lunedì 9 febbraio 2015

MAI PIU' GIORNI SPRECATI

Emoticon heart 
Eh già, sono in dirittura di arrivo verso il quinto anno, e l'idea della lotta corpo a corpo con l'"animale" prende meno il giudizio di Chi mi incontra, osserva e ascolta.
Eppure... anche se mi si dice, "non temere", "è tutto a posto", o "procede bene", qualcosa resta, silente come un piccolo tarlo che opera e poi riposa.
Perché quando incappi in questa malattia ti resta addosso come una seconda pelle, ne senti l'odore, la sogni di notte. E per non farti sopraffare da essa, devi combattere, anche a muso duro se necessario, pure con le strategie più assurde. Un po' come faccio io che la sfido... la guardo negli occhi... la prendo di petto, e così... non ho la minima paura.
Anche quando ci sono giorni così come quelli appena trascorsi, sotto tono e di piena riflessione, quando riconsiderare il tutto è d'obbligo proprio per poter ricominciare.
Perché si deve riprendere e continuare.
La prossima settimana sarà di impegno estremo, con il gruppo ormai associazione arriveremo in TV per trasmettere anche da lì un messaggio di speranza e motivazione.
Poi ci saranno i turni in ospedale, i contatti telefonici e quelli nell'ambito di "CONTINUARE A..."... e in ultimo ma non ultimo, il libro che sto scrivendo.
Speriamo bene, perché non voglio deludere.
I giorni di riposo che mi tengono lontana da "chi mi appartiene" trascorrono per me in modo anomalo se pur nella perfetta normalità. Il sabato è tutto dedicato alle faccende domestiche, la domenica è dominata dai pensieri, pensieri che vanno e vengono, rivolti a un futuro di speranza, tanto da fare per stravolgere e smitizzare ciò in cui si è creduto troppo a lungo.
E continuo a... pensare ai giorni che saranno, quando mi ritroverò con "chi mi capisce", di cui "conosco" non "immagino" la fatica, la sofferenza e tutto il resto.
I giorni che sono a casa, sebbene siano proficui, vorrei lo fossero ancora di più... e a volte mi pare di gettarli via, nello stesso modo in cui "spazzo via", dimenticandoli, i foglietti del calendario.
Non voglio dimenticare ciò che ho provato né intendo sprecare il bene, la ricchezza di questi anni. Desidero che essa aumenti e così m'impegno senza sentirne il peso, perché è così quando ci metti tutto te stesso, quando ci credi e ti senti partecipe. A casa io continuo a... pensare alle persone cui tengo la mano, mi chiedo, chissà come si sente... la terapia... gli effetti collaterali... e l'esito di quell'esame? Speriamo sia andato bene.
E ancora...la prossima volta dovrò ricordare di aggiungere nella scatola delle caramelle quelle senza zucchero e alla liquirizia... sono un ottimo rimedio come la nausea...
Così tra questi pensieri spariscono le mie ansie, dimentico me stessa, un tempo malata, oggi raramente afflitta se ossessionata da ciò che è stato.
E solo qualche volta convinta di "spazzare via" i giorni migliori... quell'occasione in più... come foglietti di un calendario.

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