Col trascorrere degli anni si percepisce forte la propria fragilità. E quasi per contrappasso si vuol essere sempre di più, per dimostrare a se stessi soprattutto, che certi limiti sono superabili.
Non esiste disabilità fisica se il cervello è presente a se stesso e un buon carattere lo accompagna, lo abbiamo visto oggi incontrando una paziente settantenne, appunto diversamente abile, ma gentile, dolce, affettuosa. Vorrà incontrarci ancora, e non solo per una caramella al caffè, suo gusto preferito.
Solo al dolore fisico è difficile opporsi, è un limite che sovrasta, e allora non ci sono parole sufficienti e tali che possano risollevare. Una carezza sulla mano, uno sguardo comprensivo e rassicurante potrà più di qualsiasi argomentazione.
Pensavo. Quanti incontri vari in un paio d'ore di servizio. Passare dal sorriso all'espressione seria dell'ascolto attivo senza dare l'impressione di superficialità o preoccupazione. Occorre allenamento e amore e volontà per farlo.
Noi volontari ci proviamo.
Un'occhiata all'orologio, al solito è molto tardi. Mi accomoderei volentieri le ore, i minuti che seguono. La notte silenziosa mi appartiene, e un unico sogno può trovarvi spazio.
Le giornate di questo mio tempo, coi colori da scegliere e le parole dedicate.
A me che ogni giorno muovo i passi piano piano continuando.
Nessun commento:
Posta un commento