domenica 2 marzo 2025

CORSI E RICORSI (n.85) (Che gran bella cosa la sensibilità)


Credo che pochi uomini amino mostrarsi poeti.

Sicuramente lo sono un po' tutti, sensibili a tal punto da commuoversi, eppure si trattengono, nascondendo l'aspetto più bello della loro umanità.

Ma è un'altra storia, quasi si perdesse in virilità.

Chi è accanto, di fronte o nei pressi vorrebbe recuperare qualcosa,  gustare ciò che non riesce a vedere solo per distrazione o  superficialità. Così forse perché costa fatica, rinuncia.

È una gran bella cosa la sensibilità, per Chi la capisce ed apprezza.

Perchè Chi è sensibile è pure mite, e sai quante se ne prende, ne accusa e non risponde?

Ma a che serve allora essere miti? Certe volte è così faticoso anche solo essere compresi...

Perché ad alcuni conviene tener su l'equivoco.

Sensibili e miti? È solo debolezza!

E la sensibilità invece è "dono" custodito nell'animo e non si ostenta, anche se a causa sua a volte si soffre, e pure tanto.

A qualcuno fu detto in tempi non sospetti...

Sei troppo sensibile... e quando raggiunse l'età della consapevolezza, si convinse che la sensibilità fosse un limite. Una carenza, un difetto. 

In realtà un difetto proprio no, forse non riusciva a gestirla, in modo che fosse pure grande risorsa.

Il vissuto poi fece da maestro, e in parte imparò ma per il resto continuò come la timida chiocciola che striscia piano, è lenta e silenziosa, poi avverte l'ostacolo e si ritira nel suo guscio dove trova rifugio e protezione.

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