Amica mia... ci risiamo, non è così?
So come Ti senti, non ho bisogno nemmeno di immaginarlo. Sconfitta di nuovo, nonostante i buoni propositi, le "certezze acquisite", il sorriso che ora vedi come dall'esterno... prestampato, e che in un attimo si è trasformato in ghigno e poi smorfia di dolore.
Di dolore si tratta... non fisico ma dell'anima, mentre la mente realizza che poco è cambiato e forse niente cambierà.
Quando Ti sei ammalata, non hai mai detto... perché proprio a me?... però tante volte è venuto spontaneo pensare come era potuto succedere. Vita sana, giusta alimentazione, niente fumo né alcool, alcuna familiarità... ormoni assunti, zero.
E allora? Bene, dipendeva da Te... per come sei, per tutto ciò che volevi essere e a cui hai rinunciato, a tutte le volte che hai pianto per non ferire e intanto torturavi a piccoli tagli Te stessa, sicura che saresti tornata come prima. Ma le tante invisibili cicatrici sono rimaste, anche se non vistose e meno importanti del ricordo lasciato dalla malattia.
Ora è davvero il tempo di mettere fuori la grinta più ruggente... basta restare in un angolo ad aspettare, facendo finta di niente. Servirà ad altri per mettere in mostra il peggio di sé, con l'aggravante di fargli credere che sia il contrario.
Non essere discreta... passerai per menefreghista, non procedere con cautela... sarai giudicata una "stupidotta" presuntuosa, capace solo di parlare di ciò che le è capitato. E sarai giudicata, triste... perché parli di cose tristi.
Nessuno può capire che davvero non hai paura, perché hai smesso di averne quando ne hai provata tanta da morire.
Allora parla e sii chiara... anche a costo di ferire. Non permettere che Ti si spenga il sorriso.
Spesso occorre adeguare la propria sensibilità alla non-sensibilità altrui per sopravvivere e non deludere se stessi. E' difficilissimo... lo so, occorre tanto esercizio e non sempre la cosa va a buon fine.
Ma tentiamo ancora, IO continuo a... farlo per dignità e amore.
So come Ti senti, non ho bisogno nemmeno di immaginarlo. Sconfitta di nuovo, nonostante i buoni propositi, le "certezze acquisite", il sorriso che ora vedi come dall'esterno... prestampato, e che in un attimo si è trasformato in ghigno e poi smorfia di dolore.
Di dolore si tratta... non fisico ma dell'anima, mentre la mente realizza che poco è cambiato e forse niente cambierà.
Quando Ti sei ammalata, non hai mai detto... perché proprio a me?... però tante volte è venuto spontaneo pensare come era potuto succedere. Vita sana, giusta alimentazione, niente fumo né alcool, alcuna familiarità... ormoni assunti, zero.
E allora? Bene, dipendeva da Te... per come sei, per tutto ciò che volevi essere e a cui hai rinunciato, a tutte le volte che hai pianto per non ferire e intanto torturavi a piccoli tagli Te stessa, sicura che saresti tornata come prima. Ma le tante invisibili cicatrici sono rimaste, anche se non vistose e meno importanti del ricordo lasciato dalla malattia.
Ora è davvero il tempo di mettere fuori la grinta più ruggente... basta restare in un angolo ad aspettare, facendo finta di niente. Servirà ad altri per mettere in mostra il peggio di sé, con l'aggravante di fargli credere che sia il contrario.
Non essere discreta... passerai per menefreghista, non procedere con cautela... sarai giudicata una "stupidotta" presuntuosa, capace solo di parlare di ciò che le è capitato. E sarai giudicata, triste... perché parli di cose tristi.
Nessuno può capire che davvero non hai paura, perché hai smesso di averne quando ne hai provata tanta da morire.
Allora parla e sii chiara... anche a costo di ferire. Non permettere che Ti si spenga il sorriso.
Spesso occorre adeguare la propria sensibilità alla non-sensibilità altrui per sopravvivere e non deludere se stessi. E' difficilissimo... lo so, occorre tanto esercizio e non sempre la cosa va a buon fine.
Ma tentiamo ancora, IO continuo a... farlo per dignità e amore.
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