domenica 17 novembre 2024
INCONTRI (n.87) (Parole poco pensate portano peso)
Ieri per un turbinio di ricordi ed emozioni non mi sono sentita giusta, e mi sono accorta che quasi per sfogo qualche parola non giusta mi è scappata. È vero, succede. Poi consapevole ho preferito il silenzio.
Non mi sono affatto piaciuta.
Perché solitamente e nonostante lo stato d'animo penso prima di parlare o scrivere.
E trovo per esprimere i pensieri del momento
parole moderate e pacate... garbate, insomma giuste.
Già... il rischio di dire corbellerie fuori luogo o che feriscono è sempre molto elevato.
Nel contesto a me abituale ne sento un bel po'... e poi noto in Chi le ha dette pure una certa soddisfazione, convinto com'è di aver parlato giusto, magari pure aiutato. E nell'altra persona invece, prima sbigottimento a stento celato per educazione, poi indifferenza cui segue cambio d'argomento. A questo punto cala pesante l'imbarazzo.
Bisognerebbe pensare prima di parlare. Tempo non c'è? Allora che fare...? Se provassimo a ripeterle quelle parole come fossero a Noi rivolte, chissà...
Forse scopriremmo che non sono appropriate e manco dette con la giusta modalità. Così eviteremmo il danno più frequente e grave... sconvolgere alcune certezze che aiutano ad andare avanti.
Quando proprio si vuol dire qualcosa e non si sa cosa, meglio una parola gentile e affettuosa, anche sui generis va bene uguale.
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