Stamane mi è stato dato dell' "inqualificabile", però in senso positivo. Un "ti ammiro molto" ed altre espressioni simili mi hanno regalato una carica immensa, un'emozione intensa che però ho dovuto contenere per non apparire esagerata e stucchevole. Ho colto parola per parola, e le ho chiuse dentro di me ed ho gioito di me stessa perché ho capito di non aver perso tempo per tutto questo tempo, di aver imparato un mucchio di cose e tra le altre, gestire in maniera sapiente le emozioni, nel bene e nel male.
Tante volte ho sentito ripetere, fare volontariato in oncologia non è semplice, qualcuno ha pure aggiunto, bisogna essere di stomaco forte. Se poi, come me si è passati attraverso la malattia può essere più facile ma anche assai difficile, perché da una parte si è "persona informata dei fatti" ma dall'altra alto è il rischio di ripercorrere nella mente "il film della propria storia", con gravi danni per sé e pure per gli Altri perché percepiranno l'inevitabile disagio.
Fare il volontario è una scelta libera, e liberamente servirà concedersi un "periodo di prova", e poi alle prime avvisaglie non sarà nota di demerito o vergognoso ammettere prima di tutto a sé stessi, non è per me.
Vado in ospedale ogni volta con grande gioia dopo aver fatto una sorta di "esame plurimo". Vaglio le mie forze fisiche e mentali, cancello dalla mente i dubbi e dal Cuore i crucci, passo la mia coscienza a setaccio, e se l'esito di tutto questo è più che sufficiente, do la carica alla serenità ché non sia solo apparente, e richiamo all'ordine il senso di responsabilità perché sia concreto e non voce astratta di cui farsi lustro.
Vero... che non è facile? E' una dura prova che solo l'Amore incondizionato, completamente gratuito può rendere possibile. Osservare nello sguardo di Chi si ha di fronte che il bene è stato recepito, ha dato conforto e speranza... questo è il primo intento di un volontario. Non far trasparire mai la propria paura, l'antica rabbia, il timore del futuro. Ciò che viene raccontato deve avere valore ed efficacia solo in quel momento, poi va elaborato perché sia "ricchezza comune".
Atteggiamenti adeguati, espressioni che riportino equilibrio e siano riferimento alla normalità. Poche parole giuste, e quando non si sa che cosa dire, meglio il Silenzio. Loquace più di qualsiasi discorso.
Tante volte ho sentito ripetere, fare volontariato in oncologia non è semplice, qualcuno ha pure aggiunto, bisogna essere di stomaco forte. Se poi, come me si è passati attraverso la malattia può essere più facile ma anche assai difficile, perché da una parte si è "persona informata dei fatti" ma dall'altra alto è il rischio di ripercorrere nella mente "il film della propria storia", con gravi danni per sé e pure per gli Altri perché percepiranno l'inevitabile disagio.
Fare il volontario è una scelta libera, e liberamente servirà concedersi un "periodo di prova", e poi alle prime avvisaglie non sarà nota di demerito o vergognoso ammettere prima di tutto a sé stessi, non è per me.
Vado in ospedale ogni volta con grande gioia dopo aver fatto una sorta di "esame plurimo". Vaglio le mie forze fisiche e mentali, cancello dalla mente i dubbi e dal Cuore i crucci, passo la mia coscienza a setaccio, e se l'esito di tutto questo è più che sufficiente, do la carica alla serenità ché non sia solo apparente, e richiamo all'ordine il senso di responsabilità perché sia concreto e non voce astratta di cui farsi lustro.
Vero... che non è facile? E' una dura prova che solo l'Amore incondizionato, completamente gratuito può rendere possibile. Osservare nello sguardo di Chi si ha di fronte che il bene è stato recepito, ha dato conforto e speranza... questo è il primo intento di un volontario. Non far trasparire mai la propria paura, l'antica rabbia, il timore del futuro. Ciò che viene raccontato deve avere valore ed efficacia solo in quel momento, poi va elaborato perché sia "ricchezza comune".
Atteggiamenti adeguati, espressioni che riportino equilibrio e siano riferimento alla normalità. Poche parole giuste, e quando non si sa che cosa dire, meglio il Silenzio. Loquace più di qualsiasi discorso.
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