E anche questa volta è andata. Le feste stanno scivolando via, granelli di sabbia nella clessidra del tempo. Ad ogni inizio d'anno, non so perché, si percepisce la loro preziosità e si vorrebbe trattenerne qualcuno quasi a rallentare la discesa. Non è senso di precarietà o timore di invecchiare e quindi finire, questo no, piuttosto godersi ogni giorno per quello che vale, frammento di vita per ognuno unico e speciale. Peccato che alcuni non ci pensano, e perciò capovolgono ed agitano tale clessidra senza tener conto che è unica e sola per Tutti. Quest'anno per me è andata così, è successo pure nel passato, per fortuna non sempre, comunque mediavo, ridimensionavo, ma stavolta è stato diverso... tutto amplificato. E ora provo un rinnovato disagio, un senso vago di perdita, vorrei resistere al magone che mi sale in gola ma è tanto, troppo difficile. Pazienza, devo avere pazienza, abituare la mente e il cuore a seguire un unico percorso, quello che mi vuole "innamorata" di me stessa, a "perfezionare" la mia condizione di serenità.
Uno spot pubblicitario un po' di anni fa metteva in evidenza, riferendosi ad un tipo di caramella, quanto fossero duri i tempi per i troppo buoni, beh... questo Capodanno, quasi a conclusione delle feste, ho constatato la veridicità di tale dolce metafora. Però, passato il primo momento tra stupore, stizza, ribellione, ne ho ricavato l'ennesimo insegnamento. Adeguarmi ancora ad un cambiamento e modificare leggermente l'approccio e il modo di relazionarmi. Sarà come violentarmi ma dovrò farlo per proteggermi, per la salute e gli altri rapporti in generale, perché il "distress" fa danni a largo raggio e come una ventola impazzita agisce per forza centrifuga, ovvero allontana dal centro di te stesso, facendoti apparire ciò che non sei. Così non ti riconosci, ti accorgi di sbagliare esagerando, finisci col disprezzarti. Questo non può essere, perché ciò che hai conquistato finisce al macero completo.
Mentre scrivo è già il secondo giorno dell'anno, non importa, sono ancora in tempo, e anche se fino a mezz'ora fa mi sentivo a metà, con la sensazione di non poter fare nulla per unire le due parti, ora consapevole più che mai, dico a me stessa... guarda avanti, non è nulla di diverso ma diverso sarà da oggi in poi il modo di procedere, perciò si volta pagina e... Buon Anno a me!
Uno spot pubblicitario un po' di anni fa metteva in evidenza, riferendosi ad un tipo di caramella, quanto fossero duri i tempi per i troppo buoni, beh... questo Capodanno, quasi a conclusione delle feste, ho constatato la veridicità di tale dolce metafora. Però, passato il primo momento tra stupore, stizza, ribellione, ne ho ricavato l'ennesimo insegnamento. Adeguarmi ancora ad un cambiamento e modificare leggermente l'approccio e il modo di relazionarmi. Sarà come violentarmi ma dovrò farlo per proteggermi, per la salute e gli altri rapporti in generale, perché il "distress" fa danni a largo raggio e come una ventola impazzita agisce per forza centrifuga, ovvero allontana dal centro di te stesso, facendoti apparire ciò che non sei. Così non ti riconosci, ti accorgi di sbagliare esagerando, finisci col disprezzarti. Questo non può essere, perché ciò che hai conquistato finisce al macero completo.
Mentre scrivo è già il secondo giorno dell'anno, non importa, sono ancora in tempo, e anche se fino a mezz'ora fa mi sentivo a metà, con la sensazione di non poter fare nulla per unire le due parti, ora consapevole più che mai, dico a me stessa... guarda avanti, non è nulla di diverso ma diverso sarà da oggi in poi il modo di procedere, perciò si volta pagina e... Buon Anno a me!
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