Giorni di grande calura si alternano a brevi momenti di pausa, il sole alto e cocente di questo periodo ha bruciato tantissime foglioline del bonsai, il piccolo olmo cinese dei "miei 60 anni". Sono quattro anni ormai che muore e rinasce secondo i tempi giusti, ma che le sue foglie finissero arse non era mai successo. Quando ho visto le prime accartocciarsi e cadere ho pensato al peggio, forse mi avrebbe lasciato e questo pensiero mi ha rattristato.
Fu un dono a sorpresa di mia figlia, inaspettato perché da lontano, ed io in quel piccolo alberello avevo visto un augurio ma pure una metafora della mia vita. Da sessant'anni in poi... sempre più in rinascita. Finché avesse messo foglie e fosse stato in buona salute, sarebbe stato lo stesso per me. E adesso invece mi lasciava sgomenta.
Ho preso così ad osservarlo ogni giorno, più volte al giorno... tutte le volte che mi trovavo a guardare in quell'angolo del balcone che con cura gli avevo riservato, e non capivo. Le foglie arse aumentavano e il vento favonio, improvviso e caldo, completava l'opera. Le portava via in parte, mentre altre si raccoglievano in gruppetti sulla soglia, quasi a farsi notare, come chiedessero aiuto.
Credo ormai sia nota la mia passione per le metafore, ed ancora ne cercavo una in queste mie povere foglie che non volevano morire del tutto.
Sono stata anch'io una foglia minacciata dal sole, ripresa in tempo da ripetuti getti d'acqua ristoratrice, qualcosa perciò ho imparato. Per le foglie che non ce la fanno a resistere, maggiormente bisogna impegnarsi per quelle che saranno. Mai abbassare la guardia e nemmeno disperare, non concedersi soste e continuare a dar vita in tutti i modi. Cura e ristoro, tenerezza e tutto quello che può l'osservazione attenta. Perché se all'oscuro si è...
Ma quando un campanello allerta, non puoi anzi non devi zittirlo. Ora, subito può dipendere da te il ritorno alla normale tranquillità del momento.
Fu un dono a sorpresa di mia figlia, inaspettato perché da lontano, ed io in quel piccolo alberello avevo visto un augurio ma pure una metafora della mia vita. Da sessant'anni in poi... sempre più in rinascita. Finché avesse messo foglie e fosse stato in buona salute, sarebbe stato lo stesso per me. E adesso invece mi lasciava sgomenta.
Ho preso così ad osservarlo ogni giorno, più volte al giorno... tutte le volte che mi trovavo a guardare in quell'angolo del balcone che con cura gli avevo riservato, e non capivo. Le foglie arse aumentavano e il vento favonio, improvviso e caldo, completava l'opera. Le portava via in parte, mentre altre si raccoglievano in gruppetti sulla soglia, quasi a farsi notare, come chiedessero aiuto.
Credo ormai sia nota la mia passione per le metafore, ed ancora ne cercavo una in queste mie povere foglie che non volevano morire del tutto.
Sono stata anch'io una foglia minacciata dal sole, ripresa in tempo da ripetuti getti d'acqua ristoratrice, qualcosa perciò ho imparato. Per le foglie che non ce la fanno a resistere, maggiormente bisogna impegnarsi per quelle che saranno. Mai abbassare la guardia e nemmeno disperare, non concedersi soste e continuare a dar vita in tutti i modi. Cura e ristoro, tenerezza e tutto quello che può l'osservazione attenta. Perché se all'oscuro si è...
Ma quando un campanello allerta, non puoi anzi non devi zittirlo. Ora, subito può dipendere da te il ritorno alla normale tranquillità del momento.
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