venerdì 12 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.71) (Questa forza mia)

È cosa che faccio spesso, quando sono giù di tono, in casa vado alla ricerca di cose vecchie di cui sbarazzarmi.

Ne trovo sempre, residui di accumulo seriale, e poi sto meglio.

Così stasera ho fatto fuori una maglia dimenticata che dall'oblio ha ricavato due buchi, centrini senza forma, uno smanicato difettoso già alle origini. Poco dolore e alcun rimpianto quindi, e un po' di spazio ritrovato.

E ora sono tornata "forte".

Però... non so se sono veramente forte come voglio apparire o la mia è solo una maschera che mi aiuta a crederlo... 

Se forza è, comunque non è forza mia, lo so bene, ma devo "esistere" e "resistere", perciò sta a me continuare a non farle perdere vigore.

A volte però, soprattutto quando sono sola in casa, i pensieri cominciano a scorrere veloci come fotogrammi di una pellicola in accelerazione, e ricordi, paure, progetti mancati, speranze si susseguono senza pause e poi mi lasciano stanca. Tendo a piegarmi su me stessa, ma reagisco, alzo la testa e vado avanti.

Continuo ad andare avanti e mi convinco di essere forte. Lo penso io e lo pensano gli Altri, che ascoltano le mie "giornate speciali", scandite da un tempo senza ore, minuti, secondi...


Concludo. Forse "questa forza" è l'esito del gran lavoro per far emergere il meglio di me.


TRA I RICORDI (n.70) (Dominati? Mai)

 Finalmente cala serena la notte. Sono queste giornate impegnative, in più si affollano i ricordi, e alla fine la stanchezza prende il sopravvento.

Però niente potrà mai dominarci, meno che mai un fatto... un "accidente".

Ci penseremo ancora, è certo ma... ma pure che fosse, non sarà mai come "quella volta".

Impegneremo la consapevolezza per ricavarne risorse, e poi... sentirci liberi da ogni peso che grava sul Cuore.


E finalmente amare, amare ed essere in pace col mondo.

giovedì 11 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.69) (In una settimana...)

In una settimana tutto può cambiare.

L'aspettativa e l'ansia, l'attesa e la speranza.

Dovremmo ricordarlo sempre, e per questo vivere di istanti ogni santo giorno.

Così mi vien voglia d'estraniarmi dal mondo che pure amo tanto. Troppe chiacchiere inutili, tanto lamentarsi per nulla. 

Che cosa ho imparato da quel giorno in poi?

Ad essere flessibile, ad aspettare i tempi giusti, e a piacermi.

Flessibile come un giunco che si piega al vento, a tratti pure contrario, lo asseconda ma non si spezza.

Aspetto i tempi giusti, perché le belle cose richiedono tante ore e molti giorni per realizzarsi. Senza contare gli ostacoli e i contrattempi.



Ma quando si crede in qualcosa, nulla spaventa e niente stanca, e si va avanti con fiducia e spirito di adattamento.

E poi... mi piaccio, coi miei limiti, difetti tanti, mi piaccio perché sono unica nel mio genere e consapevole che ho tanto da imparare e per questo ancora parecchio da vivere.

E resto sempre "Io" al centro dei miei pensieri con la memoria di un tempo in una vita rinnovata in modo diverso, e i dubbi oggi non proprio passeggeri sull'immediato mio futuro che, per fortuna, sempre meno mi spaventa.

mercoledì 10 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.68) ("Ogni impedimento è giovamento")

Che dire?

Oggi mercatino di Natale sotto la pioggia, umore non proprio al top, in compenso incontri di quelli belli.

Poi il buon Dio sa, è vicino sempre e aiuta mandandolo a dire.

A proposito, conoscete il detto..."ogni impedimento è giovamento"?

Lo ha ripetuto un'Amica di quelle belle, al momento giusto, anche se inconsapevoĺe.

A causa di un valore sballato, Lei ha visto spostata la data della prossima terapia, ed io...? A me i promemoria sono sempre necessari per continuare a...

E tornando al detto, che cosa suggerisce?

Anche gli ostacoli e le difficoltà possono essere visti come opportunità di crescita, di cambiamento o di beneficio inaspettato. A volte, un intoppo può salvare da conseguenze negative, dare tempo per riflettere o aprire la strada a una situazione ancora più favorevole. 

Riepilogando...

Non tutti i contrattempi sono necessariamente sfortuna.

Un ostacolo può portare a qualcosa di positivo, insegnando qualcosa di importante o conducendo a un bene maggiore.

Un imprevisto può portare a un cambiamento di rotta che si rivela più entusiasmante di quello originario. 


Perciò speriamo sempre. Oltre un cielo minaccioso c'è sempre il sole che aspetta.


lunedì 8 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.67) (Infinitamente "grazie")


  È come aver corso senza fermarsi e qualche ostacolo avesse imposto uno "stop" all'improvviso.

Allora sarà guardarsi intorno e notare che nulla è cambiato, gli alberi nel cortile, il cielo, la notte mai troppo buia e Il mattino chiaro pure senza sole.

Combinazione perfetta di elementi che sembra fatta apposta per Te.

Così è da stamattina che ci penso. Quante volte abbiamo detto, diciamo grazie?

Quanti giorni abbiamo concluso facendo bilanci di gratitudine della Nostra vita?

"Un altro giorno sta per andare

e io sono felice

di aver incrociato

il Tuo cammino,

qualsiasi cosa succeda,

so che sta qui la bellezza della Vita".   

- Carlo Bramanti -


Il Passato è maestro.

Le varie esperienze insegnano e Chi vuol apprendere comincia dal piccolo mondo intorno.

La bellezza delle piccole cose, delle parole giuste per sapiente scelta, la bellezza dei sentimenti nelle relazioni, soprattutto queste, da coltivare e mantenere vive.

Ogni giorno è un dono per cui ringraziare, poi ci sono le difficoltà da affrontare, i problemi da risolvere e tanti pensieri, tanti davvero.

Dire "grazie" alla fine è sollievo, atto di umiltà sincero...

Grazie alla vita che mi dà l'opportunità di riflettere quanto amore posso ricevere se mostro di averne bisogno.

Grazie a Chi non dimentica il mio nome... grazie a Chi mi dona un abbraccio o una carezza.

Grazie per questo strapuntino di vita, per cui ho capito quanto devo essere grata qualunque cosa sarà.

domenica 7 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.66) (Propositività a lungo termine)


La sveglia fissata per stamani alle 6,30 poi in realtà ho aperto gli occhi molto prima.

Eh già, quando un pensiero pressa, in automatico installa il pilota automatico.

Stendo un piede, un dolore acuto mi impone una smorfia che nessuno vede.

Poco importa, devo fare in fretta. Ho quell'appuntamento non consueto ma importante, dal cui esito dipenderanno i miei giorni prossimi venturi.

È proprio vero. Nella vita le prove non finiscono mai. Cominciamo dalle elementari, e via facendo si arriva che ne manca sempre una, quella della laurea per la vita.

Mi muovo velocemente e continuo a pensare, un po' su, un po' giù come spesso succede a Noi, "tumorati di Dio".

Però non si può pensare sempre alla stessa cosa, non si può temere all'infinito, occorrono pause anche brevi per ricaricarsi di ottimismo, cercare l'occasione per una risata pure ricorrendo ai ricordi, e poi spostarsi più avanti coi pensieri, ovviamente "propositivi".

I pensieri propositivi sono più che positivi, fatti di progetti diventano generosi dispensatori di speranza.

E infine non guasta l'ironia, sdrammatizza e non è mai vana, soprattutto quando l'oggetto/soggetto siamo Noi. Perché tornare a ridere di se stessi sarebbe come sempre un toccasana a lento rilascio.

Giusto ciò che serve per paturnie senza fine.

TRA I RICORDI (n.65) (Aprirsi all'altro e trovare consolazione)

 

 

All'incontro GAMA odierno, " Il Coping basato sulla spiritualità".

