Non c'è nulla di più appagante di un nuovo inizio. Preceduto dal silenzio che è insieme attesa e sbigottimento, ha in sè inaspettate meraviglie, che sia frutto di cambiamento o meno.
Stamattina come promesso, ho travasato il mio bonsai dei 60 anni. Ho eliminato il residuo del vaso di coccio, l'ho sistemato con il pane di terra in quello nuovo, bello e colorato e soprattutto di plastica. Poi altro terriccio fino all'orlo, una leggera pressione con le dita, e infine acqua quanta ne ha voluta, finché ne è rimasto impregnato e il tronco è risultato ben fermo. Guardandolo alla fine nell'insieme, caduta a parte, forse di un travaso aveva bisogno a prescindere. E se non fosse caduto? Avrei di certo rimandato a tempi migliori, quando c'era tempo tempo di fare tutte le cose che invece, costretta ho risolto in un'ora, tutto compreso.
Quante analogie coi "grandi accadimenti" della vita, e quante volte l'apparente ripiego o accomodamento si rivela una condizione migliore, quasi necessaria per continuare l'esistenza.
Per il mio bonsai oggi ne è cominciata una tutta nuova, potrà mettere ancora altre foglie, diramare le radici che al sicuro in un vaso più grande e con più terriccio, lo tratterranno meglio senza fargli perdere l'equilibrio.
Da un rovinoso trauma un deciso cambiamento in meglio.
Come il forte calo delle temperature nel primo pomeriggio. Il vento è diventato turbine e poi tromba d'aria, in pochi minuti si è fatto buio e poi solo polvere e ancora acqua. Un temporale, l'odore acre della terra calda bagnata e delle fronde grondanti... un paio di lampi e qualche tuono. Un'ora ed era tutto finito, mentre nel cielo ancora grigio si aprivano qua e là piccoli squarci d'azzurro e un solo raggio di sole riusciva con prepotenza a farsi strada. Stasera erano 18° appena, finalmente gran respiro per Noi che tanto abbiamo invocato una temperatura più umana.
Eppure quei brevi momenti di buio c'hanno impressionato non poco, avremo pensato a calamità, ad un disastro generale e una difficile ripresa, e invece era un'"azione di forza" per un brusco cambiamento che c'avrebbe fatto bene, riportando il giusto equilibrio in questa estate dagli esasperati estremi.
Avvenga quel che deve e mai si aspetta, non si cade per restare a terra, non ci si abbatte per non risollevarsi più.
Stamattina come promesso, ho travasato il mio bonsai dei 60 anni. Ho eliminato il residuo del vaso di coccio, l'ho sistemato con il pane di terra in quello nuovo, bello e colorato e soprattutto di plastica. Poi altro terriccio fino all'orlo, una leggera pressione con le dita, e infine acqua quanta ne ha voluta, finché ne è rimasto impregnato e il tronco è risultato ben fermo. Guardandolo alla fine nell'insieme, caduta a parte, forse di un travaso aveva bisogno a prescindere. E se non fosse caduto? Avrei di certo rimandato a tempi migliori, quando c'era tempo tempo di fare tutte le cose che invece, costretta ho risolto in un'ora, tutto compreso.
Quante analogie coi "grandi accadimenti" della vita, e quante volte l'apparente ripiego o accomodamento si rivela una condizione migliore, quasi necessaria per continuare l'esistenza.
Per il mio bonsai oggi ne è cominciata una tutta nuova, potrà mettere ancora altre foglie, diramare le radici che al sicuro in un vaso più grande e con più terriccio, lo tratterranno meglio senza fargli perdere l'equilibrio.
Da un rovinoso trauma un deciso cambiamento in meglio.
Come il forte calo delle temperature nel primo pomeriggio. Il vento è diventato turbine e poi tromba d'aria, in pochi minuti si è fatto buio e poi solo polvere e ancora acqua. Un temporale, l'odore acre della terra calda bagnata e delle fronde grondanti... un paio di lampi e qualche tuono. Un'ora ed era tutto finito, mentre nel cielo ancora grigio si aprivano qua e là piccoli squarci d'azzurro e un solo raggio di sole riusciva con prepotenza a farsi strada. Stasera erano 18° appena, finalmente gran respiro per Noi che tanto abbiamo invocato una temperatura più umana.
Eppure quei brevi momenti di buio c'hanno impressionato non poco, avremo pensato a calamità, ad un disastro generale e una difficile ripresa, e invece era un'"azione di forza" per un brusco cambiamento che c'avrebbe fatto bene, riportando il giusto equilibrio in questa estate dagli esasperati estremi.
Avvenga quel che deve e mai si aspetta, non si cade per restare a terra, non ci si abbatte per non risollevarsi più.
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