O almeno non siano teatrali e scontate.
Piangere per un distacco ogni volta alla fine diventa stucchevole, come un copione recitato fino a sfinimento.
Bisogna allenarsi, amici miei... allenarsi a partire, lasciare, restare e poi ricominciare.
Perché niente finisce davvero.
Oggi mia figlia è ripartita, cinque giorni passano in fretta.
Mi è tornata allora in mente quella volta che alla partenza vidi una mamma piangere mentre agitava la mano in cenno di saluto. Piangeva, appunto.
E ho pensato, io ormai non piango più, e non perché il tempo trascorso mi ha regalato l'abitudine. La malinconia mi prende sempre, ma non piango perché sarebbe esagerato ed ingiusto. I miei figli partono per poi tornare.
Perché nello specifico c'è sempre un domani per tornare indietro, e ricominciare.
Come ho ricominciato io, anche oggi ad esempio, passando il pomeriggio a ramazzare negli spazi ormai liberi della mia casa, illudendomi così di poter colmare gli immediati ed inevitabili vuoti.
Ma sarà stato davvero aver voluto regalare a me stessa un'illusione?
Buonanotte... ad un nuovo inizio. Sempre.
Nessun commento:
Posta un commento