La Spiritualità si può accostare alla religiosità ma non certo identificarsi con essa. Resta comunque qualcosa di imprescindibile nell'essere umano, che nelle difficoltà e nella malattia in essa trova "consolazione", ovvero la sua "interezza".

Condivido la mia testimonianza, tra le altre di stasera, tutte sentite ed efficaci.

Se posso darle un titolo sarebbe...

LA CASA SENZA FINESTRE

Uno sgabello sulla sedia, col rischio di cadere e farsi male sul serio. Questo per essere all'altezza, e non si ha nemmeno una scala o si pensa di non averla, di quelle normali assai comuni.

È così che mi sento a volte, inadeguata e priva dei più semplici elementi per arrivare... dove vorrei, almeno a capire.

Eppure tutto è sotto gli occhi, soprattutto chiusi, riflettendo.

E l'anima così appare come una "casa senza finestre", grande abbastanza per tanti sentimenti ma priva di quella "luce" che serve ad illuminarli e della possibilità che dall'esterno siano visibili.

Allora... perché tanto affanno?

Me lo chiedo e a tutti i costi cerco una risposta.

Ed è strano che nel preciso momento in cui mi pongo la domanda, questa mi arrivi pronta, immediata, con una telefonata per la prima volta e inaspettata.

"... riconosci la mia voce?!... sei la prima persona che ne è stata capace senza averla mai sentita. Ti chiamo per anticiparti i miei più affettuosi e sinceri auguri per l'anno che verrà. Che sia migliore per tutto, perché di tutto abbiamo bisogno, di salute, bontà e sorrisi e tanto altro. 

Noi non siamo diversi da quelli con cui ci rapportiamo e d'altra parte uguali sono anche Loro per Noi, ma poiché siamo esseri umani c'è sempre qualcuno che sembra lasciare nel Cuore un'impronta più profonda. Tu... per me sei così... lasci un tocco pulito..."

E la mia casa ad un tratto ha le finestre, in verità le aveva anche prima, ma preferiva lo scontato e lo stantio piuttosto che affacciarsi su un cortile chiuso e disadorno che comunque a ben vedere poteva riservare sorprese.

Chiedete e vi sarà dato, disse Qualcuno. Aprite perciò le finestre da ogni lato, che  entri il sole del confronto, l'Amore.


sabato 6 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.64) (E un altro dicembre sarà)

Il mese di dicembre con me parla "strano". 

La Mente allora si oppone.

Per proteggersi si fa furba, e da tutto prende le distanze o quasi.

E l'animo? In verità può ben poco, perchè raccoglie i ricordi che la Mente intende tener lontani, e poi ci sono le emozioni di quel tempo e le attuali che sono pure di tutto rispetto.

Ma perchè non posso godermi in santa pace questo periodo di luci e colori?

"Il primo foglietto del mese di dicembre, staccato lentamente dal calendario, mi creò una strana inquietudine..."

L'inquietudine fu per me il primo sintomo, ma pure l'input alla ricerca del nuovo.

Ho compreso che occorre spazio per accogliere il "nuovo", ché dia calore all'anima e colori i pensieri.

Così se solo penso a quel che ero una volta ed ora non sono più, mi viene proprio da pensare di essere protetta e guidata da quel Qualcuno che vuole tutti stiano bene, e non solo in salute. E forse c'è pure un legame tra le due cose.


Così oggi come quindici anni fa, aggiorno il calendario e spero...

1°Dicembre ... primo giorno dell'ultimo mese dell'anno.


venerdì 5 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.63) (Le ciabattine rosa)

La Vita a volte per scuotere dà spinte assai violente, improvvise e inaspettate.

Sta a te reggerti forte per non cadere o rialzarti in fretta.

Come qualcuno dice... ok, barcollare... ci sta, però mai mollare.

Immagina. Hai un appuntamento importante, il solito, niente di nuovo, ma comunque ti organizzi per fare in fretta, non vuoi fare aspettare e poi... hai da fare, sempre da fare e quindi vuoi tornare a casa presto.

Guardi le tue ciabattine rosa. Sono nuove, belle larghe per stare comoda e poi alleviare qualche doloretto ai piedi. A pensarci... hai anche pianto per questo, stupidamente, come bambina che non ha mai provato altro.


Guardi le tue ciabattine rosa, le lasci l'una accanto all'altra, in ordine, poi indossi le scarpe. Chiudi la porta, le lasci alle spalle.

E stranamente pensi... chissà se le ritroverò così come le ho poste.

È una cosa stupida da pensare, ma vuoi credere sarà così, al tuo ritorno e sempre.


TRA I RICORDI (n.62) (Siamo tutti sotto lo stesso Cielo)


Giornata strana. Senza il suono della sveglia perchè avevamo dimenticato di rimetterla, ci siamo levati già in affanno, e così è continuato.

Recupero in corsa, almeno fino a stasera, ora accomodata a mettere giù qualche pensiero. Perchè giorno non c'è che non richieda un'elaborazione concreta per farne tesoro.

La giornata come sempre si conclude in riflessione.

Siamo tutti sotto lo stesso cielo, e a quel Cielo sia pur nella speranza, tendiamo.

Non dobbiamo temere, soli non siamo.

Alcuno sgomento nella consapevolezza.

Personalmente spesso testo il mio stato d'animo, confido nella "mia preghiera preferita" e poi... poi trovo la serenità di Chi si affida.

Come è stato pure oggi, poichè non saremo mai pronti ad affrontare un cambiamento.

Per fortuna la speranza non abbandona mai, e col suo esserci aiuta non poco a guardare coi suoi occhi...

"Se io avessi una botteguccia

fatta di una sola stanza

vorrei mettermi a vendere

sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!”

Per un soldo ne darei

ad un solo cliente


quanto basta per sei.

E alla povera gente

che non ha da campare

darei tutta la mia speranza

senza fargliela pagare"

Gianni Rodari -

Stasera quindi chiudo così, nella speranza che la notte sia comunque compagna serena verso la luce.


mercoledì 3 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.61) ( "I falsi gelsomini")


 Dopo due anni è tornato a trovarci in un interessante incontro il giornalista/poeta Nino Abate. Naturalmente padrona indiscussa, la poesia, espressione emozionale della realtà, forma di scrittura fortemente terapeutica.

Spesso non si dà alla poesia il giusto valore, quasi fosse opera di fantasia, ma per dirla come Eliot, condiviso dal nostro contemporaneo, il filosofo Massimo Cacciari,

la Poesia non è l'espressione immediata di un'emozione, è un'emozione "esatta",  proprio perché reagisce alla critica che le è immanente. Proprio perché è chiamata a "giustificare" la propria "necessità". Di quale necessità si tratta? Essa consiste in ciò che la Poesia mostra, esprime.

Dell'incontro di stasera che cosa ho portato a casa? 

Oltre alla definizione di poesia come emozione esatta, i "falsi gelsomini" e "il grande viaggio".

Come titolo a queste mie righe adotterei proprio, "i falsi gelsomini", dall'inebriante profumo, intrecciati ai cancelli di quartiere, citati in una poesia di Nino Abate. Quasi una metafora di qualcosa che tutti ignorerebbero se non fosse per l'intensità del suo esserci.

E il grande viaggio? È quello a cui ci si appresta quando la propria strada diventa sempre più breve.

Inevitabile la commozione, non si sa come nè quando, ma conviene prepararsi fiduciosi in Dio.

Insomma in potenza siamo tutti poeti. Nell'ambito delle parole che conosciamo, possiamo formulare un pensiero che descrive un sentimento, un'emozione e poi sentirci leggeri, liberi.


martedì 2 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.60) (Fare per non pensare)

Ovvero "coping orientato al compito", ma anche dedicarsi, creare per rilassarsi e sedare l'ansia.

