Sempre di quell'unico colore, celeste. Forse perché sa di bimbo appena nato... chissà. E sceglie il più piccolo, quasi invisibile tra i tanti, "imponenti" e dai colori decisi.
Breve, conciso e sempre celeste...
Ed è ogni volta quello giusto per me... Lei dice, e intanto le brillano gli occhi, stavolta non di pianto.
Oggi il pensiero scritto su quel bigliettino non era mio. Una citazione, che letta ad alta voce ha assunto un suono, una "melodia" diversa. E allora mi ha emozionato come fosse pensiero pensato da me, in quel momento...
"Una volta vinci, una volta impari".
Sei parole sei, per una "dottrina" che vale l'Infinito. E che non ha valenza solo quando si parla di malattia, perché ogni giorno in qualsiasi fase dell'esistenza ci si trova a dover combattere una guerra più o meno impegnativa senza vittorie scontate. Così che per sopravvivere conviene sentirsi sempre vincenti, sia che si vinca e pure nel caso contrario.
Una volta vinci, una volta impari... già. Sembrava fosse dedicato a me, che in questo periodo sento dover adattarmi ad un altro cambiamento.
Ho vinto tante battaglie, sono pure in pace adesso con la malattia, ma ancora una volta mi trovo a dover imparare qualcosa. Che niente dura per sempre o per lo meno con la stessa intensità, neppure i legami di sangue. Che devi spesso e malvolentieri cedere il passo, morire al Tuo ruolo per rinascere in un altro, magari più proficuo per Te. Eppure costerà più di una briciola di rinuncia, perché torneranno i ricordi, si presenterà un bilancio in cui "dare" e "avere" non sono in equilibrio.
Ti chiederai di notte e a luce spenta in che cosa hai sbagliato o perché mai la distrazione, se c'è stata, è riuscita a coglierti. Stenterai ad addormentarti come allora, quando ti apprestavi a lottare per la vita e non sapevi né conoscevi...
La Vita... vuoi o non vuoi... è sempre in mezzo, ed è ovvio perché è per lei che "siamo". E "sono" anche gli Altri, parenti, marito o moglie... figli. E a volte si torna in campo per la loro vita. Ché sia serena. E ti fai da parte, e impari, e solo il tempo poi dirà se hai vinto.
Breve, conciso e sempre celeste...
Ed è ogni volta quello giusto per me... Lei dice, e intanto le brillano gli occhi, stavolta non di pianto.
Oggi il pensiero scritto su quel bigliettino non era mio. Una citazione, che letta ad alta voce ha assunto un suono, una "melodia" diversa. E allora mi ha emozionato come fosse pensiero pensato da me, in quel momento...
"Una volta vinci, una volta impari".
Sei parole sei, per una "dottrina" che vale l'Infinito. E che non ha valenza solo quando si parla di malattia, perché ogni giorno in qualsiasi fase dell'esistenza ci si trova a dover combattere una guerra più o meno impegnativa senza vittorie scontate. Così che per sopravvivere conviene sentirsi sempre vincenti, sia che si vinca e pure nel caso contrario.
Una volta vinci, una volta impari... già. Sembrava fosse dedicato a me, che in questo periodo sento dover adattarmi ad un altro cambiamento.
Ho vinto tante battaglie, sono pure in pace adesso con la malattia, ma ancora una volta mi trovo a dover imparare qualcosa. Che niente dura per sempre o per lo meno con la stessa intensità, neppure i legami di sangue. Che devi spesso e malvolentieri cedere il passo, morire al Tuo ruolo per rinascere in un altro, magari più proficuo per Te. Eppure costerà più di una briciola di rinuncia, perché torneranno i ricordi, si presenterà un bilancio in cui "dare" e "avere" non sono in equilibrio.
Ti chiederai di notte e a luce spenta in che cosa hai sbagliato o perché mai la distrazione, se c'è stata, è riuscita a coglierti. Stenterai ad addormentarti come allora, quando ti apprestavi a lottare per la vita e non sapevi né conoscevi...
La Vita... vuoi o non vuoi... è sempre in mezzo, ed è ovvio perché è per lei che "siamo". E "sono" anche gli Altri, parenti, marito o moglie... figli. E a volte si torna in campo per la loro vita. Ché sia serena. E ti fai da parte, e impari, e solo il tempo poi dirà se hai vinto.
Nessun commento:
Posta un commento