Quasi ce ne fosse bisogno, molto ce lo ricorda. Con l'arrivo di agosto, vuoi o non vuoi, sarà tempo pieno di vacanza.
E sempre mi chiedono...
Ma tu, almeno qualche giorlno te lo concedi?
No. Secco e deciso che blocca ogni "perché?". Ho ripetuto le motivazioni tante di quelle volte che risulto stucchevole pure a me stessa.
Allora perché ti ripeti? (mi si potrebbe chiedere)
Perché in Cuor mio credo, che per qualcuno, ascoltando, leggendo, possa annullarsi il senso di solitudine, e nello stesso tempo faccia emergere il meglio di sé.
Quindi...?
Forse qualche gita, un "mordi e fuggi" in compagnia, o quando tutto manca un picnic sul prato, anche questo potrà bastare.
Per me fu in estate, e forse questo condizionò gli anni che seguirono.
Ricordo lunghe mattinate in parte trascorse guardando fuori dalla finestra, e la mente altrove.
Mi concentrai allora sul da fare perché ciò che stavo vivendo non fosse tragedia, ma breve atto unico senza repliche.
E alla fine ci riuscii. Cominciai a scrivere, creai il blog, mi rifugiai in uno spazio azzurro tutto mio, dove erano mare e monti, e comunque sempre cielo sereno. Viaggiai con la fantasia, e i pensieri di quel viaggio furono i souvenir.
La vacanza fu uno stato mentale.
Come in effetti dovrebbe essere sempre e per tutti.
Confesso però di aver sofferto un po' la solitudine, avrei voluto ci fosse qualcuno a tenermi compagnia in quelle mattinate, qualcuno che parlasse d'altro, mi facesse ridere, azzardasse programmi anche per me. Sarebbe stato un aiuto in più.
Il tempo passò lo stesso, ed io ce la feci comunque. Arrivò ottobre e tutto finì.
Da allora in poi, sarà stata l'abitudine, la mia estate la trascorro lì, in ospedale. Per scelta, non mi dispiace e non posso farne a meno.