Ripenso ad un incontro di qualche tempo fa con un paziente che si dilettava creando con il rame bouquet di fiori, e poi ai presepi artistici di un'altra Amica, e viene naturale considerare quanto sia terapeutica la creatività...

"C'è una fonte della resilienza: è nella tua mente, nei tuoi talenti, nella creatività che porti nella vita. Quando impari ad attingere a questa sorgente, avrai davvero sconfitto ciò che ti vorrebbe perdente".

(cit.)

La Creatività può essere considerata a giusto merito una risorsa.

Quanto bene fa?

A giudicare da certi esiti, risulta grandiosa terapia di supporto.

La creatività. Mi cimento anch'io.

Scrivo per diletto e per infondere speranza,

per condividere la vita, la mia che poi non è così diversa da quella altrui, coi momenti difficili, tra gioie, preoccupazioni, un dolore importante, una caduta e una rinascita.

Colmo di poesia gli spazi liberi. Ogni volta metto un punto e vado a capo o volto pagina per ricominciare.


Sono sufficienti pochi minuti per cogliere ed apprezzare l'entusiasmo creativo di qualcuno mai incontrato prima. 

Sarà per l'immediata sintonia che rende se non uguali, simili esseri umani assai speciali.


lunedì 1 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.59) (Ritrovarsi... ricordare... resilienza... rinascita)


  Dopo anni ritrovarsi non proprio per caso, accomunate dalla stessa esperienza.

Ricordare i vecchi tempi, antichi proprio, quelli dell'infanzia per la precisione, e percepire che quel che accade è sempre per uno scopo.

È successo a Noi, a me e alla sorella di una collega, tramite quest'ultima ritrovarci in tre stamane a raccontarci.

Le paure per un ritorno di malattia ridimensionate dalla condivisione dei ricordi.

Le nostre mamme, compagne di scuola, in seguito compagne per la vita, continuarono a frequentarsi e a mettere in comune tanto. Esperienze, pomeriggi insieme, e risate, un mondo di risate. E noi figli sempre con loro, gioiosamente insieme.

Stamattina abbiamo ricordato lunghe serate invernali, colorate e serene. Di festa qualunque giorno della settimana fosse. 

L'infanzia quasi sempre rappresenta l'oasi felice dell'esistenza. I ricordi legati a quel periodo sono di conforto nei periodi difficili, perchè riportano vivi gli stati d'animo da bambino, quando il passato è solo ieri e il futuro il giorno dopo.

Una strada lunga, facili incroci. Un tempo senza limiti.


TRA I RICORDI (n.58) (Ottima compagnia)

 

 Può capitare di sentirsi soli anche se in compagnia. A me successe una sera, e quella sera stessa decisi di scrivermi una lettera.

Lo feci anche per fare chiarezza in me, in un momento di confusione, mentre mi sentivo sbagliata del tutto e responsabile di tutto, pure di quella solitudine. 

Dovevo sapere se in effetti era così o il contrario, lo feci e qualcosa di più compresi.

Non fu comunque fatto isolato. Ancora ogni tanto metto giù qualche nota di merito o rimprovero, giusto così come carezza o tirata d'orecchi.

Poi rileggo e mi ritrovo più spedita perché ricaricata di positiva obiettività.

Verificata la bontà della cosa, ecco la mia proposta... perché non lo fai anche Tu?

Invece di arrovellarsi tra sensi di colpa e momenti di stizza, farsi vittime o carnefici, perché non mettersi serenamente in discussione, ben decisi verso una meta/soluzione?

Serve conoscere ogni "briciola" di ignoto che è parte di Noi... tutto non si scoprirà, ma quel minimo sarà l' "infinito" percepito in un istante.

Allora... che cosa aspetti? Prendi carta e penna, oppure lo smartphone e nello spazio "note" racconta.

Gli eventi e le emozioni, le aspettative e le apparenti sconfitte... come vorresti che fosse la Tua vita, come vorresti essere Tu.

E non dimenticare di farti l'augurio più bello... quello che duri da oggi per tutto il tempo che sarà.

Prova, e se Ti va condividi col gruppo la Tua lettera, per intero o una parte, 

il resto che non vuoi mettilo tra parentesi in serbo per Te con la semplicità dei sentimenti.

Senza timore o pudore però ricorda che siamo barche sullo stesso oceano, sempre in cerca dell'approdo prima con se stessi.


domenica 30 novembre 2025

 "HO DAVVERO PAURA DI COME QUESTO CANCRO CAMBIERÀ LA MIA VITA"


La Malattia è un evento (s)travolgente, affrontarla nel migliore dei modi può risultare difficile, e da questo (coping) potrebbe, anche se solo in parte, pure dipendere l'esito finale.

Medici ed infermieri ricoprono un ruolo importante, e uno studio riguardo loro rileva come sia valida la capacità di creare opportunità empatiche partendo dall'emozione del momento della Persona presa in carico.

"Ho davvero paura di come questo cancro cambierà la mia vita".
Come rispondere a questa affermazione/ emozione creando o suscitando un' "opportunità empatica"?

Di sicuro non contrastando un'assoluta verità poichè già al momento della diagnosi qualcosa cambia, quando molte certezze cadono.

Mostrare comprensione e concreta e silenziosa vicinanza potrà essere una soluzione dal momento che annulla così l'inevitabile senso di solitudine.

Ma prima di arrivare a  questo occorrerà:
- Riconoscere l'emozione
- Validarla
- Normalizzarla riportando al paziente esempi di esperienze simili alla sua.
- Elogiare gli sforzi
- Incoraggiare all'espressione, invitando a raccontarsi.

Durante l'incontro alcuni interventi hanno sottolineato l'importanza della comunicazione, fatta di informazione nella giusta modalità.

Una paziente poi, conclusa da un mese la terapia, racconta il proprio dramma della perdita dei capelli, il suo "non riconoscersi", gli sforzi per accettarsi non vani anche con l'aiuto dei volontari.

In questo terzo incontro GAMA dell'anno, qualche cenno alla necessità fortemente sentita da Chi si ammala, di "dare un senso" all'accaduto.

In conclusione immagini della tcnica del Kintsugi.
Il Kintsugi è un'antica arte giapponese di riparazione della ceramica che non nasconde le rotture, ma le valorizza. La tecnica consiste nel ricomporre i frammenti rotti utilizzando una lacca (urushi) e riempiendo le crepe con polvere d'oro, d'argento o platino. Questo processo rende l'oggetto riparato ancora più prezioso e unico, trasformando le cicatrici in elementi di bellezza, e ha anche un profondo significato filosofico legato all'accettazione delle imperfezioni e alla resilienza. 

sabato 29 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.57) (Ospitali per tutta la vita)

Le mie letture spaziano in ogni dove, soprattutto cerco spunti di riflessione per andare oltre e poi tornare grata a me stessa.

In particolare sono gli scritti all'apparenza semplici a catturare la mia attenzione. Trovo sempre, a ben vedere, qualche insegnamento...

La Locanda   


L’essere umano è una locanda,


ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.


Una gioia, una depressione, una meschinità,


qualche momento di consapevolezza


arriva di tanto in tanto,


come un visitatore inatteso.


Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!


Anche se è una folla di dispiaceri


che devasta violenta la casa


spogliandola di tutto il mobilio,


lo stesso, tratta ogni ospite con onore:


potrebbe darsi che ti stia liberando


in vista di nuovi piaceri.


Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia,


vai incontro sulla porta ridendo,


e invitali a entrare.


Sii grato per tutto quel che arriva,


perché ogni cosa è stata mandata


come guida dell’aldilà.

- GIALAL AD-DIN RUMI


-

Che altro dire se non che la vita va presa come viene nella sua interezza, con la consapevolezza che un motivo c'è sempre.

Nessun evento, neanche il più triste va scartato, cestinato, al massimo occuperà un "angolo" nascosto della memoria, e quando ogni tanto tornerà alla luce, integro come appare, ci rammenterà la Nostra di integrità.

Poichè siamo il frutto delle nostre esperienze, e i ricordi documentano il loro passaggio.

