Domani sarò in reparto per il mio turno consueto, e anche stavolta ho scritto pensieri per farne fiocchi di tenerezza colorati.
Come è noto ormai, Chi ne ha ricevuto la prima volta continua a chiederne, quindi i miei fiocchetti non bastano mai.
È una cosa che ho sempre amato fare sin da tempi non sospetti. Impensabile era la malattia, lontana l'idea del volontariato.
Mi dedicavo brevi frasi che respiravano poesia.
In seguito come pensieri sono diventati risorsa, una sorta di oasi, una fonte cui attingere gocce di speranza.
Tutto questo per Chi li riceve e li legge.
I miei messaggi non aspettano replica, perché sono segno d'affetto da parte mia.
Poi capiterà che qualcuno racconterà di quel "ritorno di fiamma" tanto temuto, e difficile sarà per me replicare o tacere.
Come ebbe inizio tutto questo? Con un pensiero di quelli che mi prendono all'improvviso, estemporanei e particolarmente ispirati, e ancora continua così, finché sarà.
Pensati, differenziati, alcuni
persino personalizzati, e tutti speciali. Speciali perché uniche sono le Persone cui sono destinati.
Sono parole il più possibile rasserenanti. Semplici parole, che in "tempo normale" meritano l'attenzione che trova e il valore di un istante, però in una "parentesi di vita" acquistano la "specialità" del dono.
Sembrano scritte pensando alla persona che le leggerà e a questa dedicate.
Una per una, senza trascurare un punto, una virgola... un augurio e l'emozione.
Va via del tempo, ma lo reputo ben speso pensando ad un sorriso, o a un paio di occhi lucidi, col Cuore comunque rivolto alla Speranza, anche quando questa pare del tutto persa.
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