Ovvero... cercando di definire, più o meno, la "qualità di vita".
Personalmente ritengo sia un'espressione intesa a ribadire un concetto, la vita è Vita a prescindere e con un valore intrinseco. Può essere poi difficile, sofferta, complicata, travagliata, oppure tutto il contrario di questo e mantenere immutata la sua peculiarità di bene prezioso.
In conclusione diciamo che da parte Nostra deve essere impiegato il massimo impegno per "aggiustarla" e permettere che dia il meglio anche in condizioni sfavorevoli.
Nell'ambiente che frequento si parla molto di qualità di vita, soprattutto per "edulcorare" la pillola amara delle terapie, quando si cerca di farle accettare "offrendola" come vantaggiosa contropartita. Che poi lo stesso sufficiente non è, se il soggetto non ce la mette tutta con la mente e le piccole strategie quotidiane.
Questo in tempi normali, quando arriva il periodo delle feste la cosa si complica per l'ovvio contrasto con l'atmosfera serena, e la qualità di vita diventa così argomento difficile.
C'è da lottare contro una realtà fatta di appuntamenti non piacevoli ed effetti collaterali da superare, e nello stesso tempo cercare di adeguarsi al "clima" che circonda per non turbare ulteriormente. Almeno a Natale!
In queste settimane che precedono le feste ne parliamo molto con gli Amici che incontro, e in sintesi viene espresso il medesimo concetto o desiderio... vivere come se niente fosse, anzi meglio alla luce di quello che è stato... se passato, alla luce di quello che è... visto che il domani non è dato conoscere. E poi cercare ad ogni costo la gioia nelle piccole cose... nel calore della famiglia... nell'amore per il prossimo di cui si riscopre la presenza e la necessità anche per fuggire da un altro tipo di "cancro" ancora più doloroso... la solitudine.
Dopo tutto "qualità di Vita" è... esserci, quindi la Vita stessa, mai uguale e in continuo divenire.
Oppure riscoprirsi ogni giorno capace di amare "sinceramente" gli Altri, sentirsi in pace con se stesso e quindi stare bene in modo autentico.
"Qualità di Vita" è pure continuare a... far ricerche, studiare il "CANCRO" per smitizzarlo, perché ad Altri venga data la possibilità di comprendere come poterne fare una risorsa, un'opportunità in più.
Qualche giorno fa ho incontrato due pazienti, entrambi dall'atteggiamento positivo ma per condizioni fisiche diverse, con una qualità di vita differente.
Il primo, sentendo parlare del Nostro prossimo incontro conviviale, quello tradizionale del G.A.M.A. prima delle feste, ha chiesto se poteva parteciparvi anche senza "dama". E ancora non aveva ricevuto risposta che ha aggiunto... ma si, le gambe ce l'ho come pure le braccia, la parola non manca, invito qualcuno e faccio coppia. E che ci vuole!?
Il secondo invece, praticamente sempre supino e con le mani gonfie, per la terza volta mi ha chiesto di aiutarlo con un succo di frutta. Non riusciva a portarlo alla bocca. Alla fine mi ha sorriso e ringraziato, dicendo che non vedeva l'ora che arrivassi, perché sapeva di poter chiederlo a me, "... sai com'è, mi sei simpatica. Anzi, te lo voglio dire... io vengo ogni martedì..."
Informare... invitare o... simpaticamente impegnare?
Per quel che mi riguarda... IO non c'ho mai pensato alla "qualità di Vita"... esserci, avere la forza fisica e morale per fare tutto quello che facevo prima, è già vivere "con qualità", poi col mio essere "cancrocentrica", studiando, approfondendo, stando vicino a Chi vive la malattia, ho imparato a dominare l'angoscia dell'evento e l'ansia che ne consegue. Perché questa davvero non finisce mai, nemmeno quando dicono... stai tranquilla.
Personalmente ritengo sia un'espressione intesa a ribadire un concetto, la vita è Vita a prescindere e con un valore intrinseco. Può essere poi difficile, sofferta, complicata, travagliata, oppure tutto il contrario di questo e mantenere immutata la sua peculiarità di bene prezioso.
In conclusione diciamo che da parte Nostra deve essere impiegato il massimo impegno per "aggiustarla" e permettere che dia il meglio anche in condizioni sfavorevoli.
Nell'ambiente che frequento si parla molto di qualità di vita, soprattutto per "edulcorare" la pillola amara delle terapie, quando si cerca di farle accettare "offrendola" come vantaggiosa contropartita. Che poi lo stesso sufficiente non è, se il soggetto non ce la mette tutta con la mente e le piccole strategie quotidiane.
Questo in tempi normali, quando arriva il periodo delle feste la cosa si complica per l'ovvio contrasto con l'atmosfera serena, e la qualità di vita diventa così argomento difficile.
C'è da lottare contro una realtà fatta di appuntamenti non piacevoli ed effetti collaterali da superare, e nello stesso tempo cercare di adeguarsi al "clima" che circonda per non turbare ulteriormente. Almeno a Natale!
In queste settimane che precedono le feste ne parliamo molto con gli Amici che incontro, e in sintesi viene espresso il medesimo concetto o desiderio... vivere come se niente fosse, anzi meglio alla luce di quello che è stato... se passato, alla luce di quello che è... visto che il domani non è dato conoscere. E poi cercare ad ogni costo la gioia nelle piccole cose... nel calore della famiglia... nell'amore per il prossimo di cui si riscopre la presenza e la necessità anche per fuggire da un altro tipo di "cancro" ancora più doloroso... la solitudine.
Dopo tutto "qualità di Vita" è... esserci, quindi la Vita stessa, mai uguale e in continuo divenire.
Oppure riscoprirsi ogni giorno capace di amare "sinceramente" gli Altri, sentirsi in pace con se stesso e quindi stare bene in modo autentico.
"Qualità di Vita" è pure continuare a... far ricerche, studiare il "CANCRO" per smitizzarlo, perché ad Altri venga data la possibilità di comprendere come poterne fare una risorsa, un'opportunità in più.
Qualche giorno fa ho incontrato due pazienti, entrambi dall'atteggiamento positivo ma per condizioni fisiche diverse, con una qualità di vita differente.
Il primo, sentendo parlare del Nostro prossimo incontro conviviale, quello tradizionale del G.A.M.A. prima delle feste, ha chiesto se poteva parteciparvi anche senza "dama". E ancora non aveva ricevuto risposta che ha aggiunto... ma si, le gambe ce l'ho come pure le braccia, la parola non manca, invito qualcuno e faccio coppia. E che ci vuole!?
Il secondo invece, praticamente sempre supino e con le mani gonfie, per la terza volta mi ha chiesto di aiutarlo con un succo di frutta. Non riusciva a portarlo alla bocca. Alla fine mi ha sorriso e ringraziato, dicendo che non vedeva l'ora che arrivassi, perché sapeva di poter chiederlo a me, "... sai com'è, mi sei simpatica. Anzi, te lo voglio dire... io vengo ogni martedì..."
Informare... invitare o... simpaticamente impegnare?
Per quel che mi riguarda... IO non c'ho mai pensato alla "qualità di Vita"... esserci, avere la forza fisica e morale per fare tutto quello che facevo prima, è già vivere "con qualità", poi col mio essere "cancrocentrica", studiando, approfondendo, stando vicino a Chi vive la malattia, ho imparato a dominare l'angoscia dell'evento e l'ansia che ne consegue. Perché questa davvero non finisce mai, nemmeno quando dicono... stai tranquilla.
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