Con questa "buonanotte", essenza di speranza, a domani... con tutto il mio Cuore ♥️


giovedì 27 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.56) (Sensibile? Si... ma responsabile)

La sensibilità è un dono prezioso e raro. Chi è sensibile sente il doppio e in anticipo, sente la pioggia prima ancora che gli cada addosso e sente le urla di chi piange in silenzio; chi è sensibile non ha bisogno di spiegazioni inutili, preferisce un abbraccio muto

.- Dumitru Novak -

Mi reputo dal buon intuito, dicono io sia empatica. E poi... quanto sei sensibile!

Quest'ultima cosa mi fa pensare, la Sensibilità è una grande responsabilità.

A volte limitante, spesso vissuta come un peso. 

Perché porta a guardarsi intorno, quindi impossibile far finta di niente, e a guardarsi dentro, senza raccontarsi bugie.

Generalmente della sensibilità si tiene poco conto, tirandola in ballo solo se necessaria a giustificare.

Poi un giorno si scopre tutto un mondo a sé, quello delle Persone sensibili, che sono pure attente, curano i modi e le parole, perché spesso fragili e sempre vulnerabili, non vogliono ferire. 

Peccato che per Loro non sia riservata uguale premura.

La Sensibilità invece è "dono" custodito nell'animo e non si ostenta, anche se a causa sua a volte si soffre, e pure tanto.


martedì 25 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.55) (Reciprocità)


 Reciprocità. 

Trovo questa parola rassicurante, come dire mutuo aiuto o non essere mai soli.

La si percepisce là dove nessuno si meraviglia mai di vedermi, e dove tutti parlano lo stesso, identico linguaggio, fatto non solo di dolore ma anche tanta forza e speranza. 

Sono bandite le banalità, ben accette invece, la gioia e la voglia di vivere che si esprimono pure con la risata discreta e comunque mai inopportuna, nonostante il luogo e le situazioni.

Nascono vere e proprie relazioni, le cose più belle a cui l'uomo può dar vita, fatte di reciproci scambi e di grandi ricchezze, per un'opportunitá di crescita importante.

Relazioni che si nutrono di ascolto e silenzi, si colmano di amabile benevolenza.

Alla base una buona "comunicazione", essere giusti con la parola e nei tempi.

E poi trasmettere quella "poesia" che ogni uomo è, ermetica o di facile comprensione, da elaborare o immediata, comunque sempre di metro diverso. 

Ed è così che ci si dona momenti, anche solo istanti di serenità. Si vive.


TRA I RICORDI (n.54) (Amore dai cento sapori)



 

Incuriositi? 

È chè stavolta devo cominciare da quello che potrebbe essere il "titolo" di questi miei pensieri.

Oggi dal reparto la mia collega ed io siamo andate via più tardi del solito. Eravamo in buona compagnia, e il tempo è volato.

Una paziente gioiosa, un marito favoloso, per di più giovane e dalle mille amorevoli attenzioni.

Siamo tutti a conoscenza di quanto oggi sia difficile trovare un uomo così, escludendo pure la categoria dei "patologici nati", quelli che temendo ad oltranza  persino la propria ombra, in questi casi si dileguano.

Certo, ci sono uomini accudenti, servizievoli, come ce ne sono di donne altrettanto, ma a quest'ultme è come fossimo abtuate, e le diamo per scontate.

Ma torniamo a quel marito favoloso, tuttofare di precisione, chef a cinque stelle, perchè anche questo fa, cucina. 

Per passione o per amore? Per entrambe le cose, e lo fa così bene che una sola foto di un suo piatto fa tornare la fame dopo un pranzo da dodici portate.

E poi... poi la storia del loro amore è dolce, un incontro non casuale, un "mi vuoi sposare" inusuale, ad un passo dal cielo. 

E Lei che dice...

Come si può dire di no a chi ti chiede sull'Empire State Building di diventare sua moglie? E allora... si,  certo... per tutta la vita.


 


lunedì 24 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.53) (Pausa e ripresa)


Ci sono pause che non si cercano, il viaggio interrotto, e la sensazione di tempo fermo per sempre.

Poi si riprende ad andare, a tratti stentatamente, come per la ruggine o dei rovinosi massi a caso, imprevedibili lungo il percorso.

Finalmente si riparte quasi spediti, a tal punto che sembra non essersi fermati mai.

Pura illusione, svelata di buon mattino, quando appena levati sembriamo zombi in vacanza.

La vita è così, tra l'illusione del "giovani dentro", e speranza di renderla per l'eternità.

Perché Speranza è anche una vita spesa bene, che al termine è come non finisse mai e non lascia tristezza intorno.

Stasera l'ultimo pensiero della giornata è di gratitudine, due Amici hanno attraversato la tempesta, timorosi e fradici hanno superato momenti difficili, ed oggi sono pronti per riprendere il cammino, mai soli.

domenica 23 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.52) (Il "dono")

Il "dono", desidero cominciare con questa parola, a volte abusata ma che sempre riporta alla speranza.

La vita è un dono, anche al di là del credo religioso. 

Nasci senza renderti conto, esisti cercando sempre risposte, muori e ancora una volta senza renderti conto.

Tutto estremamente naturale.

La malattia può essere un dono se te ne rendi conto. Affronti le cure, e durante il percorso. tieni duro. Sei consapevole che tutto può finire in quella occasione, ma lanci una sfida e poi sia quel che sia, comunque sia.

Ogni giorno siamo accanto a chi mai rinuncerebbe alla vita, nonostante la sofferenza, la noia degli appuntamenti, il "dubbio" di farcela o meno.

Per tutto questo... scusate, il gesto delle gemelle Kessler non lo comprendo.

Si parla di suicidio assistito, e la cosa mi mette addosso infinita tristezza.

Un'azione inconsulta. Ancora di più perchè ragionata, decisa, programmata.

Avranno avuto le loro buone motivazioni, comunque io non condivido.

Loro, libere e determinate, sono andate fino in fondo.

Dignitose, coraggiose ce l'hanno fatta ad andare oltre la naturale evoluzione della vita.



sabato 22 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.51) ("Ho davvero paura di come questo cancro cambierà la mia vita")

Come rispondere a questa affermazione/ emozione creando o suscitando un' "opportunità empatica"?

Di sicuro non contrastando un'assoluta verità poichè già al momento della diagnosi qualcosa cambia, quando molte certezze cadono.

Mostrare comprensione e concreta e silenziosa vicinanza potrà essere una soluzione dal momento che si annulla così l'inevitabile senso di solitudine.

Questo ed altro durante il terzo incontro GAMA dell'anno, con qualche cenno anche alla necessità fortemente sentita da Chi si ammala, di "dare un senso" all'accaduto.


A domani, e intanto notte serena in attesa di un nuovo giorno da vivere sempre e comunque.

TRA I RICORDI (n.50) (Sul far della sera)

 


Quando sul far della sera le ombre numerose offuscano la luce, io sono particolarmente contenta.

Con calma e gentilezza accompagno i pensieri negativi fuori, scrivo e poi lascio spazio ai sogni.

È stata una domenica di ricordi, fatti ripetuti ma sempre in qualche modo nuovi, molto ascolto.

Ora mi aspetta la notte per il riposo, mi servirà per metabolizzare il vissuto odierno e farne tesoro.

Non si può disperdere al vento bene così prezioso. Vedrò di comprendere dove ho sbagliato perché errori anche involontari non mancano mai. Sarò fiera di me per quel po' di saggezza che mi ritrovo.

Mi correggerò perché, umilmente consapevole dei limiti, possano ancora nascere azioni sempre positive. 

Così non avrò sprecato della mia vita l'insegnamento più grande, arrivato all'ultimo quarto.


venerdì 21 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.49) ("Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto")

Cartelle cliniche ammucchiate su un alto scaffale prima di essere accantonate per sempre, forse finire al macero.

