lunedì 23 settembre 2024

INCONTRI (n.42) (Ancora sul "senso d'appartenenza")

Mi è giunto un messaggio su cui riflettere. Il marito di una paziente ricordava che oggi, un mese dalla scomparsa della Sua cara, sarebbe stato celebrato il sacro rito del trigesimo. Pur sapendo dell'impossibilità di partecipare da parte mia, ha voluto che lo facessi in qualche modo, anche da lontano. "Dio ci ha dato due mani, una per ricevere e l’altra per dare. Non siamo cisterne che accumulano, siamo canali che condividiamo. - Billy Graham - La condivisione è il filo doppio che lega un'ideale "rete di sostegno", un sostegno di cui a volte si può sentire il bisogno pure "dopo". Si elabora anche così, cercando pensiero e vicinanza. Il Nostro essere volontari porta alla piena consapevolezza di far parte di un tutt'uno, e della necessità di costituire per l'Altro che vive un momento difficile, una "rete" che protegge, sorregge e in alcuni casi culla. Occorre dare nuova vitalità alla condivisione facendo appello al "senso di appartenenza". Intreccio, scambio, condivisione. Un senso d'appartenenza più ampio che va oltre, rassicura e annulla per chiunque il senso di solitudine. Mi sento particolarmente grata per aver compreso che l'antica inquietudine altro non era che un sintomo di fragilità. Forse prima lo avevo intuito ma non accettato. Si tende sempre a mostrarsi forti, "indistruttibili" quasi fragilità fosse sinonimo di debolezza. Invece è tutt'altro, molto altro. Riconoscersi fragili è il primo passo verso la consapevolezza, comprendere che si è al centro di un universo di cui non si può fare a meno, e allo stesso tempo esserne parte insostituibile. Unica.

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