A fatica si accettano i cambiamenti, che non avvengono quasi mai in modo lento e tranquillo. La subitanea modalità è al pari di un'onda diversa dalle altre che è principio di una mareggiata, e come questa il cambiamento arriverà alla fine a diventare bonaccia, lasciando dietro i segni di un grande turbamento. Ma il sole non sparisce dietro le nuvole, bisogna esserne consapevoli e andare alla sua ricerca, anche in una giornata come questa, in prevalenza nuvolosa con qualche raro squarcio. E' comunque gennaio, ed occorre adattarsi a ciò che la stagione invernale può offrire, una breve gita fuori porta, una passeggiata per i vicoli di uno dei borghi più belli d'Italia, ed " è Domenica se..." , questa Domenica decidiamo per Bovino.
Un piccolo paese che non manca di nulla, ha persino una villa comunale che pare il Pincio in miniatura, e sul fondo di questa una chiesa che fa parrocchia ma per la posizione accoglie Tutti coloro che cercano riparo dal freddo e ristoro quando è caldo. Una cattedrale che conserva all'esterno la beltà antica e internamente offre il candore di bianche pareti restaurate di fresco.
C'è ancora il presepe allestito, d'altra parte era Natale solo qualche settimana fa, e una piccola realtà si adatta piano al tempo che trascorre, tende a conservare gelosamente le calde emozioni, e le rilascia solo giorno per giorno per non perderne del tutto i benefici.
Risalendo verso il Castello Guevara e la Torre Normanna ci accompagnava il gracchiare dei numerosi corvi in concerto, e il profumo del muschio bagnato e della legna che arde. Contrasti che identificano certi luoghi montani, come il mutare brusco del tempo, sole e subito dopo nubi minacciose che comunque non fanno paura perché lì è normale, e vedi la gente che continua a passeggiare mentre i rintocchi delle campane segnano il mezzodì ed è ora di tornare. Tornare alle proprie case per il pranzo della festa, col ragù della domenica e la pasta fatta a mano, roba di altri tempi il cui ricordo scalda il cuore come quelle luci ancora accese in un presepio appena fuori del suo tempo.
Meravigliosa domenica di un "tempo ordinario".
Un piccolo paese che non manca di nulla, ha persino una villa comunale che pare il Pincio in miniatura, e sul fondo di questa una chiesa che fa parrocchia ma per la posizione accoglie Tutti coloro che cercano riparo dal freddo e ristoro quando è caldo. Una cattedrale che conserva all'esterno la beltà antica e internamente offre il candore di bianche pareti restaurate di fresco.
C'è ancora il presepe allestito, d'altra parte era Natale solo qualche settimana fa, e una piccola realtà si adatta piano al tempo che trascorre, tende a conservare gelosamente le calde emozioni, e le rilascia solo giorno per giorno per non perderne del tutto i benefici.
Risalendo verso il Castello Guevara e la Torre Normanna ci accompagnava il gracchiare dei numerosi corvi in concerto, e il profumo del muschio bagnato e della legna che arde. Contrasti che identificano certi luoghi montani, come il mutare brusco del tempo, sole e subito dopo nubi minacciose che comunque non fanno paura perché lì è normale, e vedi la gente che continua a passeggiare mentre i rintocchi delle campane segnano il mezzodì ed è ora di tornare. Tornare alle proprie case per il pranzo della festa, col ragù della domenica e la pasta fatta a mano, roba di altri tempi il cui ricordo scalda il cuore come quelle luci ancora accese in un presepio appena fuori del suo tempo.
Meravigliosa domenica di un "tempo ordinario".
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