Non poteva andare così, erano state persone, lacrime e sorrisi.

Da allora ogni anno almeno un ricordo dedicato a loro.

Procedere insieme per un tratto di strada, cercando di rendere meno duro il cammino. Come dire... sono qui e soffro con Te e con Te piango.

Poche parole a sintetizzare lo spirito del nostro "esserci".

Non servono infatti tante parole per sollevare dalla sofferenza, Noi volontari lo sappiamo bene, sicuramente serve però la "presenza", esserci per un sorriso, una carezza... restare accanto.

Oggi si rifugge da qualsiasi sofferenza, si rifiuta il dolore e non si tiene conto che fanno parte della vita che così va vissuta nella sua pienezza. Dio sarà presente nei momenti belli e meno belli, spettatore gioioso o supporto prezioso. In sostanza si tratta di vivere ogni realtà della nostra esistenza e ogni attimo del tempo "nel Signore". 

Non grandi cose alla fine ci vengono chieste, essere insieme, restare accanto, condividere l'amore che ci fu donato. Farne eredità tramite ricordo sereno.


Con la celebrazione di stasera abbiamo ricordato le persone incontrate durante il servizio di volontariato e che non ce l'hanno fatta. Abbiamo ricordato e pregato. Di sicuro ognuno di noi presenti, avrà avuto un pensiero particolare, qualcosa di speciale da dedicare a Chi non c'è più, poi preghiere e pensieri in modo corale saranno giunti là dove si rinasce per l'eternità. 

Che cosa portiamo a casa stasera? Tutto questo e le parole del celebrante. Quello che ci unisce a Chi non è più. Una dimensione speciale, l'Amore. L'Amore di Dio è cosa vera, e le cose vere sono sempre per sempre. Per noi un promemoria direttamente da lassù. Il sentire la pienezza di questo Amore infinito.


martedì 18 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.48) (Benedetta ironia)


  A volte se non sempre l'ironia è parte della terapia.

Perché l'accetti, oppure l'accogli ciò che arriva, che poi è la stessa cosa, muta solo una leggera sfumatura nei termini, ma è così.

E una cicatrice diventa a guardarla in modo giusto, uno "smile" o una strizzatina d'occhio.

Quindi conviene accomodarselo addosso, l'accidente, e abituarsi presto con una certa leggerezza.

Giorno dopo giorno adattarsi ad un' "altra normalità".

Per questo una battuta pronunciata da Chi per sé ormai non può fare più nulla oltre che sperare suona come "formula magica".

Come magica è l'ironia di chiunque non vuole arrendersi all'evidenza, e l'adotta come strategia.

Perché alla fine niente è evidente finché non è provato.

Benedetta sia quindi l'ironia.

Manipola la paura, l'elabora come perdita, la trasforma.

L'esorcizza.

E così sia.

"L'ironia è una dichiarazione di dignità. È l'affermazione della superiorità dell'essere umano su quello che gli capita".

- Romain Gary -

TRA I RICORDI (n.47) (Rimedio universale)

 


13 Novembre giornata dedicata alla Gentilezza, impareggiabile rimedio. Lingua universale.

Oggi più che mai penso non sia mai troppa, fa bene, riduce ansia e timori... fa sentire amati. 

E procede in "doppio senso non alternato", ovvero vantaggio per Chi la dona e Chi la riceve.

Se fosse presente a tutti i livelli, questo mondo andrebbe certamente meglio pur con l'imperfezione e gli errori umani. Si riuscirebbe persino ad accettare l'eventuale incertezza del futuro, se gentilmente presentata... non sarebbe incoscienza ma propensione ad aprire uno spiraglio alla speranza.

La gentilezza è proprio un dono di quelli più importanti che aggiustano una vita mentre sta crollando o aiutano a trovare il verso giusto per la lettura di un foglio lungamente alla rovescia.

Vero è che non è del tutto gratuito, al bisogno di appoggio ci si predispone con umiltà, e l'arroganza resti fuori, lontana anche solo per necessità.

In un continuo perfezionamento di stile poi maggiore è la gentilezza con cui ci si porge al prossimo, altrettanta se ne riceve. O almeno così sembra. 

Reale o apparente comunque porta ad uno stato di benessere e di pace, per cui non ci sono beghe di sorta e tutto è risolvibile.

Concludo con un pensiero di Madre Teresa di Calcutta...

"Preferirei commettere degli errori con gentilezza e compassione, piuttosto che operare miracoli con scortesia e durezza".n̈

Alleniamoci ad essere gentili, senza stancarci. Non avremo mai da pentircene.

domenica 16 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.46) (Per una vita che continua)

Una vita continua nonostante la diagnosi di un tumore, una vita continua dopo un intervento, diciamo pure invalidante.

Due eventi che hanno visto il GAMA OdV fare da tramite per la ricerca e la solidarietà.

Nell'aula didattica di Medicina Interna Universitaria del Policlinico Riuniti, alla presenza del direttore generale dott. Pasqualone, dell'assessore regionale alla salute dott. Piemontese sono stati consegnati 17.000 euro donati dalla COOP 3.0 a favore della ricerca sul tumore prostatico, e i "cuscini farfalla", realizzati dalle allieve della docente Maria Assunta Brescia per le donne operate al seno.

Queste iniziative, negli ultimi tempi sempre più numerose, assumono grande valore. Al di là del "dono" rivelano sensibilità alle problematiche della malattia che per tanta "cura e premura" si ridimensiona a "parentesi di vita".

La speranza infatti in terapie sempre più mirate in fase precoce per quanto riguarda


 il tumore maschile più frequente, rende questo meno temibile, e la carezza del cuscino farfalla al solo pensiero dona sollievo ad un braccio dolente dopo l'intervento al seno.

Gli interventi illuminanti del prof. Landriscina, direttore del reparto di Oncologia Medica, dell'assessore e del direttore generale hanno creato un clima disteso, fiducia e sorriso hanno reso questo momento un'autentica festa.

Un grazie particolare va al dott. Giannelli di Puglia Senza ostacoli, ente di formazione dedito al sociale, alla nostra presidente Raffaella e al dott. Antonio Petrone, psicologo che arriva dritto al cuore, non sbaglia mai.

TRA I RICORDI (n.45) (Nei ricordi oggi come allora)

Un congedo atipico, avrei voluto scrivere della bella mattinata trascorsa, di due eventi che ci hanno colmato di orgoglio, ma si sa, la Vita spesso impone delle pause forzate comunque necessarie...

La mamma di una nostra Amica è volata in Cielo. 

Conobbi madre e figlia quando la prima era in terapia. Mi legai molto ad entrambe e tante belle conversazioni occuparono il Nostro tempo.

La Mamma resta sempre il riferimento più importante, anche quando fisicamente non è più.

"Quando di Te avrò bisogno, ti penserò.

E mi raggiungerai nei ricordi, e mi cullerai come una volta"


Scrissi queste righe quando venne a mancare la mia mamma.

Stasera le dedico alla cara Amica, ché possa ripeterle ogni volta che quasi senza accorgersene pronuncerà la parola più bella del mondo... mamma.

mercoledì 12 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.44) (Amore che salva)

Siamo umani, e per fortuna consapevoli di non bastare a Noi stessi, ci dirigiamo verso un "centro" ideale come attratti da forza magnetica, l' "energia" che abbraccia e protegge.

Così non fosse, non avrebbe senso l'essere al mondo. Se fossimo "monadi" non potremmo comunicare, se fossimo "isole sconosciute" finiremmo sul fondo per uno tsunami e nessuno ne avrebbe notizia.

Non è così, ed è tutt'altra "formula", vincente.

Umili nel chiedere, fiduciosi nella risposta, e grati sempre, perché dalla gratitudine giunge l'aiuto che serve.

Una preghiera...

Non restiamo isolati, ma stringiamoci stretti e uniti.

Non siamo isole.

Se ognuno è immerso in vasta, potente Energia, giusto sarà che Tutti Insieme

faremo Arcipelago d'Amore.


