno la solitudine, persino riuscire a strappargli un raro sorriso. Occorre davvero tanto tanto impegno, e a volte ci scappa pure qualche delusione, e allora la carica arriva a zero.
Chi dà forza lo fa dando fondo alle proprie capacità, ma ci sarà poi Chi penserà ad inserire la spina nella presa giusta? Riflettiamo...
Si sa quanto io ami le metafore, e oggi ho raffigurato questa immagine per descrivere l'animo, la mente, tutta l'energia di Chi si dona senza mai aspettarsi nulla in cambio.
Il "power bank", appunto lo dice la parola stessa, è energia di riserva e va in soccorso del cellulare ai primi segni di cedimento. In qualsiasi momento, ovunque sia. Su un piano o penzoloni, alla luce del sole o al buio di un tunnel, ricarica e basta. E si dà per scontato che questo avvenga, sempre e ininterrottamente così che quando non serve, si ripone senza problemi, magari pure distrattamente chissà dove, fino alla volta seguente. Ma poi che succede? Tempo trascorre, non importa quanto, il telefono è di nuovo scarico, si va al recupero del "prezioso amico" e questo inaspettatamente tradisce. Non fa il suo "dovere", come è possibile? Semplice... è scarico. Aveva bisogno di nuova energia, corrente vitale da passare ad altro da sé.
Bisogna aver cura di tutto ciò che rappresenta aiuto, parziale o vitale, e se questo riguarda oggetti di uso quotidiano di cui non si può fare a meno, come non estenderne la necessità all'essere umano?
Certo si nota e si apprezza Chi dà anima e corpo al proprio simile, ma non ci si chiede mai quanta fatica ed energia siano impiegate perché l'Altro possa stare meglio, sentire meno la solitudine, persino riuscire a strappargli un raro sorriso. Occorre davvero tanto tanto impegno, e a volte ci scappa pure qualche delusione, e allora la carica arriva a zero.
Chi dà forza lo fa dando fondo alle proprie capacità, ma ci sarà poi Chi penserà ad inserire la spina nella presa giusta? Riflettiamo...
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