Quando i sentimenti non sono un semplice ben parlare, retorica per benpensanti ma linfa vitale. Non si può fare a meno di viverli pienamente, e dichiararne i benefici.
La malattia porta al limite dei limiti, per cui si rivede la propria vita, si fa un bilancio, si cerca di riattivare le voci in passivo, si è infinitamente grati per quello che si ha.
Ci si rende conto che dare e ricevere amore è l'unica giusta modalità di vita.
Ricordo un giorno incontrai pazienti in terapia, mariti grati, "spudorati" a dichiarare amore. Restai stupita perchè di solito il "maschio" per non mostrarsi debole non si palesa e sbaglia...
- Va tutto bene, mi sto impegnando. Soprattutto per lei, che sta dedicando a me cure materne.
- Sono vivo grazie alle mie tre donne, mia moglie e le mie due figlie. Dico sempre che il mondo continua per le donne. Siamo fortunati noi uomini ad amarle ed essere da loro amati.
Mariti, ognuno grato alla propria moglie anzi "partner", definizione di uno di loro, perché trovava il termine moglie assai riduttivo.
"Sorella, amica, complice compagna. Il Suo nome? Non lo ricordo più. Sono cinquant'anni che io la chiamo Amore..."
E in quella stanza di commozione si colmarono i cuori.

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