Amore che cura...

Amore che guarisce...

Amore che salva.

martedì 11 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.43) (Oltre le nubi, solo l'Azzurro per sempre)


La Nostra vita di ciò deve essere testimonianza.

Quando mia madre volò in Cielo mi fu chiesto...

Scrivi tu un bel pensiero per la nostra mamma? Trovi sempre le parole giuste per ogni occasione.

Riguardo le parole giuste... beh, bontà loro.

Per l'occasione, non avrei mai voluto viverla, figurarsi scriverci sopra. Comunque sorvolai sulla cosa perché mia madre meritava tanto, non solo perché "mamma", soprattutto per l'umiltà che aveva caratterizzato l'intera esistenza ed ogni Sua azione.

Così presi la Bibbia, e dopo varie ricerche la mia attenzione si focalizzò su un versetto...

... alla morte di un uomo si rivelano le sue opere. (Siracide: 11, 27-28)

Perché in effetti così era stato. Molte persone a noi sconosciute vennero dopo a "raccontarci" Nostra madre.

Si può arricchire di significato la propria vita disponendosi ad amare gli altri, a creare qualcosa che dia uno scopo, un senso.

Si può morire fisicamente ma non del tutto. Si tratta di creare la vita dentro la vita e riempirla di fantasia e poesia, amore e dedizione.

Siamo qui Tutti di passaggio, non come meteore impazzite, bensì comete a indicare la via.

Fosse Dicembre o altro mese, così sia.

TRA I RICORDI (n.42) (Dedicato a... un figlio dei Nostri)

Eh già... per i figli il nostro amore mette le ali.

L'orgoglio di un loro successo, la tenerezza


nel ricordarli piccoli e poi sempre più grandi fa sentire in alto davvero.

Giorni così diversi dal solito, densi di affetto speciale per condividere la gioia di un traguardo, far sentire vicinanza e amore, che loro schivano per una sorta di pudore.

Da genitore, fiera dei propri figli, credo che quando hai consapevolezza del Tempo, inconsciamente non hai tempo da sprecare e invece molte buone parole da spendere per un figlio, comunque sia.

Perché i nostri figli sono così come sono, veloci ad inseguire il tempo perché non sfugga loro un minuto.

Ma va bene cosi, noi cercheremo sempre di star dietro per sostenerli, aiutarli, gratificarli.

È bello adeguarsi ai cambiamenti, davvero aiuta, e nello specifico migliora anche i rapporti perché tutto si rimette in gioco.

E allora...? Buona Vita e tanti successi ai nostri figli, e per quanto riguarda noi domani torniamo alla consueta realtà. Perché lo avete visto, io ci sono sempre, per ogni momento di vita vissuta.

lunedì 10 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.41) ("Io non butto niente")


Venerdì, con la spesa settimanale le prime vere clementine della stagione.

Colori e profumi segnano il passo alla nuova stagione che avanza, e sbloccano ricordi solo sopiti nella mente.

Stasera tra i tanti...

"Io non butto niente", perché questa era l'espressione ricorrente in ogni discorso. Lei non buttava via mai niente, e in questo inconsapevolmente trovava motivazione di speranza.

"Io non butto niente, conservo persino i noccioli di limone, mandarino e arancia. Poi nei vasi, coperti di terra.  

Mi chiedono... ma che Te ne fai di piante che non danno frutto? A me piacciono, uso i semi e non li butto, e poi... quando vedo spuntare la piantina in germoglio... beh, mi sento davvero rinascere!"

E così ogni volta che creava una pianta, viveva un breve momento di "onnipotenza" perché in un certo senso rinnovava la vita.

Una volta mi disse che per Natale aveva in progetto un nuovo presepe. Non come al solito sul camino, ma su un alberello storto che aveva visto in campagna. Lo teneva d'occhio da tempo e non lo perdeva di vista, al momento giusto avrebbe mandato uno dei figli a prenderlo e solo allora i familiari avrebbero saputo che cosa intendeva fare. 

E in attesa di quel periodo di festa, intanto...? Continuava col ricamo e la maglia, l'uncinetto e il cucito. Giornate di intensa e frenetica attività.

Questa era la Sua vita. Lei non buttava via niente, soprattutto il tempo concessole dal buon Dio.

sabato 8 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.40) (Quanto vale il nostro tempo?)

È una dote ed un talento, un bonus a disposizione ma a scadenza...


Aiutami ad essere una presenza sicura,

a cui ci si può rivolgere

quando lo si desidera,

ad offrire un'amicizia riposante,

ad irradiare una pace gioiosa...   

(Bruno Ferrero)

Sono consapevole che il Tempo passi veloce ed inesorabile, lasciandosi dietro solo tracce di momenti.

Un tempo credevo poter essere serena dopo aver lavato i vetri di casa una volta alla settimana. Ero certa fosse così, perché il dubbio solo che dovessi allungare i tempi mi dava ansia.

La Vita allora alla malattia "allegò" un "avviso di garanzia... e a questo punto il dubbio fu un altro, aver sbagliato tutto. Così capovolsi la mia "credenza", e il dubbio diventò certezza. E cambiai priorità.

Ho 72 anni e molti acciacchi già da tempo, ma non ho tempo per pensarci, preferisco sorvolare a favore della luce e trasparenza


nell'esserci per l'altro con spontaneità. Senza strafare, con discrezione, rispettando il ruolo di volontaria. 

Essere accanto per Chi vuole, quando vuole.

Considerando quel che fu ed ora è per me...

Il nostro tempo vale nella misura in cui lo si investe. Prestando o donando, comunque non solo per sé.

venerdì 7 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.39) (A mente lucida e serena)


  Ieri solo qualche rigo perché a volte le emozioni sfiancano e privano delle parole.

Sono tanti gli anni in campo e molti di più quelli di vita per cui avere l'intuizione felice di poter esserci per tutti, e poco dopo percepire a pelle che probabilmente non basto già a Chi è molto vicino, non aiuta neppure me stessa. 

Perché mi vedo riflessa nelle storie che ascolto, mi rivedo nell'età dei miei figli, sono tutt'uno con le preoccupazioni di Chi amo da una vita, convinta di poter avere sempre la parola giusta per confortare, il consiglio adeguato per le situazioni complicate.

Così la scorsa notte mi sentivo presuntuosa a tal punto che per non svergognarmi avrei voluto lasciare i consueti pensieri in bianco.

Dacci poco peso... poi mi son detta... tu hai tanta di quella pazienza!

È vero, però a volte mi soffermo sulle "analisi di testo", è un difetto del mio carattere, e mi si ritorce contro.

Ed è il "grigio" della mia storia, almeno di una parte, mentre dimentico il resto, quel vissuto forte di cui ho fatto un film. Il rifugiarmi tra le righe scritte, scrivere un finale, tenerlo aperto a più possibilità.

Al termine di una giornata più intensa delle altre, quando per alcune storie cerco evoluzione diversa, e altrettanto spero per la conclusione, grata comunque per la possibilità al momento di continuare.

Ogni giorno come l'ultimo...

e tante "briciole" di Vita da salvare.

TRA I RICORDI (n.38) (Giornata di intense emozioni)

Volti nuovi, antiche conoscenze.

Per me ogni volta è come ripercorrere il noto sentiero. Ed è bisogno di quiete per rielaborare e poi riprendermi.

Nasce l'essere umano per lasciar traccia di sé.

Non passa come un giorno qualunque.

Restare indifferenti alla sofferenza è perdere una grande opportunità.

Specchiarsi in essa è riuscire a vedere la propria immagine migliore.


Aspettando l'alba di un giorno nuovo.

giovedì 6 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.37) (Dedicato alle persone che amano l'Amore)


 

In questi anni e nel noto ambito ho conosciuto tante persone, tutte restano nel Cuore. Poi basta poco, un profumo, una canzone, persino una notizia di cronaca, ed ecco qualcuno tornare alla mente.

