domenica 23 luglio 2023
PENSAVO... (n.18) (Un'estate più o meno)
Non posso fare a meno di pensarci, perché certe cose non si scordano.
Un'estate, tredici anni fa e a seguire, più o meno.
Guardavo i sandali e le unghie pitturate della dottoressa, pensavo... è già estate.
Perché quando la mente è presa in una sorta di vortice tutto ciò che a Te è estraneo, scivola addosso. E non esistono ore e minuti, né mesi e neppure stagioni.
Poi però ti guardi intorno e cerchi un appiglio. Per risalire.
Il caldo di questi giorni come vero è che non mi disturba più di tanto, altresì innesca almeno per me molti momenti di riflessione.
Primo fra tutti quello incentrato sul senso di isolamento che inevitabilmente comporta la stagione estiva per Chi non va in vacanza, perché non può, perché ha altro da vivere in quel preciso momento della Sua vita...
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora si intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
- Eugenio Montale -
In un caldo pomeriggio estivo allora cerca compagnia dalle immagini e dai rumori dalla natura, mentre la mente vaga e sogna a tratti che il giorno dopo sia migliore.
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