Mi convinco che la "malattia" sia stata solo un punto di partenza perché finalmente potessi elaborare ciò che sentivo "in essere".
Deve essere così se vero è che nulla avviene per caso, e si spiegherebbe il "perché" di un'evoluzione in positivo, cosa comunque comune a molti, più ancora di un percorso post tumorale alquanto atipico. Quasi fosse questo un "corso di specializzazione" per la vita, dopo che il tumore ne è stato il "test di accesso".
Però continua per certi versi ad essere dura, e nonostante questo mi appassiona. Non mi piace, attenzione... ché non può piacere essere spettatori impotenti sia pur artefici della serenità di qualche momento... però mi appassiona. E le prove sfiancanti non mi fanno indietreggiare, e vado avanti perché ci credo che con la mente e la sua forza si può fare. Non sono medico né psicologo, sono una paziente anch'io con la fragilità che a tratti viene fuori, ma se ne avvede e fa passi indietro come a prendere la rincorsa e poi mettere fuori la grinta che ci vuole.
Ma... sicuro che non sei una psicologa... magari avevi cominciato e poi smesso. A me puoi dirlo, è stato a causa della malattia, vero?
Più di qualcuno mi ha detto questo, e mi ha fatto riflettere.
Mi hanno sempre affascinato le Persone, osservarle e cercare di capire non la singola di quel momento ma l'animo umano in generale, poi cercavo i "punti" in comune con il mio "essere interiore", ed era sempre un tassello in più per la conoscenza e in consapevolezza.
Tutto molto bello, ma abortito a causa del mio ostinato senso di inadeguatezza. Avrei potuto farne una "professione" che mi piacesse, ma mancò quel salto di qualità per farmi osare, lasciare un'impostazione che mi dava certezze, per cercare altro e sentirmi adulta nella scelta di un'esistenza che fosse d'aiuto vero per l'Altro, perché quando passione c'è...
Vivere non è semplice, si sa e per questo la vita intera è un corso che abilita e ti promuove solo alla fine, o almeno ai suoi tre quarti, quando all'improvviso impone di fermarti e recuperare allora, in quel momento o mai più.
Deve essere così se vero è che nulla avviene per caso, e si spiegherebbe il "perché" di un'evoluzione in positivo, cosa comunque comune a molti, più ancora di un percorso post tumorale alquanto atipico. Quasi fosse questo un "corso di specializzazione" per la vita, dopo che il tumore ne è stato il "test di accesso".
Però continua per certi versi ad essere dura, e nonostante questo mi appassiona. Non mi piace, attenzione... ché non può piacere essere spettatori impotenti sia pur artefici della serenità di qualche momento... però mi appassiona. E le prove sfiancanti non mi fanno indietreggiare, e vado avanti perché ci credo che con la mente e la sua forza si può fare. Non sono medico né psicologo, sono una paziente anch'io con la fragilità che a tratti viene fuori, ma se ne avvede e fa passi indietro come a prendere la rincorsa e poi mettere fuori la grinta che ci vuole.
Ma... sicuro che non sei una psicologa... magari avevi cominciato e poi smesso. A me puoi dirlo, è stato a causa della malattia, vero?
Più di qualcuno mi ha detto questo, e mi ha fatto riflettere.
Mi hanno sempre affascinato le Persone, osservarle e cercare di capire non la singola di quel momento ma l'animo umano in generale, poi cercavo i "punti" in comune con il mio "essere interiore", ed era sempre un tassello in più per la conoscenza e in consapevolezza.
Tutto molto bello, ma abortito a causa del mio ostinato senso di inadeguatezza. Avrei potuto farne una "professione" che mi piacesse, ma mancò quel salto di qualità per farmi osare, lasciare un'impostazione che mi dava certezze, per cercare altro e sentirmi adulta nella scelta di un'esistenza che fosse d'aiuto vero per l'Altro, perché quando passione c'è...
Vivere non è semplice, si sa e per questo la vita intera è un corso che abilita e ti promuove solo alla fine, o almeno ai suoi tre quarti, quando all'improvviso impone di fermarti e recuperare allora, in quel momento o mai più.
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