Mattinata in ospedale e pomeriggio ad elaborare mentre si sfaccenda per la "vita normale".
Ho in considerazione entrambe le condizioni, pur dando a ciascuna un valore diverso, preziose ma inconvertibili.
Perché dove maggiormente l'uomo mostra il Suo valore?
Quando freneticamente corre corre senza sapere dove è diretto, oppure nei momenti di difficoltà, quando si ferma a guardarsi dentro e intorno, e spende se stesso anche per l'altro?
Alcun atto eroico, solo condivisione della propria esperienza, di ricordi, sorrisi e a volte pure di ricette "fuori stagione".
E come per magia anche un "momento di cura" diventa normalità, che se pure non appaga almeno lenisce e riporta al pensiero... si, è dura ma si può fare.
E che dire di un bacio al volo di una paziente che ti chiama per nome, ti invita ad avvicinarti e dice grazie. Solo perché hai facilitato l'intreccio dei fili della normalità, e poi sai com'è, lei era sicura che questo avvenisse, non poteva essere diversamente, perché... " tu ti chiami come la mia mamma".
La bellezza della normale semplicità.
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