Continuo a guardare le foto scattate ieri mattina e non posso fare a meno di qualche riflessione che poi sinteticamente riassumo in una sola. Sono trascorsi gli anni e non sento il loro peso, mi accetto e non solo, pure mi piaccio.
Così come sono messa mentalmente, è molto probabile che la tiri per le lunghe e, non so agli Altri, a me fa molto ma molto piacere.
Riprendo la foto col mio più bel sorriso, la osservo attentamente e mi chiedo... che cosa sarà cambiato? Assolutamente nulla, forse solo ed è comunque grande cosa, gli occhi con cui guardo ora il mondo e lo spirito con cui lo vivo. Mi sento a mio agio pur nella stessa pelle, come succede quando in casa cambi la disposizione dei mobili e pare aver cambiato abitazione. Ecco, davvero un esempio calzante... mi sento tutta nuova, con la stessa faccia e un paio di occhiali con la montatura rossa che mai avrei indossato prima. Prima che scendesse la notte su quel giorno troppo lungo per me, simile ad una falena nel disagio, e mi portasse all'alba di quello che vivo ora, sicuramente più breve ma intenso che mi sento "cucito addosso", finalmente farfalla.
Leggete la storia che segue, fa molto riflettere, e sono certa che domani si noteranno molte farfalle in più che avranno il coraggio di sfidare il tempo.
Così come sono messa mentalmente, è molto probabile che la tiri per le lunghe e, non so agli Altri, a me fa molto ma molto piacere.
Riprendo la foto col mio più bel sorriso, la osservo attentamente e mi chiedo... che cosa sarà cambiato? Assolutamente nulla, forse solo ed è comunque grande cosa, gli occhi con cui guardo ora il mondo e lo spirito con cui lo vivo. Mi sento a mio agio pur nella stessa pelle, come succede quando in casa cambi la disposizione dei mobili e pare aver cambiato abitazione. Ecco, davvero un esempio calzante... mi sento tutta nuova, con la stessa faccia e un paio di occhiali con la montatura rossa che mai avrei indossato prima. Prima che scendesse la notte su quel giorno troppo lungo per me, simile ad una falena nel disagio, e mi portasse all'alba di quello che vivo ora, sicuramente più breve ma intenso che mi sento "cucito addosso", finalmente farfalla.
Leggete la storia che segue, fa molto riflettere, e sono certa che domani si noteranno molte farfalle in più che avranno il coraggio di sfidare il tempo.
Una falena piangeva disperata e i suoi singhiozzi giunsero sino al cielo.
Disse la Luna
- Falena, cos’è che ti fa soffrire tanto?
- Luna piango perché sono malata. Aiutami ti prego!
Rispose la Falena.
- Malata? A me non sembri malata.
- Guardami meglio, un buon dottore non si ferma mai all’apparenza.
La Luna per guardarla meglio scese dal cielo e si avvicinò alla falena, illuminandola e lo spettacolo che vide la lasciò senza parole. Un esserino esile e tremante avvolto nelle sue stesse lacere ali, ed una profonda pietà la colse.
- Capisco – poi disse – ed ora so anche il perché, tu non sei malata, sei solo fuori posto.
- Fuori posto?
- Non è qui che dovresti stare, tu non sei una falena ma una farfalla.
- Una farfalla?
Disse sorpresa la falena...
- Luna ma sono figlia di generazioni di falene, come posso essere una farfalla?
La Luna ci pensò un attimo su e poi disse:
- Non importa quale sia il motivo o come sia potuto accadere ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luce e colore, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno.
La farfalla che aveva sempre creduto d’essere una falena divenne ancora più triste, dicendo...
- Io non riesco a vivere così, presto morirò, la sofferenza è troppa.
La Luna, sentì che aveva ragione e riunì immediatamente il consiglio delle stelle.
- C’è una farfalla intrappolata nella fauci della notte.
- Com’è possibile?
Dissero le stelle in preda ad agitazione, e la luna continuò...
- Non è il suo posto, si ferisce ovunque vada, non ha occhi per fendere il buio, non ha ali adatte ad affrontare il freddo, dobbiamo trovare il modo di condurla al giorno prima che muoia, soffre tanto.
Le stelle abbassarono i loro musetti in giù e videro la piccola farfalla attendere speranzosa, con gli occhi persi nel cielo. E poi dissero in coro...
- Addormentiamola! Così quando si risveglierà domattina, si troverà a vivere il giorno della vita e non più la notte.
- Come si fa ad addormentarla?
Chiese la Luna preoccupata.
- Invertire il ciclo di una vita è pericoloso potrebbe impazzire, su ragazze pensate, pensate troviamo una soluzione meno traumatica.
Le stelle non riuscivano a trovare un rimedio e poi improvvisamente la Stella Cometa fece la sua entrata e sorridente disse...
- Io so come fare!
La luna la guardò incredula ma tanto speranzosa.
- Dimmi, non mi far stare sulle spine, come puoi portarla nella luce del giorno.
