Come in processione, una lunga sequela di fatti passati che si mescolano e confondono con le storie che vivo, ascoltate e riportate a mente, perché nulla sia dimenticato. Ammesso sempre fosse possibile.
Facebook mi fa la lista dei ricordi, qualcuno è da condividere, altri no perché hanno perso l'efficacia dell'emozione immediata, o sono cose un po' così, superficiali che non andavano pubblicate già all'epoca. A Tutti può succedere di sbagliare, ed è molto accorgersene per non ripetere l'errore.
Non si può invece fare lo sbaglio di non rammentare e far conoscere a distanza di tempo qualcosa che ha significato tanto per Te. Una canzone cantata quasi tra le lacrime, nel giorno di un compleanno, in una stanza d'ospedale. Un piccolo bouquet di fiori di campo sul tavolo addossato al muro, e mani strette nelle mani per non lasciarsi andare.
La visita ad un'Amica che non riesce a risalire la china, un incontro voluto, giusto un anno fa, che le asciugò le lacrime e per un po' fece tornare il sorriso. Nonostante la nostalgia di quel tempo, quando pareva nulla dovesse finire. Ma il passato ritorna coi ricordi e troppo spesso si fonde col presente verso un futuro che non è mai dato conoscere e spesso fa paura.
Mariuccia... mi diceva sempre... sei unica. Ed io mi schernivo... che dici, sono solo una che più o meno sa che cosa si passa.
E ti pare niente?!... concludeva quasi stizzita, Lei che passava con facilità dal pianto al riso, passando per la parolaccia verso la "vittima" di turno. Come mi manca ora l'arrancare dietro quello spirito vivace ed intelligente...
Sarà che questo male enfatizza le peculiarità, ho notato che più di una persona appare "accentuata" nei discorsi, negli sguardi, nel manifestare i sentimenti, compresi il dolore troppo ben mascherato, l'ansia eccessivamente ridotta quasi inesistente, e la volontà di apparire il "dritto" nel senso del "più furbo", come dire... a me non la si fa, meno che mai ci riuscirà la malattia. Terminando però, dopo tanto metaforico sbracciarsi, con un'espressione comune a Tutti.
Sempre se Dio decide e finché Lui vorrà.
Forza e limite della fragilità umana.
Facebook mi fa la lista dei ricordi, qualcuno è da condividere, altri no perché hanno perso l'efficacia dell'emozione immediata, o sono cose un po' così, superficiali che non andavano pubblicate già all'epoca. A Tutti può succedere di sbagliare, ed è molto accorgersene per non ripetere l'errore.
Non si può invece fare lo sbaglio di non rammentare e far conoscere a distanza di tempo qualcosa che ha significato tanto per Te. Una canzone cantata quasi tra le lacrime, nel giorno di un compleanno, in una stanza d'ospedale. Un piccolo bouquet di fiori di campo sul tavolo addossato al muro, e mani strette nelle mani per non lasciarsi andare.
La visita ad un'Amica che non riesce a risalire la china, un incontro voluto, giusto un anno fa, che le asciugò le lacrime e per un po' fece tornare il sorriso. Nonostante la nostalgia di quel tempo, quando pareva nulla dovesse finire. Ma il passato ritorna coi ricordi e troppo spesso si fonde col presente verso un futuro che non è mai dato conoscere e spesso fa paura.
Mariuccia... mi diceva sempre... sei unica. Ed io mi schernivo... che dici, sono solo una che più o meno sa che cosa si passa.
E ti pare niente?!... concludeva quasi stizzita, Lei che passava con facilità dal pianto al riso, passando per la parolaccia verso la "vittima" di turno. Come mi manca ora l'arrancare dietro quello spirito vivace ed intelligente...
Sarà che questo male enfatizza le peculiarità, ho notato che più di una persona appare "accentuata" nei discorsi, negli sguardi, nel manifestare i sentimenti, compresi il dolore troppo ben mascherato, l'ansia eccessivamente ridotta quasi inesistente, e la volontà di apparire il "dritto" nel senso del "più furbo", come dire... a me non la si fa, meno che mai ci riuscirà la malattia. Terminando però, dopo tanto metaforico sbracciarsi, con un'espressione comune a Tutti.
Sempre se Dio decide e finché Lui vorrà.
Forza e limite della fragilità umana.
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