Chi non molla mai e bisogno non ha di parole inutili, numeri a casaccio o pseudo miracoli.
Siamo terra terra, e qui vogliamo restare. Concreti al massimo ma senza strafare.
Mi riferisco a ciò che è successo, all'ultimo colpo "ben" assestato dalla dura sorte. Ché gli eventi li sceglie ed organizza in modo tale che se ne debba parlare a lungo ma solo per fare "grande sensazione". Non che questo non sia giusto, per carità, ma il soffermarsi troppo su particolari o numeri, ripeterli ad ogni passaggio, nulla aggiunge al senso di una tragedia avvenuta all'improvviso, per giunta in piena notte e d'estate. Quando in pochi potevano salvarsi scappando, e molte erano le persone non residenti ma in vacanza per l'ultimo scorcio di stagione.
E così dobbiamo sorbirci una sorta di sciacallaggio mediatico che taglia le gambe alla speranza nei Cuori di tutti, anche di Chi non è direttamente coinvolto. E tutto per portare acqua al proprio mulino, dar lustro ad una testata o ad una "datata azienda" che ormai ha pochi argomenti da offrire.
E si chiacchiera chiacchiera, all'infinito... si mostra un falso compiacimento e ipocrita apprezzamento... e ci si fa veicolo delle solite promesse veloci nell'immediato che molto probabilmente si perderanno con l'eco nel tempo. E anche se l'argomento tornerà più volte, a resistere saranno i numeri. Dai numeri si parte, si continua... ci si ferma in stallo.
E delle singole realtà Chi si cura veramente?
Non sono quelle domande a volte indelicate e persino spietate che dimostrano il reale interesse, l'autentica preoccupazione. E dire... sono nessuno, non ho molto ma un po' di quel poco voglio donarlo a Te, in termini pure di tempo, ascolto, disponibilità... dire questo, no?
Che senso ha chiedere ad uno che ha perso tutto, anche l'orientamento... cosa pensa di fare per andare avanti?
Intorno solo macerie e pietre di ogni forma e grandezza. Forse potrebbe raccoglierne una per ricominciare, piangendo tutte le proprie lacrime nel silenzio che comporta la dignità, continuando a credere di potercela fare.
Ma Chi ha fatto quella domanda poi capirà?
Siamo terra terra, e qui vogliamo restare. Concreti al massimo ma senza strafare.
Mi riferisco a ciò che è successo, all'ultimo colpo "ben" assestato dalla dura sorte. Ché gli eventi li sceglie ed organizza in modo tale che se ne debba parlare a lungo ma solo per fare "grande sensazione". Non che questo non sia giusto, per carità, ma il soffermarsi troppo su particolari o numeri, ripeterli ad ogni passaggio, nulla aggiunge al senso di una tragedia avvenuta all'improvviso, per giunta in piena notte e d'estate. Quando in pochi potevano salvarsi scappando, e molte erano le persone non residenti ma in vacanza per l'ultimo scorcio di stagione.
E così dobbiamo sorbirci una sorta di sciacallaggio mediatico che taglia le gambe alla speranza nei Cuori di tutti, anche di Chi non è direttamente coinvolto. E tutto per portare acqua al proprio mulino, dar lustro ad una testata o ad una "datata azienda" che ormai ha pochi argomenti da offrire.
E si chiacchiera chiacchiera, all'infinito... si mostra un falso compiacimento e ipocrita apprezzamento... e ci si fa veicolo delle solite promesse veloci nell'immediato che molto probabilmente si perderanno con l'eco nel tempo. E anche se l'argomento tornerà più volte, a resistere saranno i numeri. Dai numeri si parte, si continua... ci si ferma in stallo.
E delle singole realtà Chi si cura veramente?
Non sono quelle domande a volte indelicate e persino spietate che dimostrano il reale interesse, l'autentica preoccupazione. E dire... sono nessuno, non ho molto ma un po' di quel poco voglio donarlo a Te, in termini pure di tempo, ascolto, disponibilità... dire questo, no?
Che senso ha chiedere ad uno che ha perso tutto, anche l'orientamento... cosa pensa di fare per andare avanti?
Intorno solo macerie e pietre di ogni forma e grandezza. Forse potrebbe raccoglierne una per ricominciare, piangendo tutte le proprie lacrime nel silenzio che comporta la dignità, continuando a credere di potercela fare.
Ma Chi ha fatto quella domanda poi capirà?
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