Da ieri sono tornata ai miei soliti ritmi di "parola", e se ne è accorto subito il compagno della mia Vita che avrà ripreso anche lui a respirare normalmente. Quando mi vede taciturna, dice sempre che gli faccio mancare il respiro. E stanotte, così ci siamo addormentati... parlando, non so perché entrambi ricordavamo scorci della nostra vita familiare da bambini, e li abbiamo condivisi l'un l'altro. Spogliati della tensione di questi ultimi giorni, è stato come mettersi a nudo nei rispettivi animi per donarsi ancora.
Un rapporto si consolida inaspettatamente anche in questo modo... è scambiarsi più volte nella "vita a due" quella vera nuziale, senza mai farle perdere splendore.
Un anello può non fare la differenza ed in effetti non la fa, ma quando si crede fortemente in ciò che si è costruito e si porta avanti con altrettanta forza e convinzione, anche un simbolo può costituire un valore aggiunto. Questa era stata sempre pure l'opinione di mia madre che della famiglia ebbe la vocazione e che con quel cerchietto d'oro teneva strette le pagine della sua storia.
Ed ecco che sempre Lei torna nelle pagine della mia... sarà perché resta il mio modello di vita... sarà per quel triste anniversario tra qualche giorno.
Dieci anni che non è più, e sembra solo ieri... e l'altro ieri l'intero Suo vissuto.
Una volta disse che avrebbe voluto essere sepolta con la fede al dito, e alla mia "rimostranza"... "Però, mamma, sono la primogenita, dopo di te vorrei conservarla io", avanzata per sdrammatizzare e allontanare la tensione creata dalle sue parole, aveva risposto senza esitare, "La vuoi tu? Sarà tua".
Tangibile passaggio di testimone, testamento spirituale dei valori in cui da sempre aveva creduto. Quanto dolore provato poi, quando l'aveva persa venti giorni prima di morire... non aveva colpa, tuttavia pianse perché non avrebbe potuto mantenere la promessa. Non ho "ereditato" il suo anello, ma tutto ciò in cui lei ha creduto, quello si, l'ho fatto mio, patrimonio che investo ogni giorno nella mia quotidianità e non solo nell'ambito familiare, e che mi ritorna con gli interessi facendomi sentire sempre più ricca.
E per questo vorrei poter seguire continuamente la voce del cuore, anche a costo di star male. Vorrei non deludere nessuno e forse vengo meno alle aspettative di qualcuno esagerando con degli atteggiamenti involontari. Coi "miei silenzi" mi impegno a far tutto da sola, ad uscir fuori dai miei momenti bui, a risollevarmi, a non temere ciò che sarà, e probabilmente anche questa viene considerata una forzatura, una maschera per nascondere la vera natura dei miei sentimenti.
Ma io ora sono davvero così, una scoperta continua anche per me stessa, in tempo reale ho consapevolezza di ciò che provo che è diverso da ieri e anche da domani.
La mia "avventura" mi ha insegnato che niente è scontato, forse neppure la "paziente benevolenza" di Chi mi è accanto, il Suo amore maturo e consapevole...
Qualche volta ci penso... non dovrei tirare troppo la corda, poi lo vedo che si lucida addosso la fede al dito per farmelo notare, ed io allora più tranquilla preparo al solito il Nostro cappuccino.
Un rapporto si consolida inaspettatamente anche in questo modo... è scambiarsi più volte nella "vita a due" quella vera nuziale, senza mai farle perdere splendore.
Un anello può non fare la differenza ed in effetti non la fa, ma quando si crede fortemente in ciò che si è costruito e si porta avanti con altrettanta forza e convinzione, anche un simbolo può costituire un valore aggiunto. Questa era stata sempre pure l'opinione di mia madre che della famiglia ebbe la vocazione e che con quel cerchietto d'oro teneva strette le pagine della sua storia.
Ed ecco che sempre Lei torna nelle pagine della mia... sarà perché resta il mio modello di vita... sarà per quel triste anniversario tra qualche giorno.
Dieci anni che non è più, e sembra solo ieri... e l'altro ieri l'intero Suo vissuto.
Una volta disse che avrebbe voluto essere sepolta con la fede al dito, e alla mia "rimostranza"... "Però, mamma, sono la primogenita, dopo di te vorrei conservarla io", avanzata per sdrammatizzare e allontanare la tensione creata dalle sue parole, aveva risposto senza esitare, "La vuoi tu? Sarà tua".
Tangibile passaggio di testimone, testamento spirituale dei valori in cui da sempre aveva creduto. Quanto dolore provato poi, quando l'aveva persa venti giorni prima di morire... non aveva colpa, tuttavia pianse perché non avrebbe potuto mantenere la promessa. Non ho "ereditato" il suo anello, ma tutto ciò in cui lei ha creduto, quello si, l'ho fatto mio, patrimonio che investo ogni giorno nella mia quotidianità e non solo nell'ambito familiare, e che mi ritorna con gli interessi facendomi sentire sempre più ricca.
E per questo vorrei poter seguire continuamente la voce del cuore, anche a costo di star male. Vorrei non deludere nessuno e forse vengo meno alle aspettative di qualcuno esagerando con degli atteggiamenti involontari. Coi "miei silenzi" mi impegno a far tutto da sola, ad uscir fuori dai miei momenti bui, a risollevarmi, a non temere ciò che sarà, e probabilmente anche questa viene considerata una forzatura, una maschera per nascondere la vera natura dei miei sentimenti.
Ma io ora sono davvero così, una scoperta continua anche per me stessa, in tempo reale ho consapevolezza di ciò che provo che è diverso da ieri e anche da domani.
La mia "avventura" mi ha insegnato che niente è scontato, forse neppure la "paziente benevolenza" di Chi mi è accanto, il Suo amore maturo e consapevole...
Qualche volta ci penso... non dovrei tirare troppo la corda, poi lo vedo che si lucida addosso la fede al dito per farmelo notare, ed io allora più tranquilla preparo al solito il Nostro cappuccino.
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