sabato 20 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.96) (Il diritto di non soffrire)

Secondo appuntamento con il corso per i volontari, tra gli altri il tema che maggiormente prende nel profondo, le cure palliative, il diritto a non soffrire. E in quest'ottica, proprio perché è un diritto, il paziente deve sentirsi "coinvolto", e nessuno potrà decidere cosa sia meglio per lui. Negli ultimi anni, e in particolare dal 2010 si parla e si tratta il difficile argomento del Dolore, quello con la maiuscola, il dolore cronico, oncologico e non solo. La Legge n.38 del 15 marzo 2010. In base a questa vengono stabiliti dei veri protocolli da applicare in continuità di cura nei vari luoghi che ospitano la "persona" che soffre. Dall'ospedale al proprio domicilio, senza escludere case di riabilitazione, strutture per anziani ed hospice. Va sfatata la convinzione che questi luoghi, hospice in particolare, siano senza possibilità di ritorno, tristi dove si aspetta la morte. Non è così. Al centro il Dolore ed intorno Medici di Medicina Generale, Territorio, Specialisti con un unico obiettivo, ridimensionarlo. Si parla di sofferenza cronica riguardante più patologie, ogni dolore che supera la durata di sei mesi che diventa a sua volta patologia, e quindi va curata, perché influenza negativamente il benessere e la funzionalità del paziente. Trattare il dolore diventa quindi un dovere etico di ogni medico ed operatore sanitario. Menzione a parte merita il Dolore Neoplastico, perché è un'esperienza soggettiva di natura multidimensionale complessa derivante dall'integrazione di più componenti. Sensoriale, Cognitiva, Affettiva. Con il coinvolgimento della psiche, ovvero una sorta di "disintegrazione" che si ha pensando alla propria morte, che porta la mente al limite della follia. Il 70% dei malati di cancro presenta dolore. Con il progredire della malattia, la presenza di metastasi aumenta l'eventuale necessità delle cure palliative, anche se andranno previste sin dal momento della diagnosi. Quando non si può guarire, curare diventa "prendersi cura". Questo prevede diverse "figure professionali", dal Medico di famiglia, specialisti, psicologi ed infermieri fino ai volontari cui spetterà il compito di accompagnare e supportare con competenze acquisite tramite formazione ed informazione.

3 commenti:

  1. Quando ho letto il titolo ho pensato: Dio non ci ha fatto per il dolore, anche se il dolore è un modo per riparare al dolore.

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  2. Giusta riflessione, Filippo. Grazie.

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  3. Il dolore esiste, inutile girarci attorno. Ti ammazza, ma fortifica anche, puoi farci amizizia, renderlo amico in qualche modo, sperare vada via alla fine ma senza esasperarti, nè esasperarlo. Poi ci sarà pure - come dice l'amico Filippo - che ripara al dolore, ma andiamo su un metafisico che a chi prova dolore immenso, credo interessi poco.

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