Quando il buono c'è, non ci sono ostacoli grandi o piccoli che tengano. Le strade si spianano e i "posti" si trovano. E tutte le persone incontrate contribuiscono all'economia di quel "progetto" che prende forma indipendentemente dalla propria volontà.
Come da questo racconto... a inizio estate, un anno dopo la mastectomia...
Con l'arrivo della stagione calda per andare in ospedale prendevo sempre meno il mezzo pubblico, perché girare in città, soprattutto alle ore di punta, senza aria condizionata significava mettersi a rischio disidratazione, ipotensione ed accidenti vari, in modo che poi in ospedale ci sarei finita in autoambulanza e per altri motivi.
Così mi avvalevo della mia auto, munita di condizionatore, da poco riparato e potenziato... è vero, aveva i finestrini bloccati, ma non ci davo peso, l'importante era comunque "viaggiare freschi".
Il problema sorgeva però quando, arrivata a quell'ora del mattino, dovevo parcheggiare. Un'occhiata veloce... a destra niente... solo parcheggi preferenziali per disabili e mamme in attesa... a sinistra neanche a parlarne. Dopo un primo giro era la volta di un secondo, poi se baciata dalla fortuna, al terzo trovavo un posticino, ma talmente piccolo, angusto che a colpo d'occhio per sistemarci l'auto avrei dovuto calarla dall'alto. Ora... io non sono mai stata un asso del volante né tanto meno una che ha parcheggiato con una sola manovra in uno spazio di... più metri, quindi è immaginabile come potessi sentirmi, in ansia, confusa e nell'imbarazzo totale di fronte ad una difficoltà simile.
Una delle prime volte, per non bloccare il traffico sistemai l'auto così come "mi veniva". Di sbieco? Di traverso? Obliqua? No, diciamo pure decisamente storta, nel senso peggiore del termine, fuori dalla linea di parcheggio... un vero disastro!
" No, signora... la macchina la dovete aggiustare. Non per me, qua devono passare gli autobus e se non possono, vengono chiamati i vigili e poi... poi sono problemi vostri".
Cosa potevo fare? Mi venne un'idea immediata. Ma si, lo dico... non è una bugia.
" Scusa, ti posso chiedere un favore? Sono stata operata al seno... le manovre mi sono difficili... la macchina me la potresti sistemare tu?" "Signora, ma vi pare?!! Non ci pensate, faccio tutto io."
Eh sì, è proprio vero, "Lassù Qualcuno ci ama", e a me Qualcuno mandò un angelo al parcheggio.
Da quel giorno il "mio" posteggiatore quando mi vedeva, aspettava e sistemava l'auto... io lo ringraziavo e gli lasciavo sempre una piccola mancia.
Un giorno che ero più contenta del solito per questa "grazia", gli dissi... "Sei sempre così gentile...", e lui... "Di niente, signora. Siete voi molto gentile per me".
E ancora una volta mi sentii ricca... e un tanto di più.
Come da questo racconto... a inizio estate, un anno dopo la mastectomia...
Con l'arrivo della stagione calda per andare in ospedale prendevo sempre meno il mezzo pubblico, perché girare in città, soprattutto alle ore di punta, senza aria condizionata significava mettersi a rischio disidratazione, ipotensione ed accidenti vari, in modo che poi in ospedale ci sarei finita in autoambulanza e per altri motivi.
Così mi avvalevo della mia auto, munita di condizionatore, da poco riparato e potenziato... è vero, aveva i finestrini bloccati, ma non ci davo peso, l'importante era comunque "viaggiare freschi".
Il problema sorgeva però quando, arrivata a quell'ora del mattino, dovevo parcheggiare. Un'occhiata veloce... a destra niente... solo parcheggi preferenziali per disabili e mamme in attesa... a sinistra neanche a parlarne. Dopo un primo giro era la volta di un secondo, poi se baciata dalla fortuna, al terzo trovavo un posticino, ma talmente piccolo, angusto che a colpo d'occhio per sistemarci l'auto avrei dovuto calarla dall'alto. Ora... io non sono mai stata un asso del volante né tanto meno una che ha parcheggiato con una sola manovra in uno spazio di... più metri, quindi è immaginabile come potessi sentirmi, in ansia, confusa e nell'imbarazzo totale di fronte ad una difficoltà simile.
Una delle prime volte, per non bloccare il traffico sistemai l'auto così come "mi veniva". Di sbieco? Di traverso? Obliqua? No, diciamo pure decisamente storta, nel senso peggiore del termine, fuori dalla linea di parcheggio... un vero disastro!
" No, signora... la macchina la dovete aggiustare. Non per me, qua devono passare gli autobus e se non possono, vengono chiamati i vigili e poi... poi sono problemi vostri".
Cosa potevo fare? Mi venne un'idea immediata. Ma si, lo dico... non è una bugia.
" Scusa, ti posso chiedere un favore? Sono stata operata al seno... le manovre mi sono difficili... la macchina me la potresti sistemare tu?" "Signora, ma vi pare?!! Non ci pensate, faccio tutto io."
Eh sì, è proprio vero, "Lassù Qualcuno ci ama", e a me Qualcuno mandò un angelo al parcheggio.
Da quel giorno il "mio" posteggiatore quando mi vedeva, aspettava e sistemava l'auto... io lo ringraziavo e gli lasciavo sempre una piccola mancia.
Un giorno che ero più contenta del solito per questa "grazia", gli dissi... "Sei sempre così gentile...", e lui... "Di niente, signora. Siete voi molto gentile per me".
E ancora una volta mi sentii ricca... e un tanto di più.
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