...proprio il mese di dicembre e Natale e Capodanno di un altro anno ancora...
Dopo tutto credo che finirò col ringraziarlo questo mese, perché mi fu amaro, è vero però mi ha dato anche tanto.
Ogni volta che ci penso, realizzo... era così che doveva andare e non altrimenti.
Lo ringrazierò Dicembre per tutte le emozioni che mi ha regalato, forti sofferte ma anche di belle... mi ha fatto piangere e più volte sorridere, perché non puoi mai apprezzare fino in fondo quanto sia bello essere sereni se prima non ti sei perso nel dolore.
Non parlo unicamente dei "miei dicembre" di malattia, è chiaro... non si vive solo per se stessi e d'altra parte ciascuno è da considerare come ingranaggio di un meccanismo ove se un altro si ferma, diversamente non può fare. Poi si riprende ad andare, coi ricordi belli che fanno compagnia e pure con quelli che si vorrebbe archiviare, se non si riconoscesse loro la virtù di fare da sprone per migliorare.
Stasera l'Amore della mia Vita ed io abbiamo fatto l'albero di Natale... una delle poche volte che abbiamo "collaborato insieme", io porgevo gli addobbi, lui faceva il resto. Poi abbiamo indugiato a guardare le luci. E' stato come fosse un "unico Natale"... 35 alberi tutti diversi... alti e medi, naturali e non... tutti condensati in questo piccolo albero su uno sgabello. Sarà che il tempo passa e diventiamo teneri... che torniamo insieme in "due", così come siamo partiti. I suoi ricordi e i miei, alcuni comuni e altri solo "nostri"... di ognuno.
Due anni fa, nel giorno dell'Immacolata attraversai molti reparti dell'ospedale... seguivo la "madonnina" in processione, non amo molto in verità questo genere di riti pur essendo cattolica e praticante, ma questo era un "procedere" diverso, si creava un solco per seminare speranza.
Passai anche per quel reparto dove quasi otto anni prima mia madre volò via.
Intensa emozione mentre andavo lungo il corridoio... tutto era come allora, anche il piccolo vano dove da "novella Anima" Lei pernottò perché "... era troppo tardi per portarla giù..."... in obitorio. Povera mamma! Così sola in quella prima notte tanto fredda... fredda come stasera.
Tutto... come allora, solo l'albero di Natale stavolta era all'entrata, non più a metà corridoio ad illuminarlo per intero.
Mia madre visse gli ultimi giorni in ospedale... proprio in questo periodo e morì a metà gennaio quando non si erano ancora spente le luci del presepio.
Mentre solo la "madonnina" entrava nel reparto della dialisi, mi sedetti fuori e in quel momento mi accorsi che avevo gli occhi umidi e mi veniva da tirar su col naso... come Chi piange.
Potevo mai passar indenne?
E poi... ripensando sempre alla "Madonnina"... così trionfante e nello stesso tempo così dolcemente benevola, ricordo quando varcai per la prima volta la soglia del Day Hospital oncologico. Aprii la porta e di fronte a me si presentò il lungo corridoio dove sul fondo immediatamente pur da lontano si notava Lei... posta davanti all'ampia finestra prendeva su di sé tutta la luce, così che appariva luminosa più che mai.
Ebbi la sensazione di trovarmi già in Paradiso... forse perché convinta che sarebbe stata la mia destinazione prossima? Mah... non credo, quella "luce" quel "volto" erano davvero celestiali, davvero riportavano all'antica immagine dell'eternità... e del resto non ero stata la sola a provare una simile sensazione, anche mia figlia, pure lei che di "celeste" da sempre conosce solo il colore e nemmeno le piace.
Dopo tutto credo che finirò col ringraziarlo questo mese, perché mi fu amaro, è vero però mi ha dato anche tanto.
Ogni volta che ci penso, realizzo... era così che doveva andare e non altrimenti.
Lo ringrazierò Dicembre per tutte le emozioni che mi ha regalato, forti sofferte ma anche di belle... mi ha fatto piangere e più volte sorridere, perché non puoi mai apprezzare fino in fondo quanto sia bello essere sereni se prima non ti sei perso nel dolore.
Non parlo unicamente dei "miei dicembre" di malattia, è chiaro... non si vive solo per se stessi e d'altra parte ciascuno è da considerare come ingranaggio di un meccanismo ove se un altro si ferma, diversamente non può fare. Poi si riprende ad andare, coi ricordi belli che fanno compagnia e pure con quelli che si vorrebbe archiviare, se non si riconoscesse loro la virtù di fare da sprone per migliorare.
Stasera l'Amore della mia Vita ed io abbiamo fatto l'albero di Natale... una delle poche volte che abbiamo "collaborato insieme", io porgevo gli addobbi, lui faceva il resto. Poi abbiamo indugiato a guardare le luci. E' stato come fosse un "unico Natale"... 35 alberi tutti diversi... alti e medi, naturali e non... tutti condensati in questo piccolo albero su uno sgabello. Sarà che il tempo passa e diventiamo teneri... che torniamo insieme in "due", così come siamo partiti. I suoi ricordi e i miei, alcuni comuni e altri solo "nostri"... di ognuno.
Due anni fa, nel giorno dell'Immacolata attraversai molti reparti dell'ospedale... seguivo la "madonnina" in processione, non amo molto in verità questo genere di riti pur essendo cattolica e praticante, ma questo era un "procedere" diverso, si creava un solco per seminare speranza.
Passai anche per quel reparto dove quasi otto anni prima mia madre volò via.
Intensa emozione mentre andavo lungo il corridoio... tutto era come allora, anche il piccolo vano dove da "novella Anima" Lei pernottò perché "... era troppo tardi per portarla giù..."... in obitorio. Povera mamma! Così sola in quella prima notte tanto fredda... fredda come stasera.
Tutto... come allora, solo l'albero di Natale stavolta era all'entrata, non più a metà corridoio ad illuminarlo per intero.
Mia madre visse gli ultimi giorni in ospedale... proprio in questo periodo e morì a metà gennaio quando non si erano ancora spente le luci del presepio.
Mentre solo la "madonnina" entrava nel reparto della dialisi, mi sedetti fuori e in quel momento mi accorsi che avevo gli occhi umidi e mi veniva da tirar su col naso... come Chi piange.
Potevo mai passar indenne?
E poi... ripensando sempre alla "Madonnina"... così trionfante e nello stesso tempo così dolcemente benevola, ricordo quando varcai per la prima volta la soglia del Day Hospital oncologico. Aprii la porta e di fronte a me si presentò il lungo corridoio dove sul fondo immediatamente pur da lontano si notava Lei... posta davanti all'ampia finestra prendeva su di sé tutta la luce, così che appariva luminosa più che mai.
Ebbi la sensazione di trovarmi già in Paradiso... forse perché convinta che sarebbe stata la mia destinazione prossima? Mah... non credo, quella "luce" quel "volto" erano davvero celestiali, davvero riportavano all'antica immagine dell'eternità... e del resto non ero stata la sola a provare una simile sensazione, anche mia figlia, pure lei che di "celeste" da sempre conosce solo il colore e nemmeno le piace.
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