Sto pensando a qualcuno, cui dedico questi miei pensieri.

Quando si vive con Amore e per amare, si viene al mondo e pare subito una favola bella.

Poniamo che si intenda l'Amore in senso lato, sentimento bello e incondizionato, se ce ne fosse molto di più il mondo sarebbe salvo, senza gratuita cattiveria e precarietà.

L'Amore era l'argomento consueto delle nostre conversazioni. Un sorriso appena accennato, e tanta dolcezza nelle parole.

Restavo incantata da Lei che parlava, consapevole e mai amareggiata.

Diceva dell'amore che lega due persone, quello vero che nasce dal sentimento e non ha bisogno di tante cose.

Basta che il Cuore faccia il suo, batta forte quasi per due, e poi impari ad andare incontro alla Mente e a leggerne i pensieri.

E ancora... dell'Amore eterno, quello che matura nel tempo, durante le stagioni della vita.

Nasce col primo fiore, si trasforma come natura vuole, posa e pare dorma tenendoti per mano... sempre così continuando, fino all'ultima delle stagioni.


Tanto amore, l'eredità lasciata da Antonia ai Suoi cari, e anche a me, perché più delle parole fanno i fatti ed il sorriso, sempre e nonostante tutto.

TRA I RICORDI (n.36) (L'ALDILÀ è un posto triste?)

Sono mancata tutto il giorno perché ho voluto restare coi pensieri e i ricordi.

La morte non è niente, naturalmente un passaggio, e forse neppure così brutta come la si dipinge...

"Dal 2007 faccio terapie chemio e radio e sospendo solo per alcuni mesi. Il massimo della sospensione è stato un anno. La mia malattia è curabile, ma inguaribile per cui come finisco una terapia me ne preparano subito un'altra per tamponare. Fino a quando finiranno o le terapie o le mie forze fisiche e poi naturalmente anche quelle mentali. Un giorno pensavo proprio a questa fine e come sarebbe stata e non stavo molto su di morale, anzi... e stavo sul mio letto di ospedale a fare la chemio e tutta 'sta roba mi frullava tristemente nella testa. Questa testa troppo lucida per i miei gusti. Comunque, mentre ero immersa arriva una donna con una caramella in mano e io penso... ma come la caramella? Io sto pensando a cosa dovrò mettere il giorno della fine e questa donna parla di caramelle? Chissà perché si chiamava e si chiama come colei che tutte le volte che faccio la domanda: MAMMI'... ma come sarà la mia fine?... lei risponde in un altro modo. Quella caramella e quel parlare mi hanno ridato il sorriso e la gioia di andare ancora avanti pur sapendo che dovrò andare via, ma chi lo dice poi che l' ALDILA' è un posto triste?"

Questo è il racconto di Assunta, una delle


molte Amiche incontrate in questi anni.

Sinteticamente parlava della malattia, forse troppo lunga e dolorosa da raccontare, e infatti a che cosa sarebbe servito rinverdire i ricordi della sofferenza? Meglio era certamente aprire un "varco" alla speranza, riscoprendo anche in un gesto semplice magari banale la "gioia della quotidianità", fatta di cose normali, parlare pacato e soprattutto di "sorrisi".

Nei Nostri incontri non mancarono mai.

Potevamo non vederci o non sentirci a lungo, ma poi arrivava sempre il momento e in una volta sola recuperavamo tutto il tempo.

"... è fisiologico per me il bisogno di sentirti almeno...", mi diceva, ed io constatavo che era proprio così anche per me.

Mi aveva dato tanto... non potevo non piangere.

Da allora ho continuato ad andare. È naturale.

Perché non è mai la fine, le "persone belle" non muoiono mai e ad Assunta quel giorno dissi solo... ciao.

Come ogni volta.


Mai addio a chi portiamo nel cuore

     (cit.)

martedì 4 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.35) (Feriti dalla Vita... guaritori per volere di Dio)

La solennità di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti sono l’occasione per riflettere sul senso della vita e su ciò che le dà pienezza.

Sono soprattutto esempi di come la Grazia possa operare quando la fede e l’abbandono sono totali e incondizionati, nonostante ostacoli che possono sembrare insormontabili. 

Molti Santi hanno vissuto la malattia come prova e si sono poi resi strumenti di misericordia e di guarigione a loro volta.

Chi vive la malattia come opportunità anche solo di crescita, quindi ha modo di realizzare il progetto per cui ognuno è stato creato.

Essere l'uno per l'altro.

"Il guaritore ferito" è un individuo che, avendo vissuto esperienze di dolore e sofferenza, sviluppa una profonda empatia e capacità di aiutare gli altri. 

La vulnerabilità derivante da ferite personali, diventa una risorsa fondamentale per entrare in risonanza con altri che vivono la sofferenza.

Il guaritore ferito non è immune al dolore, ma proprio attraverso la sua sofferenza può comprendere e relazionarsi meglio con il dolore altrui. 

Alla base dovrebbe "saper ascoltare", non solo le parole ma anche i silenzi, ascoltare senza formulare giudizio, magari non pensando alla propria storia come ad unità di misura per dolore, coraggio...

Essere attento verso l'Altro con


la discrezione del "toccata e fuga", in armonia col Suo sentire e il distacco da lucida consapevolezza.

TRA I RICORDI (n.34) (Ed ecco... Novembre)

  Va via Ottobre, col Nostro ciclamino, i fiocchi rosa, propositi nuovi e tante cose da fare.

E mentre ovunque continuano incessanti allegri "dolcetto e scherzetto" che, si approvi o meno, fanno stagione, ricordo la piccola lanterna a forma di zucca dei miei bambini. 

I ricordi riportano indietro ma non fanno tristezza, merito di quel raggio di speranza che crea nuovi riflessi e fa brillare gli occhi di luce diversa.

Complice anche il pensiero che il Passato è passato, il Presente passerà, sta già passando, e comunque sia, un nuovo inizio aspetta.

E si affaccia Novembre. Sono i primi giorni di novembre dedicati alla memoria


.

Al ricordo dei propri cari, ma anche di Chi, incrociando il Nostro cammino, ha lasciato un segno.

Consapevoli dei pregi e dei difetti a monte, siamo alla fine l'esito degli esempi ricevuti e delle esperienze vissute.

Per tutto questo quindi sempre grati.

lunedì 3 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.33) (Un bel pensiero in dono)

Anche quest'anno giornata di sole per il Nostro ciclamino.

Cosi abbiamo svagato la mente, ricreato gli stati d'animo per qualche ora.

Perché alla fine non è che serva chissà che cosa. Nello specifico un tavolino, qualche locandina e tanti colori, e serenità è.

E poi incontrarsi di nuovo, progettare e sognare. 

Usufruire del poco, gioire dei colori, e del


sorriso di Chi ci apprezza.

Personalmente mi sono conquistata poi un paio di baci al volo e un dolce ricordo.

Facciamo sapere una volta tanto quando il "bene" accade.

Non solo il brutto, il male e il peggio devono far notizia, ma pure la gioia, rara o piccola, come il ciclamino donato ad ogni paziente oggi in trattamento.

Che bel pensiero avete avuto per noi... ha esclamato una paziente uscendo.

Voi volontari siete meravigliosi.

Perché fino a quando ci sarà un sole che si fa strada tra le nuvole, e una luna a rischiarare il buio, varrà sempre la pena ricominciare.

È stata perciò una mattinata proficua. 

Il Nostro è volontariato di qualità, non punta ai numeri ma alla sostanza delle relazioni, e oggi ne abbiamo avuto testimonianza, tra Noi e tutte le persone che si sono avvicinate al banchetto inizialmente per curiosità e poi hanno acquistato.

Possiamo considerarci perciò soddisfatti, anche questa giornata si conclude in attivo.

sabato 1 novembre 2025

TRA I RICORDI (n.32) (Resilienti come...)