- La guiderò sino al nuovo giorno e lei non dovrà fare altro che seguirmi dalla terra.
La Luna ridiscese giù dalla triste farfalla e le raccontò il piano, la farfalla accettò e del resto non aveva altra scelta.
La stella cometa salutò le sue consorelle e iniziò il viaggio e con lei la farfalla. Il cammino fu lungo e stancante ma improvvisamente il cielo prese a cambiare e alla farfalla questo mutare fu subito chiaro.
- Stella vedo una luce…
- Si cara ci siamo quasi, su... un ultimo sforzo.
La farfalla quell’ultimo sforzo lo fece con gioia, quella gioia che solo chi ha tanto atteso e patito la notte più nera può conoscere, ed improvvisamente il cielo si illuminò a giorno.
- Stella? Dove sei non ti vedo più?
- Cara è giorno, e le stelle si vedono di notte... buona vita, piccola mia.
- Stella aspetta, posso strapparti una promessa?
- Si cara, dimmi.
- Ci sono molte farfalle che credono ancora di essere falene, aiutale.
La Stella cometa tornò nel cielo della notte, portando nel cuore la promessa fatta alla farfalla e da quel giorno di viaggi così, ne fece tanti.
Disse la Luna
- Falena, cos’è che ti fa soffrire tanto?
- Luna piango perché sono malata. Aiutami ti prego!
Rispose la Falena.
- Malata? A me non sembri malata.
- Guardami meglio, un buon dottore non si ferma mai all’apparenza.
La Luna per guardarla meglio scese dal cielo e si avvicinò alla falena, illuminandola e lo spettacolo che vide la lasciò senza parole. Un esserino esile e tremante avvolto nelle sue stesse lacere ali, ed una profonda pietà la colse.
- Capisco – poi disse – ed ora so anche il perché, tu non sei malata, sei solo fuori posto.
- Fuori posto?
- Non è qui che dovresti stare, tu non sei una falena ma una farfalla.
- Una farfalla?
Disse sorpresa la falena...
- Luna ma sono figlia di generazioni di falene, come posso essere una farfalla?
La Luna ci pensò un attimo su e poi disse:
- Non importa quale sia il motivo o come sia potuto accadere ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luce e colore, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno.
La farfalla che aveva sempre creduto d’essere una falena divenne ancora più triste, dicendo...
- Io non riesco a vivere così, presto morirò, la sofferenza è troppa.
La Luna, sentì che aveva ragione e riunì immediatamente il consiglio delle stelle.
- C’è una farfalla intrappolata nella fauci della notte.
- Com’è possibile?
Dissero le stelle in preda ad agitazione, e la luna continuò...
- Non è il suo posto, si ferisce ovunque vada, non ha occhi per fendere il buio, non ha ali adatte ad affrontare il freddo, dobbiamo trovare il modo di condurla al giorno prima che muoia, soffre tanto.
Le stelle abbassarono i loro musetti in giù e videro la piccola farfalla attendere speranzosa, con gli occhi persi nel cielo. E poi dissero in coro...
- Addormentiamola! Così quando si risveglierà domattina, si troverà a vivere il giorno della vita e non più la notte.
- Come si fa ad addormentarla?
Chiese la Luna preoccupata.
- Invertire il ciclo di una vita è pericoloso potrebbe impazzire, su ragazze pensate, pensate troviamo una soluzione meno traumatica.
Le stelle non riuscivano a trovare un rimedio e poi improvvisamente la Stella Cometa fece la sua entrata e sorridente disse...
- Io so come fare!
La luna la guardò incredula ma tanto speranzosa.
- Dimmi, non mi far stare sulle spine, come puoi portarla nella luce del giorno.
- La guiderò sino al nuovo giorno e lei non dovrà fare altro che seguirmi dalla terra.
La Luna ridiscese giù dalla triste farfalla e le raccontò il piano, la farfalla accettò e del resto non aveva altra scelta.
La stella cometa salutò le sue consorelle e iniziò il viaggio e con lei la farfalla. Il cammino fu lungo e stancante ma improvvisamente il cielo prese a cambiare e alla farfalla questo mutare fu subito chiaro.
- Stella vedo una luce…
- Si cara ci siamo quasi, su... un ultimo sforzo.
La farfalla quell’ultimo sforzo lo fece con gioia, quella gioia che solo chi ha tanto atteso e patito la notte più nera può conoscere, ed improvvisamente il cielo si illuminò a giorno.
- Stella? Dove sei non ti vedo più?
- Cara è giorno, e le stelle si vedono di notte... buona vita, piccola mia.
- Stella aspetta, posso strapparti una promessa?
- Si cara, dimmi.
- Ci sono molte farfalle che credono ancora di essere falene, aiutale.
La Stella cometa tornò nel cielo della notte, portando nel cuore la promessa fatta alla farfalla e da quel giorno di viaggi così, ne fece tanti.
Beh, a Natale non è che manchi molto. Provate a guardare su, nel cielo. La Stella può aver deciso per il giro più lungo, io credo valga la pena tentare.
Nessun commento:
Posta un commento