Ascoltare il racconto di una storia dai risvolti incredibili, intima e dolorosa, guardare quegli occhi del colore del mare al mattino, quando si immerge il primo raggio di sole, può lasciare non solo senza parole ma altresì suscitare emozioni lontane e pensieri, estranei a tale narrazione, tanto da chiedersi... e adesso che cosa c'entra, da dove salta fuori tutto questo?
Credo sia per la Mente un modo di evadere, cercare distrazione, proteggersi per poi tornare sull' "argomento". Di recente mi è stato pure chiesto se... anzi, perché... scrivessi solo e sempre di cancro, beh... non è così. Il lettore attento che è pure osservatore accorto, segue con costanza e sa notare le fluttuazioni dell'animo, poi annota personaggi e differenze, si capacita alla fine che l'argomento, cancro è solo un punto di partenza per altro, un po' come fu sette anni fa per me sempre, riprendere la vecchia passione della scrittura e continuare a vivere senza pensarci. Sembra uno di quei tanti paradossi di cui è piena l'esistenza di ognuno, contraddizioni esplicative di certi atteggiamenti umani.
Così stasera mi è tornato in mente l'artista del piano bar che animava in pizzeria le serate dell'Associazione cantando con voce baritonale, non mollare mai, ritrovato poi in reparto per curarsi. Anche Lui. Un po' ammaccato ma con lo sguardo vivo e tenace, quasi ridente di sempre, perché se la Vita ad un certo punto si scorda di Te, non puoi fare altrettanto se non vuoi perderla.
Poco prima sotto casa era passata la solita auto con l'altoparlante al massimo e la musica paesana, interrotta ogni tanto dalla voce stridente del venditore di pannocchie. Ogni estate, non ricordo più neanche da quando, e questa ormai è diventata la tradizione del quartiere.
Certo che la Mente ne fa di associazioni strane di idee, in questo caso, ad esempio ho avuto grosse difficoltà anche io per l'interpretazione. Poi me ne sono data una verosimilmente valida.
Gli occhi del mare al mattino... e il suo colore pure cambierà col sole che si leva alto a mezzogiorno.
L'artista del piano bar... di sicuro mai avrebbe pensato di cantare per dare forza anche a se stesso.
Infine il venditore di pannocchie... sempre la stessa musica finché funziona, e poi...?
Per Lui, come per Tutti quella precarietà che si diverte a fare stalking e non abbandonare il campo.
Ma la partita della Vita continua, magari senza asso nella manica però mantenendo duro per non perdere almeno il resto delle carte.
Credo sia per la Mente un modo di evadere, cercare distrazione, proteggersi per poi tornare sull' "argomento". Di recente mi è stato pure chiesto se... anzi, perché... scrivessi solo e sempre di cancro, beh... non è così. Il lettore attento che è pure osservatore accorto, segue con costanza e sa notare le fluttuazioni dell'animo, poi annota personaggi e differenze, si capacita alla fine che l'argomento, cancro è solo un punto di partenza per altro, un po' come fu sette anni fa per me sempre, riprendere la vecchia passione della scrittura e continuare a vivere senza pensarci. Sembra uno di quei tanti paradossi di cui è piena l'esistenza di ognuno, contraddizioni esplicative di certi atteggiamenti umani.
Così stasera mi è tornato in mente l'artista del piano bar che animava in pizzeria le serate dell'Associazione cantando con voce baritonale, non mollare mai, ritrovato poi in reparto per curarsi. Anche Lui. Un po' ammaccato ma con lo sguardo vivo e tenace, quasi ridente di sempre, perché se la Vita ad un certo punto si scorda di Te, non puoi fare altrettanto se non vuoi perderla.
Poco prima sotto casa era passata la solita auto con l'altoparlante al massimo e la musica paesana, interrotta ogni tanto dalla voce stridente del venditore di pannocchie. Ogni estate, non ricordo più neanche da quando, e questa ormai è diventata la tradizione del quartiere.
Certo che la Mente ne fa di associazioni strane di idee, in questo caso, ad esempio ho avuto grosse difficoltà anche io per l'interpretazione. Poi me ne sono data una verosimilmente valida.
Gli occhi del mare al mattino... e il suo colore pure cambierà col sole che si leva alto a mezzogiorno.
L'artista del piano bar... di sicuro mai avrebbe pensato di cantare per dare forza anche a se stesso.
Infine il venditore di pannocchie... sempre la stessa musica finché funziona, e poi...?
Per Lui, come per Tutti quella precarietà che si diverte a fare stalking e non abbandonare il campo.
Ma la partita della Vita continua, magari senza asso nella manica però mantenendo duro per non perdere almeno il resto delle carte.
Nessun commento:
Posta un commento