Ed è andata anche questa, ormai ho perso il conto da quando cominciai, all'inizio ogni tre mesi, poi numerose volte ogni sei, poi dopo otto mesi... ed ora? Credo la prossima mi toccherà tra un anno. L'esito dei raggi al torace è stato felice, non è una novità ma per me è gioia nuova, come fosse la prima volta, forse perché ho maggiore consapevolezza e il trascorrere del tempo "in quiete" mi pare gioia preziosa che possa venirmi sottratta. E non è pessimismo questo, ma procedere cautamente per non restare delusi.
Chiusa la parentesi saggia, però posso dirlo adesso. Sono felice. Sono felice perché ce l'ho fatta ancora una volta. Me lo ripeto sottovoce, l'ho scritto con gratitudine, ho condiviso la gioia con un accenno di sorriso perché fosse per Altri spunto e motivazione di speranza e non prova di ulteriore mio privilegio, ché io continuo ad essere nessuno che sempre più si convince di non tenere solo per sé quello che è donato, il famoso "strapuntino" di vita.
Stamattina avevo il cuore a mille prima di aprire la busta gialla col referto, poi c'ho infilato solo due dita per tirare fuori il foglio e leggere le prime due parole... non lesioni, e poi c'era un seguito ma non importava, perché nella negazione c'era tutto quello che desideravo, la certezza di continuare a...
Continuare a vivere i miei giorni... ad amare le persone... a scrivere... a ridere e gioire, a volte anche piangere per poi ritrovare il sorriso e ricominciare. E ancora la gratificazione del sostegno da offrire e pure da ricevere quando tra le righe se ne percepisce il bisogno, perché... è vero, capita anche a me, non sono sempre così forte come si crede e una mano che mi risollevi non la disdegno davvero.
Oggi mi è venuta estemporanea un'espressione, non so come mi vengano in mente certe immagini, ma tant'è che mi sono definita, "roccia di polistirolo", quella che trovi nel plastico di un trenino o in un presepio, ferma e indistruttibile all'apparenza ma al minimo urto riducibile in palline leggere al solo respiro. Però man mano che la gioia di un momento si consolida in serenità voglio vederla in altro modo, che quelle palline da roccia sgretolata si aggreghino insieme a formare "figura nuova", magari un cigno bianco in uno specchio di quiete. Per sempre.
Chiusa la parentesi saggia, però posso dirlo adesso. Sono felice. Sono felice perché ce l'ho fatta ancora una volta. Me lo ripeto sottovoce, l'ho scritto con gratitudine, ho condiviso la gioia con un accenno di sorriso perché fosse per Altri spunto e motivazione di speranza e non prova di ulteriore mio privilegio, ché io continuo ad essere nessuno che sempre più si convince di non tenere solo per sé quello che è donato, il famoso "strapuntino" di vita.
Stamattina avevo il cuore a mille prima di aprire la busta gialla col referto, poi c'ho infilato solo due dita per tirare fuori il foglio e leggere le prime due parole... non lesioni, e poi c'era un seguito ma non importava, perché nella negazione c'era tutto quello che desideravo, la certezza di continuare a...
Continuare a vivere i miei giorni... ad amare le persone... a scrivere... a ridere e gioire, a volte anche piangere per poi ritrovare il sorriso e ricominciare. E ancora la gratificazione del sostegno da offrire e pure da ricevere quando tra le righe se ne percepisce il bisogno, perché... è vero, capita anche a me, non sono sempre così forte come si crede e una mano che mi risollevi non la disdegno davvero.
Oggi mi è venuta estemporanea un'espressione, non so come mi vengano in mente certe immagini, ma tant'è che mi sono definita, "roccia di polistirolo", quella che trovi nel plastico di un trenino o in un presepio, ferma e indistruttibile all'apparenza ma al minimo urto riducibile in palline leggere al solo respiro. Però man mano che la gioia di un momento si consolida in serenità voglio vederla in altro modo, che quelle palline da roccia sgretolata si aggreghino insieme a formare "figura nuova", magari un cigno bianco in uno specchio di quiete. Per sempre.
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