Se non fossimo resilienti fino a sfinimento ne avremmo da contare e raccontare, magari pure con qualche lacrima.

Domani però per Noi sarà la giornata del ciclamino, il fiore più resiliente che c'è, e ovviamente toccherà celebrarlo... che ne dite?

Allora facendo ordine tra le priorità.

Bisogna accettare ciò che arriva con animo



 propositivo.

Del resto c'è altra scelta?

Rimandare indietro non si può, prendersela in modo eccessivo non conviene.

E allora che si fa?

Si va avanti, accogliendo tutto, girando pagina, dando spazio ai cambiamenti vari ed eventuali.

Pregando e sperando, chiedendo aiuto magari, perché gli Altri non possono sapere ciò che ti cruccia, di che cosa hai bisogno, che cosa vorresti fosse fatto per Te.

Propositivi, ecco... lo saremo sempre. Ognuno come può, comprendendo quanto possibile sia resistere alle stagioni avverse.

venerdì 31 ottobre 2025

TRA I RICORDI (n.31) (Donare gratitudine)

Lei oggi mi ha accolto con un... Ti aspettavo. Finalmente!

Possibile averle promesso qualcosa, e poi dimenticato?

Scusa... ho replicato.

Perché scusa, scusa di che? Ti aspettavo, è vero, perché ho preso dei pensierini per tutti, anche per te.


Per me?! hai detto... mi commuovi.

Si, perchè quello che fate merita tanto. Il mio è solo un pensiero... e poi mi fa stare bene.

E Noi dobbiamo pur fare qualcosa per prendere le distanze da questo momento... o no?

Donare gratitudine... che gran risorsa. Anche nella sofferenza, soprattutto nella sofferenza.

Soffrire non significa smettere di vivere. 

Non significa smettere di ridere, o impedirsi di essere contenti delle piccole cose, o degli avvenimenti felici. O di "innamorarsi" della gente.

Tutte queste cose esistono ancora, non hanno smesso di esistere e bisogna riuscire a vederle, magari non da soli.

Pure se la mente a tratti da esse rifugge, fingendo di non vederle.

La Vita è per la vita. Non lo dimentichiamo.

giovedì 30 ottobre 2025

TRA I RICORDI ( n.30) (Ancora sull'empatia)


Secondo incontro GAMA, ancora sull'empatia, partendo dalla definizione...

L'Empatia e la capacità di comprendere e condividere in modo consapevole i sentimenti, le emozioni, i punti di vista degli altri, mettendosi nei loro panni, senza però confondere le proprie esperienze con le loro.

Sono stati condotti studi riguardanti empatia ed ambiente medico. Se e quanto l'atteggiamento empatico possa essere considerato parte della cura.

Conservo ancora quel foglietto che mi fu dato come testimone per una staffetta d'umanità...

" ...vi sono qualità al di là della pura competenza medica, delle quali questi pazienti hanno bisogno e che cercano nei loro medici. Dal medico essi vogliono essere rassicurati, considerati e non solo esaminati. Vogliono essere ascoltati. Vogliono percepire che vi è una grande differenza, invero, per il medico, se essi vivono o muoiono. Vogliono sentire di essere nei pensieri del loro medico".

( Cusin 1982 )

Ho visto medici con gli occhi lucidi quando si sono ritrovati inermi, come pure l'arroganza fare presa su qualcuno che dimenticava di curare la Persona e non la malattia.

Una delicatezza che va oltre la cura, è prendersi cura, regalare speranza. Una minuzia che fa grande differenza.

Un' ideale medicina "antropocentrica" o umanizzazione della medicina che guarda ai bisogni in generale dell'uomo e si preoccupa di soddisfarli.

Un medico che approccia con un "come stai?" e non "come va?" o addirittura in silenzio leggendo le carte, fa una grossa differenza.

Perché non si vuole essere dimenticati, comunque vada a finire la cosa, e d'altra parte anche il medico stesso resta nei pensieri come un amico, una spalla su cui piangere, una mano da stringere per prendere forza.

lunedì 27 ottobre 2025

TRA I RICORDI (n.29) (Propositiva comunque)


Finalmente tace ogni rumore intorno, è silenzio dentro.

Diciamo... per il ritorno aĺl'ora solare avrei potuto dormire un'ora in più, e invece stamane ero ben sveglia molto prima del solito perché i gatti non avevano rimesso il proprio orologio.

Comunque umore giusto, buona lena, poi mi sono persa per strada.

Rifletto... per quanto io sostenga di essere intoccabile, dalla volontà ferma, poi basta poco per far andare storta la mia prima domenica di ora solare.

Va be' pazienza, in ogni modo la mattinata è trascorsa, e anche il pranzo non proprio domenicale ma saporito uguale, è andato.

È stato nel pomeriggio, ché pareva già sera inoltrata, quando ho preso a pensare.

L'imbrunire che diventa buio all'improvviso è come il precipitare della vita.

Si crede sempre aver tempo avanti per tutto, e poi può capitare non ce ne sia abbastanza.

Cosa saggia sarà vivere incombenze e gioie sul momento, e mai più rimandare.

È chiaro, è solo un pensiero così, di quelli che vanno gentilmente accompagnati fuori dalla mente.

Io sto a metà, e non me lo posso permettere, perché mi colmo di tossicità.

Sono creativa, mi rifugio nella nostalgia, prego, sto in casa e penso.

Poi prendo a ripetere a me stessa...


Non aver paura,


comunque vada.


Non aver paura


come un mantra o un "ritornello" tra un'azione e l'altra, 


quando mi vedo in lacrime o stento a prendere sonno, 


e non so perché... o forse, si... conosco il motivo.


Calma ed equilibrio, io al centro e il resto poco messo a fuoco.


Essere presenti a se stessi, sempre.


Perché l'unico nemico da temere è proprio la Paura.

TRA I RICORDI (n.28) (Sale comune e sapienza ordinaria)

Eppure ero sicura di averne, di certo non tanto ma abbastanza.

Perché come fare senza?

Tutto insipido, decisamente sciapo, accettabile solo da Chi abituato non è alla giusta misura.

Qualche periodo pure ci sta, tra le cento cose da fare, puoi dimenticare, e ti accorgi che ne sei scarso e cerchi di rimediare.

E poi starai ben attento a usarne quanto basta.

Il sale e la sapienza sono necessari, ma occorre non esagerare. Se tanto del primo il cibo non è mangiabile, in quanto alla sapienza a volte è meglio non sapere.


La vita è bella se ha sapore, gusto, non si tratta di conoscere tante cose, ma di vivere ciò che la rende veramente umana.

sabato 25 ottobre 2025

TRA I RICORDI (n.27) (Sempre e comunque alla vita che amo)

Da quando ho girato la boa dei 70 anni penso tanto a questa mia vita. 

È un po' che la sento più precaria di quel che è, e come non bastasse mi percepisco insofferente dentro.

Per cui viene naturale chiedermi...che cosa tratterrò e quanto lascerò andar via?

Da "lungosopravvivente" non posso non essere concreta, è come farsi scudo per proteggersi, non illudersi.

Al termine di questa giornata vissuta tra ricordo e speranza faccio il resoconto dalle "corde tese" oltre misura della mia sensibilità. 

Quindi... lascerò andare l'ipocrisia, l'incoerenza, e l'indifferenza. 

Tratterrò invece due cose belle.


Il palese affetto incondizionato di uno dei miei sei gattini.

Perché... mi si mette accanto e mi osserva e poi stabilisce sempre un contatto, e questo io non l'avrei mai pensato.

La seconda cosa è legata ai messaggi che in questo periodo non riesco ad inviare ogni giorno, però sto pensando a qualcosa per rimediare.

Tra "up" e "down" resto comunque alla "vita che amo". È fatta di storie, persone e tanta speranza.

Al solito è molto tardi, ma non posso staccare, smorzare luci senza dirvi grazie, abbracciarvi tutti e augurarvi una serena notte.