Parlavo ieri di silenzio, e oggi in Chiesa ho sentito dire del Silenzio. Quello con la maiuscola, che non è solo assenza di suoni e di rumori, ma è "crearlo nella sostanza", fare deserto dentro di sé per predisporsi all'Altro. Ad ascoltarlo.
Mi sono chiesta allora se davvero io ne sia capace, e poi... se Altri mai lo siano stati nei miei riguardi.
Ammetto che da sempre ho desiderato, persino elemosinato ascolto. Ne ho ricevuto poco, e solo quando l'ho preteso, a volte urlando e comunque in lacrime. Per breve tempo, lo spazio di minuti, e tutto tornava come prima, una sorta di contentino a scapito della mia autostima. Quindi... la malattia, che ponendomi con le spalle al muro, non mi ha offerto che degli "out... out", o così o altrimenti, la dignità e il rispetto o l'inadeguatezza senza possibilità di ritorno. Ho scoperto così il diritto alla dignità, il rispetto in quanto persona, fossi pure la peggiore al mondo.
La cosa straordinaria è che tutto ciò l'ho percepito come "intuizione", qualcosa che all'inizio afferravo e nello stesso tempo mi sfuggiva, solo recentemente è diventata "consapevolezza", rafforzata dalla capacità che ora ho acquisito... impormi con fermezza. Con garbo, senza prevaricare e sempre e solo col dialogo.
Che domenica, eh?! Mi sembra quasi di sentire qualcuno... e si può mai trascorrere un giorno di festa in questo modo? Tornare al passato e pensare... pensare al presente come esito di una ribellione al passato... infine cancellare tutto e rivolgere i propri pensieri a Chi sai che ha bisogno di sentirsi in quegli stessi pensieri. Per serenità, protezione, e comprensione.
Beh, si può. Ed è modo di fare silenzio, tacitare anche le stupide pretese di una Mente che ogni tanto scorda il vissuto di angoscia. Spostare il centro di interesse da sé e pensare al bene che si può fare e che torna indietro potenziato. Benefico boomerang.
Così quelle dure scale da salire per poter vedere il Cielo, non sembrano poi tanto difficili. Un cielo terso e azzurro come solo Marzo bizzoso sa donare, lo stesso che guardavo un dì da un letto d'ospedale, e mi pareva vederlo per la prima volta.
Da quel giorno in poi, muoio e rinasco. E sempre a Marzo.
Mi sono chiesta allora se davvero io ne sia capace, e poi... se Altri mai lo siano stati nei miei riguardi.
Ammetto che da sempre ho desiderato, persino elemosinato ascolto. Ne ho ricevuto poco, e solo quando l'ho preteso, a volte urlando e comunque in lacrime. Per breve tempo, lo spazio di minuti, e tutto tornava come prima, una sorta di contentino a scapito della mia autostima. Quindi... la malattia, che ponendomi con le spalle al muro, non mi ha offerto che degli "out... out", o così o altrimenti, la dignità e il rispetto o l'inadeguatezza senza possibilità di ritorno. Ho scoperto così il diritto alla dignità, il rispetto in quanto persona, fossi pure la peggiore al mondo.
La cosa straordinaria è che tutto ciò l'ho percepito come "intuizione", qualcosa che all'inizio afferravo e nello stesso tempo mi sfuggiva, solo recentemente è diventata "consapevolezza", rafforzata dalla capacità che ora ho acquisito... impormi con fermezza. Con garbo, senza prevaricare e sempre e solo col dialogo.
Che domenica, eh?! Mi sembra quasi di sentire qualcuno... e si può mai trascorrere un giorno di festa in questo modo? Tornare al passato e pensare... pensare al presente come esito di una ribellione al passato... infine cancellare tutto e rivolgere i propri pensieri a Chi sai che ha bisogno di sentirsi in quegli stessi pensieri. Per serenità, protezione, e comprensione.
Beh, si può. Ed è modo di fare silenzio, tacitare anche le stupide pretese di una Mente che ogni tanto scorda il vissuto di angoscia. Spostare il centro di interesse da sé e pensare al bene che si può fare e che torna indietro potenziato. Benefico boomerang.
Così quelle dure scale da salire per poter vedere il Cielo, non sembrano poi tanto difficili. Un cielo terso e azzurro come solo Marzo bizzoso sa donare, lo stesso che guardavo un dì da un letto d'ospedale, e mi pareva vederlo per la prima volta.
Da quel giorno in poi, muoio e rinasco. E sempre a Marzo.
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