Qualcuno ha voluto non andassi via. Lui solo sa il perché.
Non sono "raccomandata" né privilegiata di immortalità. Arriverà anche per me, anzi ci penso infinite volte, perché quando l'hai sfiorata... la morte... non puoi non pensarci. E non vale dire... è logico, parli sempre della stessa cosa, stai sempre lì... senza sapere che parlandone, ridimensiono il problema... condividendo il percorso altrui, esorcizzo la paura.
La paura, forte che provo anche io ad ogni banale sintomo, un dolore alle ossa, un colpo di tosse... un piccolissimo rigonfiamento magari un brufolo, che appare subito come un nodulo camuffato. Senza contare i controlli di routine. Che ne parlo a fare? Non lo faccio neppure con Chi mi sta accanto, perché come do un accenno, "sbotta"... ma dai, "noi" siamo stati fortunati!
NOI?... magari lui è stato fortunato, perché ha vissuto la vicenda di riflesso, è stato protetto dal mio buonsenso e poi, poi tutto è passato ed ha ancora la moglie al suo fianco.
Come posso dirmi fortunata io? Solo perché... non sono morta?
E' vero, sono vicina al traguardo dei 5 anni, ma Chi può dire che cosa sarà a 5 anni e un giorno... un mese... un anno e più dopo?
Non c'è alcuna sicurezza di niente e per niente.
Sono arrivata a 61 anni... anche dopo aver vissuto un tumore, ma mi ritrovo mutilata nella mia femminilità e compenso questo pensiero considerando che la vita non è felice solo se mantieni tutte le "tue cose" al loro posto, ma pure se riesci ad adeguarti ai cambiamenti e guadagnarci.
Io ho perso una mammella e c'ho guadagnato sorrisi in cambio di sorriso e... caramelle, ove per caramelle c'è dolcezza ed empatia.
Tornare a casa ogni volta e sentirsi sazia... come al tempo mio.
Cucinare e dover aprire la finestra... come quei giorni miei, tre o quattro che fossero.
Andare a letto, e... pensare alle parole dette ed ascoltate. Chiedersi... avrò fatto bene, non avrò esagerato in "allegria" o al contrario, creato dei dubbi?
Sale il magone e pulsano le tempie... forse sto sbagliando tutto, pecco di arroganza "sventolando" il lasciapassare per un altro strapuntino di vita.
Poi il sonno piano piano mi prende e divento gentile con me stessa. Non posso negare le mie emozioni e rimandarle al mittente, devo sperimentarle ed onorarle. Un po' alla volta si placheranno e riuscirò a vedere ancora altre possibilità, risvolti imprevisti di un "privilegio" non sempre facile.
Non sono "raccomandata" né privilegiata di immortalità. Arriverà anche per me, anzi ci penso infinite volte, perché quando l'hai sfiorata... la morte... non puoi non pensarci. E non vale dire... è logico, parli sempre della stessa cosa, stai sempre lì... senza sapere che parlandone, ridimensiono il problema... condividendo il percorso altrui, esorcizzo la paura.
La paura, forte che provo anche io ad ogni banale sintomo, un dolore alle ossa, un colpo di tosse... un piccolissimo rigonfiamento magari un brufolo, che appare subito come un nodulo camuffato. Senza contare i controlli di routine. Che ne parlo a fare? Non lo faccio neppure con Chi mi sta accanto, perché come do un accenno, "sbotta"... ma dai, "noi" siamo stati fortunati!
NOI?... magari lui è stato fortunato, perché ha vissuto la vicenda di riflesso, è stato protetto dal mio buonsenso e poi, poi tutto è passato ed ha ancora la moglie al suo fianco.
Come posso dirmi fortunata io? Solo perché... non sono morta?
E' vero, sono vicina al traguardo dei 5 anni, ma Chi può dire che cosa sarà a 5 anni e un giorno... un mese... un anno e più dopo?
Non c'è alcuna sicurezza di niente e per niente.
Sono arrivata a 61 anni... anche dopo aver vissuto un tumore, ma mi ritrovo mutilata nella mia femminilità e compenso questo pensiero considerando che la vita non è felice solo se mantieni tutte le "tue cose" al loro posto, ma pure se riesci ad adeguarti ai cambiamenti e guadagnarci.
Io ho perso una mammella e c'ho guadagnato sorrisi in cambio di sorriso e... caramelle, ove per caramelle c'è dolcezza ed empatia.
Tornare a casa ogni volta e sentirsi sazia... come al tempo mio.
Cucinare e dover aprire la finestra... come quei giorni miei, tre o quattro che fossero.
Andare a letto, e... pensare alle parole dette ed ascoltate. Chiedersi... avrò fatto bene, non avrò esagerato in "allegria" o al contrario, creato dei dubbi?
Sale il magone e pulsano le tempie... forse sto sbagliando tutto, pecco di arroganza "sventolando" il lasciapassare per un altro strapuntino di vita.
Poi il sonno piano piano mi prende e divento gentile con me stessa. Non posso negare le mie emozioni e rimandarle al mittente, devo sperimentarle ed onorarle. Un po' alla volta si placheranno e riuscirò a vedere ancora altre possibilità, risvolti imprevisti di un "privilegio" non sempre facile.
leggere i tuoi post mi tranquillizza, comprendo sempre di più che non sono sola , non sono la sola a pensare e provare quello che provo, perchè lo ritrovo in quello che scrivi
RispondiEliminaAnnamaria
Ne sono felice, Annamaria... davvero.
RispondiEliminaSiamo insieme in una lotta senza fine. Con la tregua in tasca e il pugno stretto... per non mollare.
Un abbraccio, stretto anche questo.
Mary